Durante la Settimana della Celiachia, che va dall’11 al 19 maggio, è fondamentale affrontare con fermezza le false credenze e le informazioni errate che circolano riguardo a questa condizione.
La celiachia è una patologia autoimmune che richiede una dieta rigorosa priva di glutine per gestire i sintomi e prevenire danni all’intestino tenue.
Purtroppo, però, numerose fake news contribuiscono alla confusione e alla scarsa comprensione della malattia. È essenziale contrastare la disinformazione con informazioni accurate e scientificamente confermate.
Quando è stata istituita la settimana della celiachia
La Settimana Nazionale della Celiachia rappresenta un momento cruciale per sensibilizzare e informare il pubblico sulla celiachia, una condizione autoimmune che colpisce molte persone in Italia.
Organizzata dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC), questa iniziativa, nata nel 2015, si propone di diffondere conoscenze accurate riguardo alla patologia e alle sue implicazioni. Con oltre 600.000 individui colpiti in Italia, di cui molti ancora non diagnosticati, la celiachia richiede una maggiore consapevolezza e comprensione.
Durante questa settimana, che cade in coincidenza con la Giornata Internazionale della Celiachia il 16 maggio, vengono organizzati diversi eventi e iniziative in tutto il paese, inclusa un’attenzione speciale alle scuole.
Attraverso programmi come “Tutti a tavola, tutti insieme: le giornate del menù senza glutine”, si mira a educare studenti, famiglie e insegnanti sull’importanza della dieta senza glutine e sulle sfide affrontate dai celiaci. Il sito settimanadellaceliachia.it fornisce risorse utili, eventi in programma e persino un quiz interattivo per testare le conoscenze sulla celiachia.
Quali sono le fake news sulla celiachia
I ricercatori di tutto il mondo si dedicano quotidianamente allo studio della celiachia con l’obiettivo di migliorare la vita dei pazienti affetti da questa condizione. Una comunicazione efficace tra ricercatori, media e pubblico è essenziale, poiché notizie false o informazioni incomplete possono avere gravi conseguenze sulla vita di chi vive con la celiachia o sta affrontando una diagnosi.
Una comunicazione chiara e accurata nella scienza sia fondamentale per il progresso della conoscenza scientifica e per il benessere della popolazione.
La celiachia è una malattia autoimmune caratterizzata da danni all’intestino tenue causati dal consumo di glutine. Si ritiene che ci sia una predisposizione genetica alla celiachia, con la maggior parte delle persone affette che possiedono la variante allelica HLA-DQ2 o HLA-DQ8. Tuttavia, è importante notare che anche una percentuale di persone senza celiachia può ereditare uno di questi alleli.
Per lo sviluppo della malattia celiaca, sono necessari ulteriori fattori oltre alla predisposizione genetica. Quando le persone affette da celiachia consumano glutine, si verifica una risposta immunitaria che danneggia le cellule dell’intestino tenue, e questo causa la riduzione dei villi intestinali e compromettendo l’assorbimento dei nutrienti. Questi danni possono portare a una serie di problemi di salute se non trattati adeguatamente.
Ecco alcune fake news sulla celiachia:
MITO: la celiachia è facilmente riconoscibile.
FATTO: la malattia celiaca può essere difficile da identificare poiché i sintomi sono spesso vaghi e non specifici. Possono variare notevolmente da persona a persona e possono comparire a qualsiasi età.
MITO: la celiachia può essere diagnosticata con un semplice esame del sangue.
FATTO: gli esami del sangue (EMA o tTG) possono indicare la presenza di celiachia, ma è necessaria una biopsia intestinale per una diagnosi definitiva. Questa procedura è l’unico metodo definitivo per diagnosticare la malattia celiaca.
MITO: la biopsia intestinale è un intervento chirurgico importante che richiede l’anestesia generale.
FATTO: la biopsia intestinale è eseguita sotto sedazione da un esperto e di solito è un intervento ambulatoriale. Nei bambini può essere utilizzata la sedazione o l’anestesia.
MITO: la celiachia e la dermatite erpetiforme non sono correlate.
FATTO: la dermatite erpetiforme è la forma cutanea della celiachia. Anche se non tutti i pazienti con dermatite erpetiforme mostrano sintomi intestinali tipici della celiachia, la biopsia intestinale risulta anomala. Il trattamento richiede una dieta senza glutine a vita e farmaci per alleviare i sintomi cutanei.
MITO: la celiachia è una malattia dell’infanzia.
FATTO: la celiachia è una condizione ereditaria e i sintomi possono svilupparsi in qualsiasi momento dopo l’esposizione al glutine.
MITO: la celiachia può essere superata.
FATTO: la celiachia è una malattia cronica che richiede una dieta senza glutine a vita. Continuare a consumare glutine può causare danni all’intestino e aumentare il rischio di complicanze.
MITO: una persona celiaca deve evitare solo il grano e i suoi derivati.
FATTO: Per gestire la celiachia, è necessario evitare rigorosamente il glutine, presente in vari cereali e loro derivati come segale, orzo e triticale. È consigliabile consultare un dietista registrato per pianificare una dieta nutriente e bilanciata.
MITO: provare una dieta senza glutine è un modo per diagnosticare la celiachia.
FATTO: non si dovrebbe iniziare una dieta senza glutine prima di una diagnosi confermata tramite biopsia intestinale. La sperimentazione della dieta prima della diagnosi può alterare i risultati dei test e ritardare la diagnosi.
MITO: una persona celiaca può tollerare piccole quantità di glutine occasionalmente.
FATTO: anche piccole quantità di glutine possono danneggiare l’intestino di una persona celiaca. La dieta senza glutine è l’unico trattamento efficace.
MITO: l’avena è consentita nella dieta senza glutine.
FATTO: l’avena pura e non contaminata è generalmente considerata sicura per i pazienti celiaci, ma deve essere controllata per evitare la contaminazione da glutine.
MITO: dopo la diagnosi e l’adozione di una dieta senza glutine, una persona celiaca può essere considerata guarita.
FATTO: anche dopo la diagnosi, è necessario un monitoraggio regolare e il supporto di un medico e di un dietista per gestire la celiachia in modo appropriato.