La scoperta di microplastiche nel liquido seminale da parte di alcuni ricercatori, solleva serie preoccupazioni sulla salute riproduttiva maschile.
Le microplastiche, provenienti da una vasta gamma di fonti ambientali e industriali, si sono diffuse nell’ambiente marino, terrestre e persino nell’aria. La loro presenza nel liquido seminale potrebbe avere conseguenze significative sulla fertilità maschile e sulla salute riproduttiva nel suo complesso.
Scendiamo nei dettagli e tentiamo di comprendere appieno i rischi associati e adottare misure per mitigare l’esposizione a tali sostanze nocive.
Scoperte microplastiche nel liquido seminale
La recente scoperta delle microplastiche nel liquido seminale, effettuata da un team di ricercatori italiani guidati dal dott. Luigi Montano, UroAndrologo dell’ASL Salerno e coordinatore di EcoFoodFertility, ha sollevato un allarme sulla salute riproduttiva maschile.
Questo studio, condotto in collaborazione con la Prof.ssa Oriana Motta dell’Università degli Studi di Salerno, la Prof.ssa Marina Piscopo dell’Università Federico II e la Prof.ssa Elisabetta Giorgini dell’Università Politecnica delle Marche, ha identificato e caratterizzato le microparticelle di plastica tramite Microspettroscopia Raman.
La presenza di microplastiche nello sperma umano solleva serie preoccupazioni riguardo agli effetti sulla fertilità maschile e richiede un’attenta valutazione degli impatti sulla salute riproduttiva e l’infertilità maschile.
Quali sono i rischi delle microplastiche nel liquido seminale
La recente ricerca ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla diffusione delle microplastiche nel corpo umano e ai potenziali rischi per la salute associati. Gli studi condotti da scienziati della Vassar University in collaborazione con un gruppo austriaco hanno rivelato che le microplastiche possono attraversare la barriera emato-encefalica nei topi, causando un’accumulo di plastica nel cervello che porta a infiammazioni e compromissione dell’attività delle cellule nervose.
Questo fenomeno solleva seri timori riguardo a possibili disturbi neurologici e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. Altri studi hanno rilevato la presenza di microplastiche nello sperma umano e nel tessuto cardiaco.
I rischi delle microplastiche nel liquido seminale potrebbero essere:
- Stress ossidativo: possono causare danni alle cellule attraverso l’induzione di processi di stress ossidativo.
- Alterazione della funzione riproduttiva: possono influenzare negativamente la produzione e la qualità degli spermatozoi.
- Veicolazione di altri contaminanti: possono fungere da vettori per altre sostanze inquinanti, aumentando ulteriormente il rischio di danni agli organi riproduttivi.
È essenziale approfondire le ricerche per comprendere appieno gli effetti delle microplastiche sulla salute umana e per sviluppare strategie atte a mitigare questo potenziale rischio.
Le microplastiche possono causare anche il cancro e la perdita di memoria
Le microplastiche, con la loro natura insidiosa, essendo particelle che misurano meno di 5 mm, possono infiltrarsi nel corpo umano attraverso varie fonti, come gli imballaggi di plastica, alcuni alimenti, l’acqua del rubinetto e persino l’aria. Una volta nel flusso sanguigno, le microplastiche possono scatenare una serie di conseguenze imprevedibili, tra cui l’insorgenza di tumori, malattie cardiache, demenza e problemi riproduttivi.
La diffusione delle microplastiche è così ampia che è praticamente impossibile evitarle, con presenze segnalate ovunque, dalla Fossa delle Marianne al Monte Everest. Numerosi studi hanno rivelato la presenza di microplastiche anche in prodotti alimentari, come zucchero, sale, miele, frutti di mare, acqua del rubinetto, bottiglie d’acqua e alimenti confezionati in plastica.
La direttrice dell’organizzazione no-profit Plastic Pollution Alliance, Dianna Cohen, ha evidenziato l’ingestione involontaria di plastica da parte dell’uomo, con un consumo stimato di circa 5 grammi di plastica a settimana, dimensioni superiori persino a una carta di credito. Una volta all’interno dell’organismo, queste particelle possono raggiungere gli organi interni come reni e fegato, provocando effetti nocivi a livello cellulare.
Uno studio recente condotto dall’Università della Campania in Italia ha rilevato che il 50% delle placche arteriose ostruite conteneva tracce di plastica, evidenziando il ruolo della plastica nell’insorgenza di patologie cardiovascolari come l’ipertensione e l’ictus.