Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pochi giorni dopo l’intervento all’Assemblea dell’Onu a New York, è tornato a parlare di pace. Il Capo dello Stato l’ha fatto in occasione della premiazione degli Alfieri della Repubblica di questa mattina al Quirinale. Anche non lesinando una mezza stoccata alle forze politiche che, di fronte alle crisi internazionali in Ucraina e a Gaza, si dichiarano pacifiste senza se e senza ma. Ecco le parole del Presidente:

“La pace, cui tutti diciamo di aspirare, si costruisce anzitutto a partire dalla vita di tutti i giorni, dall’incontro con chi ci è vicino, anche se chi ci è vicino in quel momento è uno sconosciuto che si incontra per caso lungo la nostra strada”.

Cosa pensa Mattarella della pace? Dopo il discorso all’Onu, le parole del Capo dello Stato agli Alfieri della Repubblica

Per il Capo dello Stato, per giungere a una vera pace, al di là di quella da raggiungere nelle aree di crisi internazionale di cui ha parlato all’Assemblea dell’Onu della scorsa settimana, bisogna avere sempre un atteggiamento solidale:

“La solidarietà è anche la principale fonte di sicurezza collettiva. Perché poter contare sugli altri ci rende più sicuri. E perché fa crescere in noi la fiducia”.

L’intervento del Presidente, poi, è continuato così:

“Due giorni fa, in questa sala, ho incontrato un buon numero di persone a cui, negli ultimi anni, è stato assegnato il Premio Nobel per la pace. Erano qui, a Roma, perché impegnati in incontri con l’obiettivo di far diffondere nel mondo il senso di fraternità. Pronunciamo di rado questa parola: fraternità. Da tanti viene ritenuta di significato esclusivamente religioso quando non un’ingenua illusione di anime sognanti. Ma non è così. Non bisogna avere complessi o ritegno nel pronunciare questa parola. E, soprattutto, nel viverla”. 

Il monito di Mattarella sui pericoli della solitudine

Mattarella si è soffermato anche sui pericoli della solitudine:

“La solitudine, l’individualismo, la considerazione degli altri come non soltanto estranei ma addirittura ostili, divengono progressivamente delle prigioni. Si diviene prigionieri della chiusura in se stessi: la crescita personale, in questo caso, rallenta, viene frenata. E il gusto stesso della vita inaridisce”.

Per questo, Mattarella ha sottolineato ancora l’importanza della solidarietà.

“La solidarietà è un indispensabile presupposto del benessere di una comunità. La vita sociale non si svolge soltanto sulla base del rispetto delle regole che si è data: questo è il minimo. Per vivere davvero bene insieme, per raggiungere una condizione di vita sociale realmente appagante, in cui sentirsi davvero inseriti con piena soddisfazione, è necessario che via sia, oltre alla consapevolezza dei propri diritti, quella delle proprie responsabilità verso gli altri. È l’esercizio di questa responsabilità che fa sentire realizzati, che rende sereni e, ancor più, rende anche felici”.

Il Presidente, poi, premiando i ventinove nuovi Alfieri della Repubblica, ha concluso così:


“Tra voi ci sono ragazze e ragazzi che si sono impegnati con grande generosità nei giorni drammatici delle alluvioni che hanno colpito la Romagna, e poi parte della Toscana. Questo è uno dei comportamenti che ha determinato il riconoscimento che state per ricevere. Sono tante, e anche per questo entusiasmanti, le forme e le circostanze in cui avete manifestato attiva, e spesso coraggiosa, solidarietà. La disponibilità verso gli altri, la prontezza di rispondere alle loro necessità, talvolta vere emergenze, è tutt’altro che un mettere da parte le proprie esigenze. Al contrario, è gratificante e rende, come dicevo, davvero felici”.