Quali sono i contributi utili per la pensione? Ho maturato 41 anni di contributi per andare in pensione, ma l’INPS non li riconosce tutti. Perché? Riceviamo molte domande relative alla valutazione dei contributi utili per raggiungere la pensione. Vediamo insieme quali sono i contributi considerati dall’INPS.

Quali sono i contributi utili alla pensione?

 Il lavoratore accumula la contribuzione durante la sua carriera lavorativa, ma non tutti i contributi sono utili o equivalenti ai fini del raggiungimento della pensione. Inoltre, le regole previdenziali cambiano in base all’opzione scelta per lasciare il lavoro; pertanto, è possibile che per alcune misure vengano considerati validi tutti i contributi maturati durante il periodo lavorativo, mentre altre stabiliscano un elenco della contribuzione esclusa o non utile ai fini della pensione.

L’INPS distingue i contributi previdenziali nelle seguenti categorie:

  • contributi ordinari: tutti i lavoratori iscritti a Fondi pensionistici o i datori di lavoro sono tenuti al versamento dei contributi previdenziali e alla comunicazione dei dati retributivi;
  • contributi volontari: tutti i lavoratori che hanno cessato l’attività lavorativa e desiderano perfezionare i requisiti di assicurazione e contribuzione per raggiungere la pensione possono accedere al versamento volontario dei contributi;
  • regolarizzazione contributiva: tutti i lavoratori autonomi e i titolari di aziende agricole possono richiedere il pagamento dei debiti contributivi del proprio Cassetto Previdenziale;
  • autorizzazioni al versamento: tutti i lavoratori che hanno interrotto l’attività lavorativa possono richiedere di versare ulteriori contributi previdenziali per raggiungere il diritto alla pensione o aumentarne l’importo.

Per i lavoratori, la contribuzione figurativa assume un valore particolare. Vediamo perché.

I contributi figurativi

Assenze dal lavoro e contributi previdenziali: cosa c’è da sapere

Durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia, maternità, disoccupazione, cassa integrazione e simili, il datore di lavoro non è tenuto al versamento dei contributi previdenziali. Per garantire la copertura assicurativa e il diritto alla pensione, l’INPS accredita sul conto assicurativo del lavoratore dei contributi figurativi per i periodi di assenza menzionati.

In sostanza, i contributi figurativi sono contributi “virtuali”, non a carico né del datore di lavoro né del lavoratore, ma erogati dall’INPS direttamente al lavoratore. La legge prevede l’accredito d’ufficio dei contributi figurativi o su richiesta del lavoratore, senza costi aggiuntivi.

Il lavoratore ha diritto all’accredito dei contributi figurativi per i seguenti periodi:

  • aspettativa per mandato elettorale e sindacale;
  • assistenza sanitaria per tubercolosi;
  • assistenza a persone con handicap grave; attività svolta in progetti di lavoro socialmente utili (LSU);
  • attività svolta da lavoratori invalidi;
  • calamità naturale;
  • cassa integrazione guadagni;
  • chiusura dell’attività per i commercianti;
  • congedi di maternità e parentali;
  • contratti di solidarietà;
  • disoccupazione;
  • donazione del sangue;
  • infortunio;
  • malattia;
  • mobilità;
  • persecuzione politica e razziale;
  • servizio militare.

 I contributi figurativi, salvo eccezioni, sono utili sia per il conseguimento del diritto alla pensione che per il calcolo della sua liquidazione. È importante sottolineare che i contributi figurativi possono essere accreditati d’ufficio o su richiesta del lavoratore, senza oneri aggiuntivi. In alcuni casi, l’accredito avviene automaticamente.

Chiusura dell’attività per i commercianti: indennizzo e contribuzione figurativa

Possono richiedere l‘indennizzo commercianti i seguenti soggetti che cessano definitivamente la propria attività:

  • attività commerciale al dettaglio in sede fissa, anche abbinata alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
  • attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma ambulante;
  • agenti e rappresentanti di commercio.

L’indennizzo viene riconosciuto in presenza dei seguenti requisiti:

  • 62 anni di età per gli uomini;
  • 57 anni di età per le donne;
  • 5 anni di contributi nella gestione Inps dei commercianti;
  • la riconsegna al Comune dell’autorizzazione all’esercizio del commercio al minuto o di vendita di alimenti o bevande;
  • la cancellazione dal registro delle imprese presso la Camera di Commercio;
  • la cancellazione dal ruolo provinciale degli agenti e rappresentanti di commercio.

L’indennizzo viene riconosciuto fino all‘accesso alla pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario. Nel periodo di fruizione dell’indennizzo spettano i contributi figurativi.

Pensione di vecchiaia e contributi figurativi

La pensione di vecchiaia viene riconosciuta al compimento di 67 anni di età, se maturati almeno 20 anni di contributi. L’INPS, nel calcolare la contribuzione, considera qualsiasi titolo versato o accreditato a favore dell’assicurato, ovvero da lavoro, riscatto, volontaria e figurativa.

La pensione di vecchiaia contributiva viene riconosciuta a 71 anni di età per coloro che hanno iniziato ad accumulare una contribuzione dopo il 31 dicembre 1995. Richiede almeno 5 anni di contribuzione “effettiva”, ovvero solo obbligatoria, volontaria e da riscatto.

Pensione Quota 103

La pensione Quota 103 viene riconosciuta a 62 anni di età con 41 anni di contribuzione.

La pensione viene calcolata con il criterio interamente contributivo. L’importo lordo mensile della pensione non può eccedere un valore pari a 4 volte il trattamento minimo, ovvero 2.394,44€ (fino alla pensione di vecchiaia).

 L’INPS, ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, considera valida la contribuzione a qualsiasi titolo accreditata (obbligatoria, volontaria, da riscatto, figurativa).

Ad eccezione dei dipendenti del settore privato, per cui sono necessari 35 anni di contribuzione “effettiva”, a esclusione dei periodi di disoccupazione e malattia.