“Sono stato preso di mira dai burattini di Putin” ha detto il politico di opposizione georgiano Dimitri Chikovani in un’intervista. L’esponente del Movimento Nazionale Unito è stato aggredito lo scorso 8 maggio da uomini incappucciati che si sospetta siano legati a Mosca. Chikovani è uno dei protagonisti delle proteste contro la legge russa sui finanziamenti stranieri a ong e media.
Secondo il testo di legge che potrebbe essere approvato a fine maggio ci saranno sanzioni per chi riceve il 20% dei finanziamenti da ‘potenze straniere‘ ed è al centro delle manifestazioni della popolazione filoeuropeista.
Chi è Dimitri Chikovani: biografia
Politico dell’opposizione georgiana e appartenente al Movimento Nazionale Unito, Chikovani è diventato famoso fuori dai confini del proprio Paese quando la sera dell’8 maggio scorso è stato aggredito da un gruppo di persone incappucciate delle quali non si conosce ancora l’identità. L’uomo sarebbe arrivato in ospedale con una frattura al naso, dei tagli al viso e due occhi neri.
Secondo l’esponente dell’opposizione i suoi aggressori sono pagati dalla Russia. Un discorso che rientra nelle recenti proteste iniziate lo scorso aprile contro la legge russa. Questo disegno di legge favorirebbe un avvicinamento di Tbilisi a Mosca portandola così lontana dalle ambizioni europee. Si conosce molto poco della vita di privata di Chikovani.
Il partito di Chikovani
Chikovani fa parte del Movimento Nazionale Unito, un partito conservatore ed europeista georgiano che si oppone a ‘Sogno Georgiano‘ definendolo troppo vicino alle istanze russe e lontano dall’ambizione di entrare a far parte dell’Ue.
Il partito di Chikovani è nato nel 2001 e il suo leader è l’ex presidente della Repubblica Mikheil Saakashvili. Intervistato dopo l’aggressione, Chikovani ha definito i suoi aggressori come marionette di Putin:
“E’ la loro ultima speranza, attaccare fisicamente le persone per cercare di rimanere al potere. Sono i burattini di Putin, le persone che prendono decisioni secondo le linee guida del Kgb, sono russi. Questo è tutto”