Proseguono le proteste in Georgia contro la legge russa che sanziona gli enti – in particolare ong e media – che saranno finanziati per il 20% da ‘potenze straniere’, venti arresti in totale tra ieri ed oggi 13 maggio 2024 per la manifestazione dello scorso sabato. Tra i fermati c’è anche un cittadino russo e due statunitensi che ha preso parte ai cortei in Piazza Europa, a Tbilisi.

La legge russa fortemente voluta dal partito di governo Sogno Georgiano potrebbe essere approvata entro fine mese dal Parlamento georgiano dopo una terza lettura. La presidente della Repubblica Zourabichvili quasi sicuramente porrà il veto sulla legge ma il tutto potrebbe essere ribaltato dal voto del Parlamento.

Venti arresti per le proteste contro la legge russa in Georgia

Il ministero dell’Interno georgiano ha fatto sapere che venti persone sono state arrestate durante la manifestazione di sabato a Tbilisi contro la legge russa. Tra le persone fermate ci sono un cittadino russo e due statunitensi. Non sono stati resi noti i nomi dei tre manifestanti stranieri arrestati.

Il governo aveva avvisato negli scorsi giorni di non scendere in piazza contro il disegno di legge per contrastare le influenze straniere ma diverse migliaia di persone hanno fatto la scelta opposta.

Proteste che vanno avanti da aprile

Ci aveva già provato lo scorso anno, Sogno Georgiano. Il disegno di legge contro le influenze straniere del 2023 è stato riproposto quest’anno con alcuni termini differenti pur restando nei fatti la stessa legge proposta un anno prima.

Le proteste contro la legge sulle influenze straniere vanno avanti da aprile e sono molto sentite dalla popolazione georgiana filoeuropeista. L’approvazione della norma controversa porterebbe ad un importante rallentamento per l’ingresso nell’Unione Europea dello Stato caucasico.

Negli scorsi giorni il politico dell’opposizione georgiana Chikovani è stato picchiato da un gruppo di persone incappucciate. L’esponente del Movimento Nazionale Unito ha detto di essere stato preso di mira dai “burattini di Putin“.