Sarà il clima della campagna elettorale in vista delle Europee dell’8 e 9 giugno prossimi, ma anche due big del Governo Meloni che di solito sono molto moderati e pesano ogni parola per preservare gli equilibri interni al centrodestra, come i ministri Antonio Tajani di Forza Italia e Giancarlo Giorgetti della Lega, fanno davvero poco per velare il nervosismo che nutrono negli ultimi giorni l’uno nei confronti dell’altro. Oggetto del contendere è il Superbonus edilizio. O meglio: il buco di bilancio che questo provvedimento voluto dal Governo Conte ha lasciato in eredità. Il titolare del Tesoro, Giorgetti, vorrebbe prendere il toro dalle corna con un emendamento che spalmi sui prossimi dieci anni le spese relative al 2024. Ma quest’intervento non convince affatto il vicepremier Tajani:
“Voglio vederci chiaro: bisogna veramente prestare molta, molta, molta attenzione. Lunedì mattina, come partito, ascolterò tutti i rappresentanti delle varie categorie per capire cosa c’è da aggiustare in Parlamento”.
Perché il Superbonus fa litigare i ministri Giorgetti (Lega) e Tajani (Forza Italia)
Il principio giuridico cui si appella il leader di Forza Italia Antonio Tajani per polemizzare con il suo collega di Governo Giancarlo Giorgetti, è che non si possono introdurre norme retroattive. Il ministro dell’Economia Giorgetti, da parte sua, sul fronte leghista, ha fatto balenare l’idea di cambiare altre poste di bilancio, magari care a Forza Italia, se veramente non si trovasse un accordo:
“Tajani, quando leggerà l’emendamento, capirà il buonsenso che l’ha ispirato. Credo che se ne farà una ragione anche lui, perché altrimenti dovremo andare a ridiscutere tante spese che abbiamo. Io, ad esempio, non è che introduco il tema se sia opportuno tenere tutte queste missioni militari che abbiamo nel mondo, missioni che magari potremo dispiegare nel Mediterraneo…”.
Tajani, che è il ministro degli Esteri del Governo Meloni, a questo punto, ha ribadito che Forza Italia non voterà cambiamenti in bianco.
Le polemiche all’interno del Governo per il trentaduesimo emendamento del Superbonus della discordia
Detto che questo sarebbe il trentaduesimo cambiamento delle norme legate al Superbonus edilizio, la polemica che ha messo l’uno contro l’altro Lega e Forza Italia si è trascinata anche oggi con Massimo Garavaglia, senatore della Lega presidente della commissione Finanze, e Raffaele Nevi, vicecapogruppo vicario dei deputati berlusconiani. Il primo l’ha messa così:
“L’emendamento presentato sul superbonus è del governo e non del Mef. Sorprende, quindi, che Tajani abbia ‘aderito a sua insaputa’, come già successo per il prelievo sugli extraprofitti delle banche. Si chiarisca con la premier Meloni e proponga dove reperire le risorse. Questi continui attacchi all’esecutivo sono incomprensibili”.
Le parti di Forza Italia sul tema Superbonus, le ha fatte, quindi, Nevi:
“L’emendamento sul Superbonus non ci convince per la retroattività: le norme retroattive incidono sulla credibilità dello Stato e sulla capacità di attrarre investimenti. Noi capiamo perfettamente che c’è un problema enorme per quanto riguarda il Superbonus, che purtroppo sta producendo effetti molto negativi sui conti pubblici, ma la nostra visione liberale ci impone di sollevare i dubbi su un provvedimento che incide retroattivamente rispetto a dei programmi, a dei progetti, a delle risorse che sono state impegnate sulla base di una norma diversa. Su questo abbiamo espresso perplessità, così come siamo perplessi sul metodo. Non possiamo venire a conoscenza di provvedimenti così impattanti dai giornali e poi dal testo di un emendamento quando arriva in Parlamento”.