Dalla crisi al rilancio. Francesco Boccia utilizza il caso che ha travolto la giunta regionale di Michele Emiliano in Puglia per spingere la ripartenza del Partito democratico in vista delle Elezioni europee 2024. In un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, il capogruppo del Pd al Senato parla di rivoluzione in Puglia e attacca la commissione Antimafia per aver strumentalizzato politicamente la vicenda.

Caso Emiliano, Boccia: “Destra ha ridotto la commissione ad arena politica”

Una rivoluzione guidata dal centrosinistra e dal Pd.

Con queste parole rilasciate alla Gazzetta del Mezzogiorno, Francesco Boccia definisce il nuovo corso iniziato in Puglia dopo il terremoto che ha colpito la giunta presieduta da Michele Emiliano, dopo le inchieste sulla compravendita dei voti portate avanti dalla Procura di Bari, che hanno portato alla fuoriuscita del Movimento 5 Stelle dal governo della regione.

Una fase politica nuova” dettata dal cambio di passo preteso dalla segretaria del Pd Elly Schlein e attuato dal governatore.

“Emiliano ha capito il senso della richiesta di rigenerazione avanzata dal Nazareno. Ora ci aspetta un lavoro con le nuove assessore, concentrato sulla Puglia di domani. Bari, Lecce e la Regione sono il risultato di una rivoluzione che il centrosinistra e il Pd hanno guidato”.

Una fase dove, però, non sono mancate le polemiche politiche di cui Boccia si rammarica, soprattutto quando vanno a interessare un organo istituzionale fondamentale come la commissione Antimafia, protagonista di non poche polemiche con il presidente Emiliano per la data della sua audizione. Quest’ultima, infine, è avvenuta il 10 maggio, ma non prima di continui scambi di mail dovuti all’insistenza dell’organo di convocare il governatore in date nelle quali non era disponibile per impegni istituzionali.

Un atteggiamento che Boccia non ha apprezzato.

“Si è corso il serio rischio di delegittimare le istituzioni. La Commissione è nata per indagare e accompagnare i grandi processi inquirenti sulle organizzazioni mafiose. Ridurla ad una arena della politica al tempo dei social mi è sembrato un incidente politico causato dalla destra”.

Elezioni europee 2024 e il referendum contro il Jobs Act con la Cgil: “Schlein rappresenta la nuova agenda sociale del Pd”

La ripartenza del Pd di cui parla Boccia in merito al caso pugliese diventa più evidente quando il senatore dem si concentra sulle mosse recenti del partito e della sua segretaria.

Iniziative come il voto al referendum contro il Jobs Act promosso dalla Cgil. Una decisione accolta con qualche malumore da parte di quelle anime del partito ancora vicine a Matteo Renzi, che di quella riforma fu artefice quando era ancora segretario del Pd. Una guida che Boccia, senza mezzi termini, considera sbagliata.

“Non ho votato il Jobs Act con una minoranza sparuta dem […] I miei compagni che votarono “Sì” al Jobs Act non devono sentirsi responsabili. La guida del Pd del tempo era sbagliata, la storia di questi dieci anni lo ha dimostrato ma non ho mai criticato chi seguì le indicazioni di Renzi. Non parliamo più di ieri ma aiutiamo la Cgil”.

Boccia preferisce, quindi, guardare avanti, a un futuro che bussa già alla porta con le imminenti Elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024. Appuntamento elettorale dove il Partito democratico porterà la nuova agenda politica della segretaria Schlein, che Boccia sostiene apertamente.

“La battaglia del Pd su salario minimo e sanità pubblica rafforza i diritti universali e apre il cammino a una nuova agenda sociale del partito. Il profilo culturale del Pd con Schlein rappresenta la vera alternativa in Italia al governo Meloni”.

Un Pd, dunque, che nelle parole di Boccia intende presentarsi come un’antitesi vera e credibile alla destra come (in teoria?) avrebbe dovuto essere sempre. Sarà la volta buona?