Dopo la vittoria degli Eurovision Song Contest 2024, tutti si chiedono chi è Nemo. Questo è il nome d’arte del cantante che ha vinto l’ambitissimo primo posto della kermesse dedicata alla musica. Ha una storia personale particolare. E’ la prima persona non binaria a vincere la manifestazione musicale europea. Scopriamo tutti i dettagli sull’artista.

Chi è Nemo? Età, storia, genere, vero nome

Nemo Mettler è il vero nome di Nemo, il cantante che ha vinto gli Eurovision 2024. Nemo è nato in Svizzera a Bienne, nel cantone di Berna. Classe 1999, ha 24 anni. Giovanissimo e pieno di talento, dimostra la sua passione per la musica fin da piccolo. Si trasferisce in Germania, a Berlino, dove si cimenta nel modo della musica e dà il via alla sua carriera.

Per quanto riguarda la vita personale dell’artista, si sa che ha una sorella di nome Ella, con cui ha un ottimo legame e con la quale lavora. Ella ha partecipato anche al video del brano con cui si è giudicato il primo posto agli Eurovision 2024.

Nemo è un polistrumentista: suona il violino, la batteria e il pianoforte. Nel 2015 ha pubblicato il suo primo EP, dal titolo “Clownfisch”. Nel 2018 ha vinto riconoscimenti importanti come il Miglior brano svizzero, Miglior artista svizzero, Miglior esibizione live e Miglior artista solista maschile ai Swiss Music Awards.Nemo è la prima persona non binaria a vincere l’Eurovision. L’artista rappresenta un’icona della comunità lgbtq.

“The Code” è la canzone che ha vinto gli Eurovision 2024

Nemo ha vinto gli Eurovision 2024 con la canzone “The Code”, un inno alla fluidità di genere. Il brano portato sul palco, mentre indossava un boa rosa piumato, nella sera della finale della kermesse, l’11 maggio, rappresenta un simbolo molto importante per il cantante.

“The Code” è un pezzo autobiografico in cui si offre una prospettiva sul tema delle identità non binarie. Nemo, in diverse interviste, ha descritto la sua canzone come un:

“viaggio che ho iniziato con la consapevolezza che non sono né uomo, né donna. Trovare me stesso è stato un processo lungo e spesso difficile per me. Ma non c’è nulla di meglio della libertà che ho guadagnato rendendomi conto di essere non binario”.