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ETF Ethereum, Ark Invest rimuove lo staking dalla sua proposta: vediamo il motivo

La questione degli ETF Ethereum continua a tenere banco, nel settore delle criptovalute. L’offensiva della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti contro la più importante delle Altcoin sta infatti costringendo molti a tenere conto di un quadro che sta mutando profondamente.

Tra coloro che lo stanno facendo, spicca Ark Invest. L’azienda guidata da Cathie Wood e 21shares aveva infatti presentato un fondo in cui era presente anche lo staking. Lo stoccaggio dei token è però ora stato rimosso dalla domanda, spingendo gli analisti a chiedersi il motivo di questa decisione.

ETF Ethereum: quale il motivo della decisione di Ark Invest?

La decisione di rimuovere lo staking potrebbe essere un tentativo di convincere la SEC a dare il suo benestare agli ETF Ethereum. La rimozione della parte più a rischio di conflitto dalla proposta di Ark Invest sembra tesa proprio a eliminare dal campo un possibile motivo di frizione con l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari USA.

A metterlo in rilievo è stato Eric Balchunas, analista capo di Bloomberg per gli ETF. Secondo lui, infatti, si tratta di un ultimo disperato tentativo per ottenere il permesso dalla SEC. Togliere di mezzo lo staking aumenterebbe le probabilità di un’accettazione, che comunque, a detta di molti, rimangono molto limitate.

Un tentativo, quello di Ark Invest, cui guardano con interesse anche gli altri attori che hanno proposto ETF Ethereum. Un elenco il quale comprende Blackrock, Grayscale, Fidelity, VanEck, HashDex, Franklin Templeton, Invesco/Galaxy Digital e Bitwise. Non è da escludere che molti di loro decidano di seguire la strada scelta da Ark Invest togliendo di mezzo l’opzione dello staking.

Il monito di Peter Brandt

In questo quadro già preoccupante di suo, si è andato a inserire Peter Brandt, un trader crypto di lungo corso. Lo ha fatto con un messaggio su X, in cui ha previsto un vero e proprio bagno di sangue sullo staking.

Secondo lui, è ormai alle porta un giro di vite sul deposito di token in cambio di una rendita passiva. A condurlo saranno la SEC, l’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) e il Tesoro degli Stati Uniti.

Il testo affidato al social di Elon Musk afferma in pratica che se la comunità crypto è turbata dal trattamento riservato dalla SEC a XRP e ETH, classificati come titoli, quello che sta per arrivare è molto peggio. Lanciando poi una previsione da brivido per la criptosfera: “Sarà un massacro”. I soggetti più a rischio, in quest’ottica, sarebbero l’intera industria delle meme coin e le aziende che propongono lo staking.

La previsione di Brandt si fonda sul fatto che le crypto sono considerate una valuta. Lo staking è la presa in prestito di una valuta rilasciando un determinato interesse. Si configura, di conseguenza, alla stregua di una forma di attività bancaria.

Infine, Brandt ha concluso affermando che a dover temere il quadro che si va formando non è solo Ethereum, ma anche Solana. Una previsione che sembra confermare quanto affermato qualche giorno fa da un altro celebre trader, Scott Melker. “The wolf of all street”, com’è noto nell’ambiente, ha infatti affermato che ormai il governo statunitense sarebbe orientato a distruggere l’autonomia dell’innovazione finanziaria. Una missione svolta per conto di un attore ben preciso: Blackrock.

Trump pronto a cavalcare la rivolta della criptosfera contro l’amministrazione Biden

L’attacco condotto dalle agenzie governative contro le criptovalute sta spingendo naturalmente le aziende operanti nel settore alla risposta. Una risposta che sta esplicitandosi sotto forma di finanziamenti a favore dei candidati pro-crypto.

Una rivolta che Donald Trump si sta incaricando di rappresentare. L’ex inquilino della Casa Bianca ha avanzato la sua candidatura in tal senso nel corso di un incontro coi detentori Trump NFT. Un meeting che può essere considerato l’ultimo atto dell’inversione a U del candidato repubblicano sul tema criptovalutario.

Inversione a U il cui significato è stato evidenziato da Ryan Selkis, CEO di Messari, proprio nel corso dell’incontro tenutosi a Mar-a-Lago “Ci sono 50 milioni di possessori di criptovalute negli Stati Uniti. Sono tanti elettori”. Duecento di loro avevano sborsato 10mila dollari in NFT per mescolarsi ai partecipanti alla cena pro-Trump, aggiungendone altri 4.700. Una volta tornati a casa hanno inondato i social di messaggi a favore del candidato repubblicano. Innestando un’onda di piena che potrebbe travolgere Biden.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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