Aveva 20 anni quando, il 5 dicembre del 2020, si allontanò dall’abitazione in cui viveva a Sassuolo, facendo perdere le sue tracce: che fine abbia fatto dopo Alessandro Venturelli non si è ancora capito. I genitori lo hanno cercato in lungo e in largo, sia in Italia che all’estero, dando seguito alle segnalazioni di diverse persone, purtroppo senza successo: ora stanno combattendo affinché il caso del ragazzo non venga archiviato, chiedendo a gran voce la diramazione di un ordine di indagine europeo.

Chi è Alessandro Venturelli, scomparso da Sassuolo nel 2020

Una delle ipotesi è che Alessandro sia stato manipolato da qualcuno e che adesso sia in qualche modo impossibilitato a tornare a casa: per questo i suoi familiari si sono opposti alla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Modena che, per fare luce sulla sua scomparsa, dopo aver indagato per allontanamento volontario, nel marzo del 2021 aveva aperto un fascicolo d’inchiesta per sequestro di persona contro ignoti.

La loro speranza è di riuscire a trovarlo e riportarlo a casa: quando sparì nel nulla, nel dicembre del 2020, aveva 20 anni e insieme ai genitori Roberto Venturelli e Roberta Carassai viveva a Sassuolo. Aveva trovato lavoro in una ditta che vendeva, porta a porta, macchinette di caffè; poi, tutto ad un tratto, si era licenziato, iniziando a mostrare i primi problemi.

Alla madre raccontava di sentirsi minacciato; si mostrava turbato e preoccupato: quando usciva di casa le chiedeva di fare attenzione, sostenendo che altrimenti qualcuno avrebbe potuto farle del male: a chi si riferiva non è mai stato chiarito. Il 5 dicembre, attorno alle 15.30, approfittò di un momento di distrazione del papà, con cui era uscito per fare una passeggiata in auto dopo un primo tentativo di fuga, allontanandosi e facendo perdere le sue tracce.

L’incidente e il coma prima della sparizione

È possibile che qualche persona lo stesse aspettando, che lo abbia aiutato a fuggire dopo avergli fatto il lavaggio del cervello approfittando del suo momento di fragilità (dopo essere stato in coma in seguito a un incidente in moto, aveva perso l’amato zio e aveva dovuto fare i conti anche con la malattia della madre): dove avrebbe potuto arrivare altrimenti da solo, con uno zainetto, senza cellulare e senza la disponibilità di mezzi?, ci si chiede. Da quel momento di lui non si hanno più notizie.

Segnalazioni sono arrivate, nei mesi, da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, dall’Olanda, soprattutto: i genitori hanno provato a verificarle tutte, chiedendo alle autorità di diramare un ordine di indagine europeo. Nel corso dell’inchiesta aperta si è infatti scoperto che Alessandro aveva effettuato delle ricerche sui Paesi Bassi e ci si è chiesti se non possa averli raggiunti.

Ogni pista è aperta: la decisione sull’archiviazione del caso, prevista per lo scorso 30 aprile, è stata rinviata al prossimo 7 ottobre. La sensazione, però, è che non sia stato fatto abbastanza. “Da subito abbiamo detto del malessere di mio figlio, delle sue paure, che dormiva con me e riusciva solo a piangere. Era chiaro che c’era qualcosa che non andava”.

“Ma loro (gli inquirenti, ndr) hanno subito derubricato il caso in allontamento volontario. Non c’è stato un posto di blocco, non hanno visionato telecamere che magari possono aver ripreso Alessandro e chi l’ha incontrato”, ha dichiarato di recente la mamma al Corriere della Sera, mettendo in evidenza come, fin da subito, occorresse indagare per sequestro di persona. In tanti, come lei e il marito, si stanno mobilitando affinché il caso di Alessandro non venga dimenticato e ottenga giustizia.