E’ possibile un mondo senza pellicce di animali? Oggi, pomeriggio di 11 maggio 2024, davanti ad un negozio di Max Mara a Roma, gli attivisti del gruppo animalista “No Fur Rome” si sono attivati con una piccola protesta per chiedere al grande gruppo dell’abbigliamento del lusso una politica “fur free” riguardo i loro capi di lusso.
Molti degli animali vengono uccisi dopo aver vissuto in condizioni di vita terribili ed una crudeltà del genere, secondo gli attivisti, è inconcepibile nel 2024: il gruppo animalista chiede che non siano più uccisi animali la cui pelliccia diventerà un capo d’abbigliamento.
Roma, protesta al Max Mara: “Nel 2024 non ci possono essere ancora pellicce”
Pochi, ma rumorosi: una decina di persone circa, legati al gruppo animalista “No Fur Rome“, ha protestato nel pomeriggio di oggi 11 maggio 2024 davanti al negozio di Max Mara a viale Marconi, all’altezza di piazzale della Radio (a Roma). “Basta pellicce, nel 2024 è inconcepibile che vengano usate ancora”: questo è uno degli slogan che i manifestanti hanno ripetuto a chiunque volesse ascoltarli, ma specialmente ai gestori di Max Mara.
Ma “No Fur Rome” cosa si propone di fare, qual è il suo obiettivo? Una dei manifestanti lo ha spiegato così:
Siamo “No Fur Rome“, un gruppo di persone volontarie che si occupano di protestare contro l’uso di pelliccia. In questo periodo storico stiamo facendo una campagna insieme ad altri gruppi in Italia e nel mondo contro Max Mara Fashion Group ed i suoi gruppi, perché si rifiuta nel 2024 di attuare nonostante le nostre pressioni una politica “fur free“.
L’idea di chi protesta davanti al negozio di Max Mara non è di criticare la gestione di quel particolare locale, quanto di riuscire ad allargare il discorso all’intera industria della moda e ad alcuni delle sue più famose firme (compresa per l’appunto Max Mara):
Noi chiediamo una dichiarazione ufficiale che non utilizzeranno più pellicce di animale all’interno delle loro collezioni, a prescindere che i negozi in cui facciamo le nostre manifestazioni davanti abbiano pellicce o meno. Noi chiediamo che il gruppo attui una politica ufficiale “fur free” come hanno fatto altri marchi del lusso, Gucci, Yves Saint-Laurent, Versace, ecc. ecc. Nonostante le pressioni il gruppo continua a fare finta di nulla, hanno tolto online i loro articoli in pelliccia.
L’ultima parte del discorso critica appunto l’atteggiamento di Max Mara, che cerca di evitare critiche e problemi “nascondendo” i propri prodotti con pelliccia.
“Gli animali vivono ammassati in spazi fonti di stress, basta!”
Il piccolo gruppo di manifestanti continuavano poi la loro protesta mostrando diversi cartelli, su alcuni dei quali erano mostrati gli animali scuoiati per ottenere le loro pellicce. Immagini forti che servono non soltanto ad attirare l’attenzione dei passanti, ma anche a mostrare chiaramente che alcuni marchi dell’abbigliamento del lusso si mostrano interessate al benessere degli animali soltanto a parole.
Alcuni di questi animali, come le volpi, vivono in gruppi di 50-60 esemplari in gabbie molto strette, cosa che le espone ad un crudele quanto fortissimo stress fisico e mentale. La convinzione dei manifestanti quindi è che anche le volpi, gli ermellini, i conigli abbiano il diritto a non esser uccisi per avvantaggiare un’industria spesso adatta alle tasche di pochi.
Gli altri grandi marchi del lusso, compresi Gucci, Versace, Yves-Laurent, hanno ormai abbracciato da qualche anno un idea di produzione “cruelty free“: non si parla qui di diverse condizioni di allevamento, quanto di abolire in toto l’utilizzo di pellicce all’interno delle diverse collezioni dei marchi citati.
“No Fur Rome” mira proprio a raggiungere tale obiettivo abolizionista: fare in modo che nessun animale venga più ucciso affinché la sua pelliccia diventi un capo d’abbigliamento. Bisogna vedere se Max Mara avrà la volontà ed il coraggio di seguire l’esempio degli altri grandi marchi di abbigliamento lussuoso.