Cristiano Ronaldo ha visto bocciare la sua pretesa di archiviare un’azione legale collettiva da parte di un giudice statunitense. Il fuoriclasse portoghese, attualmente in forza alla squadra saudita dell’Al Nassr è infatti stato citato da un gruppo di investitori che hanno perso un miliardo di dollari puntati su una collezione di NFT (token non fungibili) offerti da Binance. Andiamo però a vedere la vicenda nel dettaglio.
Cristiano Ronaldo: rigettata la sua richiesta di archiviazione
La vicenda in questione risale al novembre del 2022, quando CR7, come è indicato dagli appassionati di calcio, ha aderito all’invito di Binance teso ad associare la sua immagine ad una collezione di NFT. La collezione di token non fungibili in questione era stata appunto denominata “CR7”, andando di conseguenza a simboleggiare le iniziali e il numero di maglia del fuoriclasse lusitano.
La collezione era un collage di oggetti da collezione digitali in cui erano messi in risalto non solo i momenti salienti della sua carriera, ma anche della sua vita personale. Cristiano Ronaldo, da parte sua, ha pubblicizzato gli NFT su Instagram. Nel farlo, ha avallato pubblicità che promettevano ricompense e rimarcavano il potenziale dell’investimento. E, naturalmente, chiedevano ai tifosi di investire non solo nella collezione, ma anche su altri prodotti offerti da Binance.
A quanto sembra, però, il potenziale dell’investimento è rimasto inespresso, sino a provocare perdite pari a oltre un miliardo di dollari. Ovvero la cifra che i querelanti ora richiedono al calciatore portoghese, sostenendo che proprio il suo appoggio sia alla base delle perdite.
Il giudice incaricato di esaminare la vicenda, Roy Altman, il passato 4 di maggio ha da parte sua rifiutato di archiviare l’azione legale collettiva. Nel farlo ha accolto la richiesta dei querelanti, ovvero di sospendere il procedimento fino a quando non sarà stata pronunciata una mozione per obbligare l’arbitrato.
Lapidaria la decisione del giudice: “Respingiamo senza pregiudizio l’istanza di rigetto presentata dall’imputato.” Ora non resta che seguire le prossime tappe di una vicenda che rischia costare molto cara a Cristiano Ronaldo.
Cosa è accaduto
La causa, intentata in Florida, si fonda su accuse contro l’asso lusitano che sono molto circostanziate. I querelanti sostengono che proprio l’appoggio del fuoriclasse li abbia convinti sulla bontà dell’investimento in Binance e relativi NFT. Una decisione costata oltre un miliardo di dollari di perdite.
Sostengono, in particolare, che la partnership di Ronaldo con Binance abbia provveduto a innescare un massiccio aumento delle ricerche su Google per la parola chiave associata all’exchange di criptovalute. E che i suoi NFT premium sono andati esauriti entro una settimana dal loro lancio.
Oltre a respingere la mozione di Ronaldo di archiviare il caso, il giudice Altman ha accolto la richiesta di sospendere il caso per arbitrato. Queste le parole con cui ha accompagnato la sua decisione: “Di conseguenza, chiediamo al cancelliere del tribunale di chiudere e sospendere questo caso finché non avremo giudicato le mozioni pendenti per imporre l’arbitrato nella relativa azione.”
L’arbitrato è una forma privata di risoluzione delle controversie il quale coinvolge una terza parte neutrale concordata da entrambe le parti. Spetta proprio ad essa rilasciare un giudizio sul caso, senza che questo sbarchi nelle aule di tribunale.
Per Binance un guaio legale dopo l’altro
L’esito di un possibile processo arbitrale sarà quindi cruciale al fine di determinare la risoluzione finale di questa causa. Una vertenza che potrebbe riservare implicazioni sostanziali sia per Ronaldo che per Binance, che sta affrontando da parte sua notevoli problemi legali.
Lo scambio diretto sino a qualche mese fa da Changpeng Zhao, è infatti attualmente coinvolto in una serie di battaglie legali con le autorità di regolamentazione statunitensi. Oggetto del contendere una questione scottante, ovvero se gli NFT e i token oggetto di transazione sulla sua piattaforma costituiscano contratti di investimento ai sensi della legge statunitense sui titoli.
Ad esse si aggiunge una vicenda emersa negli ultimi giorni, il licenziamento di un componente della sua squadra anti-frode. Un licenziamento arrivato a seguito della denuncia di un caso di manipolazione del mercato da parte di un’azienda che collabora con lo scambio. La pubblicizzazione della vicenda ad opera del Wall Street Journal potrebbe comportare un notevole danno d’immagine per l’azienda.