L’INPS, con la pubblicazione della circolare n. 64 del 7 maggio 2024, ha fornito tutti i chiarimenti necessari sulla possibilità di riconoscere la pensione di reversibilità ai nipoti maggiorenni.
L’Istituto ha recepito quanto stabilito dalla Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 88/2022, ha aperto la strada al riconoscimento della pensione di reversibilità o indiretta ai nipoti maggiorenni superstiti di nonni orfani e riconosciuti inabili al lavoro.
Nel testo, vediamo quali sono stati i chiarimenti forniti dall’INPS sull’argomento.
Cos’è la pensione di reversibilità
La pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto in favore dei familiari superstiti in caso di decesso del pensionato.
Ci sono due tipologie di pensione ai superstiti, variabili a seconda che a morire sia un lavoratore o un pensionato. Si tratta della:
- Pensione di reversibilità: pari ad una quota percentuale della pensione del cuius;
- Pensione indiretta: riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato quindici anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.
La pensione di reversibilità assume un ruolo cruciale nel garantire la stabilità economica alle persone colpite dalla perdita di un coniuge o di un familiare.
Pensione di reversibilità ai nipoti maggiorenni
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 88/2022, ha dichiarato incostituzionale il DPR 818/1957. In particolar modo, ha dichiarato illegittima la parte di un articolo che non includeva tra i beneficiari diretti e immediati della pensione di reversibilità i nipoti maggiorenni orfani, riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico degli ascendenti assicurati.
L’INPS recepisce quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e fornisce tutti i chiarimenti necessari, affermando che i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico degli ascendenti sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti.
È necessario il rispetto delle seguenti condizioni:
- Inabilità al lavoro;
- Vivenza a carico, che si verifica con la non autosufficienza economica del nipote.
Per quanto riguarda la seconda condizione, in caso di non convivenza, deve essere dimostrato il mantenimento abituale dell’erede da parte dell’ascendente.
Il requisito di vivenza a carico si considera soddisfatta al soddisfacimento delle seguenti condizioni:
- Non autosufficienza economica;
- Mantenimento abituale.
Quali sono le conseguenze
Quello stabilito dalla Corte di Costituzionale rappresenta un passo significativo verso una maggiore equità ed inclusione. Adesso, anche i nipoti maggiorenni orfani, riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico degli ascendenti assicurati.
Prima, invece, la disposizione negava ai nipoti maggiorenni un diritto che spettava solo ad altri beneficiari che si trovano in situazioni simili.
La sentenza ha comportato tre importanti conseguenze:
- Liquidazione dei trattamenti pensionistici in favore dei nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico degli ascendenti;
- Ri-liquidazione delle pensioni riconosciute in favore di altre categorie di superstiti contitolari il cui diritto risulti compatibile con quello dei nipoti aventi diritto per effetto della sentenza;
- Revoca delle pensioni già riconosciute in favore di categorie di superstiti il cui diritto risulti incompatibile con quello dei nipoti aventi diritto per effetto della sentenza.
Cosa succede in caso di domanda respinte o giacenti
Con la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale, ci sono alcune conseguenze anche per le domande respinte o giacenti.
L’INPS precisa che:
- Le nuove domande e le domande di pensione di questo tipo eventualmente giacenti saranno definite secondo i criteri stabiliti;
- Le domande già respinte devono essere riesaminate, tranne nei casi in cui il diritto non sia stato negato con sentenza passata in giudicato.
Nel secondo caso, gli interessati devono presentare una nuova domanda di riesame.