I Radicali, alle prossime elezioni Europee, chi voteranno? In quale schieramento si posizionano? Ieri, Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale, ha schierato la sua formazione con Forza Italia. Ma questo non significa che tutti i radicali voteranno per il partito di Tajani e, di conseguenza, il Ppe che candida alla presidenza della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Dal 2016, infatti, dall’anno della morte di Marco Pannella, il padre nobile dei radicali italiani, persiste una diaspora che, in occasione dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno prossimi, “rischia davvero di assumere i caratteri di una tragicommedia”. Il copyright è di Matteo Hallissey, il segretario di Radicali Italiani. Il quale, nel 2016, aveva 13 anni e oggi, che di anni ne ha 21, è il leader più giovane in assoluto della politica italiana.

Elezioni Europee 2024, con chi stanno i Radicali? Con Forza Italia o con la lista Stati Uniti d’Europa?


Ma perché i Radicali italiani sono divisi? In occasione delle prossime elezioni Europee, il Partito Radicale di Maurizio Turco voterà per Forza Italia e, in proiezione, il centrodestra di Ursula von der Leyen. I Radicali Italiani di Hallissey, invece, si sono schierati nel campo riformista essendo tra le sei formazioni che sono andate a formare la lista Stati Uniti d’Europa. Una lista di europeisti doc e di ispirazione federalista che, tra l’altro, si schiera contro la eventuale riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea. Raggiunto da Tag24, Hallissey ha avuto modo di spiegare:


“Purtroppo, questa diaspora va avanti dalla morte di Pannella. Quindi, io l’ho ereditata. Ed è senz’altro un qualcosa di negativo, che rischia di confondere gli elettori e soprattutto di indebolire le nostre battaglie storiche. Come Radicali Italiani prendiamo atto che Maurizio Turco ha schierato il suo Partito Radicale con il centrodestra. Del resto, non è certo la prima volta che sceglie quel campo. Ma di certo la sua sigla non rappresenta tutti i radicali che ci sono in Italia. Noi, infatti, staremo con i federalisti, con chi si riconosce nella lista Stati Uniti d’Europa”.

La diaspora dei Radicali, il caso dei simboli

Fatto sta che nella diaspora dei radicali ci vanno di mezzo anche i simboli. E anche qui c’è un paradosso: il simbolo del Partito Radicale di Turco vede la classica rosa nel pugno con la scritta ‘Stati Uniti d’Europa’. Il simbolo di Radicali Italiani di Matteo Hallissey vede, invece, solo una rosa stilizzata con la scritta Radicali Italiani. Ma è quest’ultima a schierarsi, assieme a Più Europa, Italia Viva, LibDem, L’Italia C’è e Partito Socialista, nella lista Stati Uniti d’Europa.

Hallissey, sembra quasi un gioco di parole: la dimostrazione che quello che a sinistra si diceva dei socialisti, ora vale per i radicali: due, se si mettono assieme, fanno un partito; se, invece, ad incontrarsi sono in tre, i partiti diventano tre.


“E’ una situazione tragicomica per questo. Ma, dal punto di vista politico, credo che le battaglie di Pannella vadano avanti grazie alle associazioni e agli attivisti che si riconoscono sotto la nostra sigla, quella di Radicali Italiani. Le battaglie per il fine vita le fa il nostro Marco Cappato; quelle per l’Europa Riccardo Magi. E poi: con noi c’è Emma Bonino e gli altri candidati simbolo delle nostre battaglie: Rita Bernardini per i detenuti, Antonella Soldo per la cannabis legale e l’associazione Luca Coscioni, l’avvocato Giandomenico Caiazzo per il garantismo. Turco resiste, ma il suo Partito Radicale è sostanzialmente svuotato. Nella sua cattedrale nel deserto, nella sede storica del Partito Radicale, in via Torre d’Argentina a Roma vive una sorta di splendido isolamento. Ma che, sostanzialmente, mette solo confusione”.

Cosa avrebbe fatto Marco Pannella (anche dopo l’ufficializzazione del faccia a faccia televisivo Meloni-Schlein)

E pensare che sotto l’aspetto della comunicazione, Marco Pannella era un maestro riconosciuto da tutti. Oggi, ad esempio, quando si è ufficializzato il faccia a faccia elettorale tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein da Bruno Vespa, magari sarebbe apparso davanti alle telecamere con uno dei suoi famosi bavagli. O avrebbe iniziato l’ennesimo sciopero della fame. Hallissey che ne pensa?


“Che in realtà non ci sono nemmeno più le tribune politiche di una volta, quando valeva la pena fare battaglie del genere. In ogni caso, sarà bellissimo assistere al confronto diretto tra Meloni e Schlein: il primo tra due candidate al Parlamento Europeo che hanno già chiarito di non voler andare a Bruxelles nemmeno se elette”.