Come anticipato ieri dai suoi legali, il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi oggi – 10 maggio – presso il Tribunale di Genova.
Il presidente ligure è arrivato in tribunale poco dopo le 13,30. L’interrogatorio era fissato per le 14,00 ed è durato poco più di trenta minuti. Toti, da martedì agli arresti domiciliari per corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Genova, ha scelto di non rispondere alle domande del gip Paola Faggioni.
I legali hanno già anticipato l’intenzione di chiedere un nuovo interrogatorio per la prossima settimana, per avere modo di poter visionare e leggere tutti gli atti dell’inchiesta e contestualmente, richiedere anche la revoca della misura cautelare.
L’interrogatorio davanti al Gip, Toti si avvale della facoltà di non rispondere
Come già aveva fatto ieri dall’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Paolo Emilio Signorini, unico tra gli indagati coinvolti nell’inchiesta per corruzione della Procura di Genova ad essere stato destinatario di una misura cautelare in carcere, questo pomeriggio anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Scelta che era già stata anticipata nelle scorse ore dai suoi legali e motivata dalla necessità di dover studiare l’ampia mole di documenti dell’inchiesta. Il Governatore si è trattenuto in tribunale poco più di un’ora, mentre l’interrogatorio è durato circa 30 minuti. Il terzo piano del Palazzo di giustizia di Genova è stato interdetto per lavori per consentire lo svolgimento dell’interrogatorio.
All’uscita dal Tribunale i legali hanno anticipato la scelta di chiedere un nuovo interrogatorio al gip Faggioni per la prossima settimana, quando chiederanno anche la revoca degli arresti domiciliari.
“Abbiamo già anticipato ai pm la nostra intenzione la prossima settimana di chiedere l’interrogatorio e successivamente chiederemo la revoca della misura cautelare. Vedremo cosa deciderà il gip e nel caso faremo il riesame. Ci sono esigenze di carattere personale, ma anche l’esigenza di un confronto diretto col mondo della politica”.
Ha detto l’avvocato, Stefano Savi.
L’avvocato: “Dimissioni? Ci sta pensando”. Cosa accade se Toti lascia?
Il governatore Giovanni Toti nei prossimi giorni è chiamato a decidere del suo futuro politico. I suoi legali hanno dichiarato che sta pensando anche all’eventualità di dimettersi. Al momento, però, Toti ha optato per la sospensione e le sue funzioni attualmente sono svolte dal vicepresidente, il leghista Alessandro Piana.
“Dimissioni? “Ci sta pensando, ma è una decisione di che una persona inserita in un contesto politico non può certo prendere da solo senza un confronto”,
ha chiarito l’avvocato Savi.
Ma cosa accadrebbe se il governatore decidesse di dimettersi? In questo caso in Liguria si andrebbe al voto anticipato in autunno, probabilmente ad Ottobre. Il Governatore, già al suo secondo mandato, non potrebbe più ricandidarsi.
E se non si dimette? Allora potrebbe essere l’opposizione a decidere per lui con una mozione di sfiducia che, se approvata, metterebbe fine all’avventura della sua giunta prima della scadenza prevista per l’autunno 2025. La terza ipotesi è quella della “reggenza” da parte del vicepresidente Piana fino a quando il Governatore non potrà riprendere le proprie funzioni.
Intanto stamattina, fonti del Viminale, hanno fatto sapere che è “destituita di ogni fondamento giuridico la richiesta rivolta al ministero dell’Interno di valutare l’invio di una commissione di indagine presso la Regione Liguria. Non esiste infatti una norma di legge che attribuisca tale facoltà al Viminale nei confronti di una Regione”.