Proseguono incessantemente le ricerche di Marco Nenna, il 52enne scomparso a Torino il 18 aprile 2021 e mai più ritornato a casa.

Sono passati tre anni dalla sua sparizione e i genitori dell’uomo, entrambi cardiopatici e con molteplici problematiche di salute non riescono a darsi pace, preoccupati per le sorti del figlio, che soffre di un’invalidità al 67%, depressione e con un passato alle spalle da tossicodipendente.

L’ultimo avvistamento risale a poche settimane fa, a Seriate, in provincia di Bergamo in un centro commerciale, come documentato dal Centro Penelope Piemonte e dal programma televisivo “Chi l’ha visto?”.

Tag24 ha raccolto l’appello di Matteo Nenna, fratello di Marco, che si è detto “deluso” e “rammaricato” per lo scarso contributo a sua detta delle forze dell’ordine, che hanno praticamente “abbandonato il caso” e di cui teme una futura archiviazione.

Intervista a Matteo Nenna, fratello di Marco, scomparso il 18 aprile 2021 da Torino

D. “Marco era già scomparso altre volte in passato?”

R. “Non è la prima volta che Marco si allontana di casa. Ma è sempre stato a Torino o nei paraggi, sempre sotto controllo… Non parliamo di una scomparsa momentanea, è sparito ormai da tre anni… Ho denunciato al commissariato di Torino e non se ne sono mai occupati realmente. Mio fratello è un soggetto fragile che necessita di tutela speciale. Malgrado io avessi presentato la documentazione di invalidità di mio fratello, nonostante avessi segnalato i suoi problemi psichici e l’incapacità totale di intendere e di volere, gli agenti hanno comunque ritenuto un allontanamento volontario e converrà con me, che non è questo il caso…”

D. “Non le è stato permesso di procedere con le dovute integrazioni?”

R. “Purtroppo la polizia non mi ha permesso di fare integrazioni ulteriori, e devo purtroppo ammettere che nel nostro caso non è stata d’aiuto… Quando ho cercato di spostare la pratica a dei carabinieri di Torino, mi è stato detto che non era possibile, ma la verità è un’altra

D. “Perché suo fratello si è allontanato di casa? I media riportano di un litigio, non di grave natura, che però viste le condizioni di salute di suo fratello”

R. “Sì, era esattamente il 18 aprile 2021. Mio padre, originario della Puglia, era salito a Torino per delle visite di salute, sia lui che mia madre. Sono andato a prenderlo in stazione, l’ho portato a casa e Marco stava dormendo. Marco stava dormendo e mio padre lo ha rimproverato perché dopo il lungo viaggio, non fosse venuto con me in stazione a salutarlo, futilità. Io ero lì, si era un po’ innervosito con nostro padre, verbalmente e preciso che è sempre stata una persona buona e pacifica, non ha mai alzato le mani nei nostri confronti o d’altre persone. Mio fratello, in quel periodo, stava affrontando un momento difficile tra depressione e tossicodipendenza e stavamo cercando di aiutarlo. Era diventato un po’ scurrile e lo aveva invitato a comunicare in modo più sereno. Abbiamo avuto un alterco, preciso, un litigio stupido e gli ho chiesto di lasciare le chiavi a casa nell’attesa che si tranquillizzasse. Lui le ha lasciate e sono rimaste qui con me. A cinque settimane dal suo allontanamento, io e mio padre abbiamo denunciato al commissariato la sua scomparsa e ci è stata negata…”

D. “E cos’è accaduto in commissariato?”

R. “Il commissario ci ha detto che era stato di non preoccuparci, perché Marco era stato fermato la scorsa domenica a Porta Palazzo e che stava bene. Quando sono andato però al commissariato di zona per chiedere come stesse mio fratello, ci è stato risposto che era stato identificato l’anno prima, nel 2020 e non in quei giorni… E da lì, sono successe una serie di cose una dopo l’altra che ci hanno portato a denunciarne la scomparsa…”

D. “Cosa è accaduto nello specifico per cui ha denunciato ufficialmente la scomparsa?”

R. “Ci siamo preoccupati quando abbiamo ricevuto l’informazione da un impiegato postale. Marco aveva ritirato il reddito di cittadinanza il 29 maggio 2021 a Seriate in provincia di Bergamo. E siamo rimasti sorpresi, in quanto Marco non si era mai allontanato da Torino…”

I primi avvistamenti di Marco Nenna a Seriate, in provincia di Bergamo

D. “Mi diceva che suo fratello è molto religioso, potrebbe essersi unito a qualche pseudo-setta cattolica o in qualche movimento?”

R. “Marco è sempre stato un fervente cattolico, ha molte icone religiose a casa, tra cui santi, libri di preghiera, alcuni sulla Madonna e Padre Pio. Lui ha frequentato comunità religiose come cappuccini, francescani, ma ordini normali della chiesa che lo hanno aiutato con la sua tossicodipendenza. Ho contattato il Cenacolo e mi hanno aiutato a divulgare la notizia del suo allontanamento… Ma mio fratello non risulta in alcuna di queste associazioni, ma all’epoca nulla di settario… Non era uno tanto predisposto a stranezze, è stato educato in modo normale ed era molto vicino alla Chiesa… 20 anni fa era stato aiutato da Don Ciotti ed era ed è sicuramente un cattolico normale”

D. “Marco ha bisogno di farmaci salvavita, antidepressivi?”

R. Sì, tre anni fa era seguito da uno psichiatra, in quanto la prescrizione di farmaci può avvenire soltanto se seguiti in un percorso. Ha bisogno di ansiolitici e farmaci che lo aiutino con la depressione, per il discorso del suo problema mentale. Io ho trovato l’invalidità di Marco a casa, noi familiari non lo sapevamo, ma soffre di bipolarismo, oltre la tossicodipendenza… Ha una forte invalidità…. Ha bisogno dei farmaci per tamponare le sue problematiche… Ho presentato alle forze dell’ordine questo materiale proprio per metterli davanti alla gravità della situazione….”

D. “Ci sono stati degli avvistamenti, sempre a Seriate?”

R. Dopo l’episodio di Seriate, riguardo il prelievo del reddito di cittadinanza, ho spostato le mie ricerche lì. Ho dovuto purtroppo vedermela da solo, nonostante aggiornassi continuamente il commissariato, ma non ho ricevuto alcun aiuto concreto. Seriate è a cinque chilometri da Bergamo… quindi mi sono chiesto se avesse conosciuto qualcuno in quelle zone che ha potuto aiutarlo in qualche modo, ospitarlo. In ogni caso, ho saputo che dalla sua carta di credito c’era stato un movimento lì in città, di 1 euro e 60 centesimi, aveva preso un caffè, ma non siamo a conoscenza del bar dove lo ha consumato… Qualcuno ci ha detto di averlo visto in un centro commerciale della zona, insieme ad una donna, ma non abbiamo notizie certe a riguardo… Dal consumo del reddito di cittadinanza, al caffè, sono maturati 4118, 52 centesimi che nessuno ha più toccato da quel momento in poi…”

D. “Come si è evoluta la situazione?”

R. “Il 18 ottobre sempre del 2021, abbiamo effettuato finalmente la denuncia che in precedenza ci era stata negata. Spieghiamo il tutto agli agenti e cos’è successo, che arriviamo a fine anno, a dicembre e sempre andando in commissariato io, mamma e papà, l’ispettore ci disse che Marco era domiciliato nel bresciano, a Capodiponte, forse una comunità in cui si stava disintossicando. La Regione Lombardia ci ha avvisato di chiedere in quell’associazione, ma di Marco nessuna traccia. Non era mai stato lì e Nenna Marco nel database non risultava… Le lascio immaginare il momento, da lì è iniziato un vero e proprio mistero… Ad aprile 2022, una nuova stranezza. Mio cugino, che non sapeva nulla della sparizione di mio fratello, lo ha visto passare su un furgone insieme a degli operai e si sono salutati. Tutto questo nuovamente nel torinese, a Settimo… Marco lo ha salutato, dicendogli “Ciao Roberto”. Lui essendo all’oscuro della situazione, ha ricambiato come se niente fosse… A Giugno divulghiamo la notizia mediante i media e mio cugino mi avverte di averlo visto, con dei muratori… E da quel momento era passato un anno dalla sua scomparsa. Almeno, abbiamo saputo che fosse ancora vivo…”

Tracciare il tesserino sanitario potrebbe contribuire alla localizzazione

D. “Si sente abbandonato dalle istituzioni?”

R. “Ormai sono convinto che Marco si trovasse nel bergamasco parto e anziché andare in vacanza in Puglia prenoto in quelle zone, per trovarlo nel minor tempo possibile. Totalmente indipendente mi confronto con spacciatori, senzatetto, tossicodipendenti, angeli della strada e mi hanno offerto conforto per la situazione spiacevole… Quello che mi ha fatto più rattristare è la mancanza di sostegno da parte di istituzione, commissariato e addetti ai lavori. A Bergamo alcune persone ritengono di averlo visto nelle ultime settimane ma non sono riusciti a fermarlo per parlare con lui… Tra questi una responsabile dell’Iper di Iper Valley Seriate. Inoltre è stato visto all’Orio Center ad Orio, sempre nel bergamasco”

D. “Non è riuscito mediante SERT, guardia medica o altre società a scoprire se Marco ritira ancora i farmaci per la sua condizione?”

R. “L’ultimo psichiatra risulta attualmente quello sito a Torino. Abbiamo provato fare una ricerca del rintracciamento del tesserino sanitario. Un informazione che ho da un anno, ma nessuno mi ha aiutato. Nessuno mi ha aiutato, nemmeno la polizia che deve coinvolgere la procura e vedere la situazione. Noi con un rintracciamento possiamo salvare una vita, sapendo dove ritira i farmaci… e invece niente…”

D. “Molti scomparsi sono stati ritrovati mediante le celle telefoniche, perché non avete provato?”

R. “Perché, purtroppo la polizia, i carabinieri, le istituzioni, non ci ascoltano e parlano di allontanamento volontario, ma mio fratello non è nelle condizioni mentali per farlo… È una lotta che portiamo avanti da tre anni ormai… Ho fornito l’invalidità la documentazione di invalidità, ma la polizia e la Procura di Torino non coincide, è difforme… non si sono confrontati, si rende conto? Per un cavillo burocratico? Mia madre piange ogni giorno, ha problemi di salute, mio padre sta male… ci sentiamo soli. Loro dicono che è un problema della procura, non possono ritrasmetterle?

D. “Qual è una potenziale pista oltre le celle telefoniche che la polizia dovrebbe varare?”

R. “Non ho mai chiesto di cercare mio fratello con i droni o i cani molecolari. Ma almeno sapere se ritira i farmaci? Parliamo di medicinali importanti, se li prende, un motivo ci sarà? Mio fratello per prendere i mezzi, ovunque vada, ha un tesserino di invalidità, basterebbe tracciare l’ultima scansione della card ed è fatta. Perché non ci aiutano? Io chiedo questo: che le forze dell’ordine ci aiutino a tracciare Marco e ci auspichiamo il suo ritorno a casa perché per noi le nostre vite si sono trasformate in un incubo.

D. “Cosa vorrebbe dire a Marco, qualora leggesse l’appello?”

R. “Di farci sapere come sta, se è in salute, se prende i farmaci. Noi vorremmo che ritornasse a casa, io, mamma, papà e i parenti gli vogliamo bene. I nostri genitori hanno un’età e temo che possano sentirsi male a causa delle loro già precarie condizioni di salute, peggiorate anche a causa della scomparsa di Marco. Noi lo aspettiamo e non c’è nulla da temere… Vogliamo solo che ponga fine a questo dolore… Manca a tutti noi”