Il Dio del Calcio ha permesso alla Fiorentina di poter mettere le mani sul proprio destino in Conference League. La seconda finale consecutiva è la possibilità di ritrovare quel lieto fine che l’anno scorso, contro il West Ham, è svanito al 90′. Ma intanto si gode in casa Viola, così come gode Mauro Bressan. Non un nome qualunque; alla Fiorentina, l’ex centrocampista è stato quel mix di qualità e quantità capace di poter trovare spazio in una squadra di campionissimi come Batistuta, Chiesa e Rui Costa, per citarne alcuni.
Bressan sapeva il fatto suo però, quel gol in rovesciata contro il Barcellona nei gironi di Champions League del ’99-00′ è storia, tanto bello da rimanere negli annali dei gol più spettacolari dell’UEFA. “Se ci riprovassi adesso, mi prenderebbero con l’ambulanza”, afferma scherzando Bressan, che poi torna a elargire complimenti alla Fiorentina, ma sopratutto a quel Vincenzo Italiano “che ha dato un’identità alla squadra nel corso degli anni”, permettendole di poter ambire a determinati palcoscenici. Questo nonostante alcuni problemi in difesa e in attacco, ma ora poco importa, c’è una finale da vincere. Contro l’Olympiakos, che se la giocherà in casa, ma poco importa secondo Mauro Bressan, che a “Tutto Sport” su Radio Cusano Campus ha detto la sua anche sugli avversari.
La Fiorentina abbraccia la finale di Conference League, le parole di Mauro Bressan
La Fiorentina agguanta la seconda finale di Conference League contro il Club Brugge, e per Mauro Bressan non ci sono dubbi: è stata conquistata con merito.
D: Finale meritata per quello che abbiamo visto durante l’anno?
R: Contro il Brugge abbiamo visto di tutto: squadra disattenta per quanto riguarda il gol del vantaggio belga, e dopo produce un sacco di palle gol, colpendo pali e traverse. Fortunatamente non ci ha detto male su rigore di Beltran, visto che dal dischetto abbiamo difettato un po’ questa stagione, ma l’argentino ha avuto personalità nel tirarlo. La partita in se è stata dominata dalla Viola, che arriva meritatamente in finale, e bisogna ringraziare Italiano che ha dato un gioco e un identità alla squadra, e lo si è visto in campo”.
D: Rimane però quell’amaro in bocca per errori difensivi, così come per i pochi gol degli attaccanti.
R: Manca un bomber stile Vlahovic, mentre dietro il modo di giocare della Fiorentina e qualche errore di concentrazione fanno il resto. Mi viene in mente a tal proposito Martinez Quarta: con i piedi è tanta roba, ma dietro ha pecche difensive non di poco conto.
Ora l’Olympiakos
Un modo di giocare dispendioso e caparbio, che può portare a lasciare spazi. Ma poco importa, ora c’è una finale da conquistare per Mauro Bressan, con un Olympiakos che vorrà fare la voce grossa giocando ad Atene.
D: Questione di interpreti dunque?
R: Sì, ma anche il modo di giocare della Fiorentina. Io dico sempre che la Viola deve trovare il gol del vantaggio subito perchè la rete la può sempre subire. Il marchio di fabbrica è la pressione alta alla ricerca della palla, e dietro si lascia spazio.
D: Sull’Oympiakos?
R: Hanno l’entusiasmo dalla loro, sono alla prima finale. Da vedere se giocare in Grecia funzionerà da benzina, giocheranno nel campo dell’Aek Atene, vediamo se sapranno reggere la pressione. Avranno i favori territoriali, ma la Fiorentina ha le spalle larghe.