La questione delle criptovalute sta assumendo un ruolo sempre più centrale, nella battaglia politica in atto negli Stati Uniti. Dopo l’annuncio relativo alla decisione di Biden di porre il veto presidenziale ad una legge per il varo di nuove linee guida della SEC in tema di asset digitali, è stato il creatore di Cardano, Charles Hoskinson, ad entrare a piedi uniti nel dibattito. Ha infatti affermato che l’attuale inquilino della Casa Bianca vuole distruggere le criptovalute. Un’accusa senza mezzi termini, la quale sembra però fondata sulla realtà dei fatti.
Charles Hoskinson vs. Joe Biden
“L’amministrazione Biden si è impegnata in uno sforzo coordinato per eliminare le criptovalute”. Questa è la dichiarazione rilasciata da Charles Hoskinson a margine della disputa su una risoluzione non vincolante approvata dalla Camera degli Stati Uniti.
Proprio ieri, la Casa Bianca ha dichiarato che il presidente degli Stati Uniti porrebbe il veto alla risoluzione HJ Res. 109 presentata dal deputato repubblicano Mike Flood. L’atto richiede alla Securities and Exchange Commission (SEC) di ritirare un bollettino del personale sulla contabilità della custodia delle risorse digitali. Si è tramutato in un successo, riscuotendo un appoggio bipartisan, testimoniato dai 229 voti favorevoli riportati, a fronte di 193 contrari. Il suo punto centrale è da ravvisare nell’affermazione che proprio il comportamento dell’autorità di controllo dei mercati finanziari USA sta frenando la spinta innovatrice all’interno del Paese, in tema di asset digitali.
Un veto, quello di Biden, che può essere considerato l’ennesimo atto di ostilità verso l’innovazione finanziaria. Tanto da destare l’immediata risposta di Hoskinson, il quale non ha esitato a indicarlo come l’ultimo atto di quella che ha chiamato “Operazione Chokepoint 2.0”.
Una battaglia campale, sulle criptovalute
Lo stesso Hoskinson, durante un live streaming su Twitter, ha poi aggiunto: “Questo novembre, se voterai per Joe Biden come detentore di criptovaluta, ti preghiamo di comprendere che l’intento di questa amministrazione è quello di distruggere l’industria americana delle criptovalute”.
Un vero e proprio invito a votare Donald Trump, il quale, secondo il fondatore di Cardano, aveva perlomeno ignorato il settore criptovalutario, durante il suo mandato. Lo stesso Trump, del resto, non ha esitato a mutare la sua posizione sul tema, fiutando il vento favorevole. Tanto da scagliarsi contro il rivale democratico affermando che la sua contrarietà alle criptovalute è dovuta all’ignoranza sul tema.
Una posizione sorprendente, considerato che lo stesso ex inquilino della Casa Bianca è stato a lungo un detrattore di Bitcoin. Una posizione letteralmente ribaltata negli ultimi mesi e non a caso. Proprio i detentori di risorse virtuali, infatti, potrebbero risultare decisivi nella corsa alla presidenza.
Il sondaggio sugli stati chiave
Com’è noto, le elezioni presidenziali sono decise di volta in volta da un pacchetto di stati chiave. Si tratta di quelli più popolosi, i quali danno di conseguenza più seggi. Per vincere le presidenziali è necessario assumerne il controllo e proprio per questo sono particolarmente curati dai candidati e dai loro staff.
Nella giornata di ieri, proprio sugli stati chiave è stato diffuso un sondaggio, elaborato da The Harris Poll e commissionato da Digital Currency Group (DCG). Il dato che ne fuoriesce è molto chiaro: oltre il 20% degli elettori di Ohio, Pennsylvania e Michigan chiede che sia affrontato il tema delle criptovalute. Mentre ammonta ad oltre il 90% il dato relativo ai detentori delle stesse che intende dare il suo voto in relazione alle posizioni assunte sul tema dai candidati.
Trump sembra aver preso atto in anticipo di questa opportunità, mentre Biden è rimasto attaccato ad una posizione contraria che potrebbe costargli molto cara. Anche perché la criptosfera non sembra avere dubbi su chi appoggiare.
Il settore delle criptovalute si sta schierando contro Biden
Hoskinson è stato durissimo e, soprattutto, chiaro, nel suo attacco a Biden. Tanto da sostenere: “L’applicazione della legge è sorda e continua a portare avanti la stessa politica, che è costata decine di migliaia se non centinaia di migliaia di posti di lavoro americani, nonché la perdita di un’industria da trilioni di dollari”.
Per poi proseguire così: “Hanno confiscato, mentito e ripetutamente nel corso degli anni hanno danneggiato il nostro settore in ogni modo possibile, limitando l’accesso ai conti bancari, regolamentando attraverso l’applicazione della legge, vietando la chiarezza, in alcuni casi ribaltando decisioni già prese e ora ostacolando il processo legislativo”. La conclusione è abbastanza scontata: “Comprendi che un voto per Biden è un voto contro le criptovalute.”
Una posizione condivisa da Ryan Selkis, fondatore di Messari, il quale ha espresso preoccupazione per la posizione di Biden sulle criptovalute. Anche lui è stato molto chiaro affermando che una rielezione di Biden aprirebbe la caccia all’intera innovazione finanziaria.
Anche Il fondatore di Helium, Amir Haleem, ha fatto eco a questo sentimento. Tanto da affermare su X: “Triste situazione. Se tieni alle criptovalute negli Stati Uniti, votare per Biden è ora ancora più impossibile.” Il dado sembra quindi ormai tratto.