Come sta il poliziotto Christian Di Martino? Sono in tanti a chiederselo dopo che lo scorso 9 maggio il 37enne marocchino Hasan Hamis lo ha accoltellato alla schiena alla stazione di Lambrate Milano: stando a quanto riporta il Corriere della Sera, le sue condizioni di salute sarebbero critiche, ma stabili.

Come sta il poliziotto Christian De Martino dopo l’accoltellamento di Lambrate Milano

I medici dell’ospedale Niguarda di Milano, dove il 35enne, originario di Ischia, è stato ricoverato d’urgenza dopo l’accoltellamento subito alla stazione di Lambrate, hanno fatto di tutto per salvarlo, sottoponendolo a un delicato intervento chirurgico di quattro ore.

Le sue condizioni di salute sarebbero ancora critiche, ma stabili: lo riporta il Corriere della Sera, secondo cui sarebbe stato sottoposto a ben settanta trasfusioni di sangue, riportando cinque arresti cardiaci. È ricoverato, al momento, nel reparto di terapia intensiva: colpendolo alla schiena, il 37enne marocchino Hasan Hamis gli ha provocato lesioni a diversi organi (il rene, la milza e il duodeno) e ai vasi sanguigni dell’addome.

Tutto è accaduto in pochi attimi, poco dopo la mezzanotte del 9 maggio scorso. Poco prima che il suo turno finisse, Christian Di Martino era intervenuto insieme ai colleghi per tentare di placare l’uomo, che da una decina di minuti circa – secondo la segnalazione della polizia ferroviaria – lanciava sassi contro treni e passanti: vedendolo visibilmente alterato – e per impedire che venisse travolto da un convoglio – lo avrebbe colpito con il taser.

A quel punto Hamis avrebbe estratto un coltello dalla lama di circa 20 centimetri da una delle maniche del suo giubbotto e l’avrebbe aggredito. Era diventato viceispettore da pochi mesi, seguendo le orme del papà, ex ispettore in pensione. Dopo aver passato il concorso, si era formato alla base Nato di Bagnoli, nel Napoletano. Aveva lavorato nei commissariati di Sesto San Giovanni e Monforte-Vittoria; poi era passato all’Ufficio Volanti. “L’ha fatto perché era uno dei pochi giovani, ormai, che ancora voleva lavorare in strada“, ha spiegato un amico al quotidiano milanese.

Chi sono vittima e carnefice: il polizitto e il cittadino marocchino

In tanti, nelle scorse ore, hanno rivolto al 35enne messaggi di solidarietà, incluse diverse personalità del mondo politico. “Seguo con apprensione tutti gli sviluppi riguardanti l’aggressione avvenuta alla stazione di Lambrate […]. All’agente ferito , alla sua famiglia e ai colleghi della Polizia di Stato tutta la mia vicinanza”, le parole della premier Giorgia Meloni.

La speranza di tutti è che possa tornare a casa sano e salvo, nonostante le gravi ferite riportate. “Non mollare, siamo con tutti te”, scrive un suo collega sui social. Il suo aggressore, fermato e trasferito a San Vittore, è accusato di tentato omicidio: si troverebbe in Italia dal 2002 senza permesso di soggiorno e per almeno tre volte le autorità ne avrebbero chiesto l’espulsione dal territorio nazionale, l’ultima nel 2023, senza successo.

Già arrestato e condannato per furto, rapina e lesioni personali, lo scorso 5 maggio era stato segnalato a bordo di un treno ad alta velocità per aver minacciato dei viaggiatori con un rasoio, venendo denunciato dagli agenti intervenuti per resistenza a pubblico ufficiale.

Alla polizia, nel corso degli anni, avrebbe fornito almeno 22 alias, secondo La Repubblica: sosteneva, di volta in volta, di chiamarsi in un modo diverso, di essere arabo, egiziano o di altra nazionalità e di essere nato tra il 1938 e il 1992. Si parla, nel suo caso, di una “tragedia annunciata”: da tempo dava problemi, se fosse stato allontanato – come qualcuno aveva chiesto di fare – forse non avrebbe aggredito il 35enne.