Francesca Tandoi è una pianista, cantante, compositrice e band leader che nel corso degli anni ha collezionato un successo dietro l’altro. Da tutti considerata un’eccellenza del jazz italiano, che in poco tempo dall’inizio della sua carriera è riuscita ad ottenere importanti risultati e a farsi conoscere a livello mondiale.
Si definisce “Una donna animata da un grande sogno: fare la musicista“. Oggi quel sogno è diventato realtà e spinta dalla passione, con impegno e determinazione ha portato a termine il suo ultimo lavoro, il nuovo disco dal titolo “Bop web“. Noi di Tag24 abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con l’artista e ci ha raccontato alcuni dettagli in più sul suo percorso artistico, facendo riferimento anche al divario che ancora oggi vi è nell’ambito tra uomo e donna.
Francesca Tandoi, il nuovo disco “Bop web” dell’artista di Jazz
Come ti sei avvicinata al mondo del jazz?
“Mi sono scoperta appassionata della musica fin da piccolissima, quando ho sentito per la prima volta alla radio un brano che mi ha totalmente rapita. Avevo 5 anni e non avevo mai toccato uno strumento musicale. La prima volta che vidi un piano lo ricordo ancora, avevo 11 anni e per me fu un’emozione enorme, quasi uno shock. Dopo alcuni anni, passati a studiare la musica classica e la pianistica, ho cominciato a studiare jazz. Nel frattempo, i miei genitori mi avevano comprato dei dischi da ascoltare. C’era Bill Evans, Kid Jarret, Tilonius Monk, era la fine degli anni 90. Ho iniziato ascoltano loro e soltanto dopo sono entrata in contatto con artisti dell’era del “Be Bop” o dello Swing ed ho capito che per comprendere i musicisti moderni era necessario ascoltare ciò che era stato fatto prima e l’importanza di conoscere la tradizione. Non si può dire nulla di nuovo se non si conosce ciò che è già stato detto”.
Bop web è il tuo nuovo disco, com’è nato il progetto e perché questo titolo?
“Il progetto è nato dalla collaborazione con Matheus e Sander, che sono i due musicisti che mi accompagnano nel disco, oltre a Daniele Cordisco alla chitarra come special guest che sicuramente ha impreziosito il lavoro. Il trio con Matheus e Sander nasce nel 2016 in Olanda, io vivevo lì da diversi anni perché nel 2009 mi sono trasferita lì per studiare al conservatorio. Loro erano miei compagni di studi. Sander è olandese e Matheus è brasiliano. Fin da studenti abbiamo studiato assieme e nel 2021, in pieno covid abbiamo registrato il nostro primo disco che si chiama “When in Rome”. Alla fine del 2022 ci trovavamo in Italia nel mezzo del tour di presentazione del nostro primo disco, e avendo un day off abbiamo pensato di andare in studio a registrare del nuovo materiale che avevamo. Non pensavamo ad un disco ma a mettere nero su bianco il materiale ed immortalare il momento. Abbiamo registrato da Nuccia Records che lo ha prodotto in un pomeriggio di novembre 2022. Riascoltandolo a distanza di tempo abbiamo deciso di far uscire questo lavoro.
C’è un brano che dà il titolo all’album, che è “Bop web”. Esso richiama il movimento jazzistico “Be Bop” risalente a quasi un secolo fa. Uno dei suoi maggiori esponenti è Dizzy Gillespie che intitola un suo brano proprio “Be Bop”, ho voluto dedicare a lui ed al movimento questo disco”.
Una donna nel mondo jazz: la grande responsabilità di Francesca Tandoi
Sei un’artista di fama internazionale, come sta andando il tour?
“Il tour sta andando molto bene, c’è stata molta partecipazione ed entusiasmo. Siamo partiti a gennaio con le prime due date a Parigi. Successivamente abbiamo toccato molte capitali europee come Berlino, Varsavia, Vienna senza dimenticare città come Milano o Rotterdam. Al momento ho un paio di concerti in Italia prima di ripartire ed arrivare a luglio ad affrontare la data più importante del tour a New York”.
Soprattutto una donna artista di fama internazionale, una bella responsabilità nella società contemporanea in cui ancora vi è un divario tra uomo e donna. Cosa ti senti di dire al riguardo?
“Sicuramente le donne hanno più difficoltà rispetto agli uomini a conciliare una carriera brillante con anche una vita privata soddisfacente. In questo vedo del divario quando si parla di carriera in ambito musicale non conoscendo abbastanza altri ambiti. Credo anche che la musica, specialmente il jazz essendo un genere che richiede molto studio per ottenere dei risultati, penso che sia un ambiente democratico. Non mi piacciono le imposizioni di quote rose nei festival, penso che sia un “ghettizzarci”, io non faccio distinzioni tra uomo e donna e voglio che ad andare avanti sia chi lo merita. Non mi piacciono le imposizioni di quote rose nei festival, penso che sia un “ghettizzarci”. Per quanto riguarda le donne strumentiste nel jazz in Italia siamo una minoranza ma mi piace pensare che con il mio lavoro posso ispirare altre donne ad avvicinarsi a questo genere. Vorrei essere nel mio piccolo un riferimento per le prossime generazioni di musiciste”.
Progetti in cantiere
Progetti futuri?
“Ho un progetto in cantiere che spero di realizzare molto presto. Un disco di inediti per trio con la formazione con cui mi piace di più suonare che è pianoforte, contrabbasso, batteria e quartetto d’archi. Il progetto è pronto, aspetto solo il momento migliore per farlo uscire”.