E’ durato poco meno di trenta minuti l’interrogatorio nel carcere di Marassi a Genova dell’ad di Iren, Paolo Emilio Signorini che, davanti al gip Paola Faggioni, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Signorini, difeso dagli avvocati Enrico Scopesi e Grazia Volo, è stato arrestato due giorni fa nell’ambito dell’inchiesta per corruzione della Procura di Genova e che vede coinvolto anche il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti (Noi Moderati).
Il presidente Toti, da martedì 7 maggio, agli arresti domiciliari sarà, invece, interrogato domani mattina.
Signorini si avvale della facoltà di non rispondere
Resterà in carcere Paolo Emilio Signorini, che questa mattina nel corso dell’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’ex presidente dell’Autorità Portuale avrebbe confermato la propria disponibilità ad un successivo interrogatorio secondo quanto dichiarato dai suoi legali.
“È apparso tranquillo, relativamente al contesto alluvionale che lo ha travolto e al luogo in cui si trova”
ha dichiarato l’avvocato Enrico Scopesi che poi ha aggiunto:
“Il momento richiede una lettura attenta delle carte. Signorini ha confermato disponibilità a parlare in un secondo momento, in un contesto più tranquillo di adesso. Gli atti al momento sono tanti ed è presto per fare una valutazione”.
Inchiesta Genova, anche Toti verso il silenzio davanti al Gip?
Fissato per domani alle 14,00, invece, l’interrogatorio del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Si saprà domani se il governatore sceglierà di avvalersi anche lui della facoltà di non rispondere, o, se invece, risponderà alle domande del gip. Il suo avvocato, Stefano Savi, non ha voluto sbilanciarsi a riguardo:
“Preferisco non anticipare la scelta, ma mi sembra abbastanza conseguente e logica nella misura in cui abbiamo un fascicolo enorme da approfondire e l’abbiamo nelle nostre mani solo da ieri”
ha chiarito l’avvocato in un video diffuso dallo staff del governatore.
“Prima di prendere posizioni o dare spiegazioni dobbiamo approfondire la lettura degli atti per capire su che cosa, dove e come fornire spiegazioni”.
Il legale del governatore ligure ha anche chiarito che “la tracciabilità dei denari, sia in entrata che in uscita, è totale”.
“In entrata, sono gli stessi atti che ce lo dicono. Abbiamo anche la possibilità di dimostrare che questi denari sono tutti stati spesi per necessità di tipo politico. Non c’è stata nessuna anomalia nella spesa né a titolo personale né a nessun altro titolo”.
Lo scontro politico: Lupi (Nm) lo difende, Conte (M5S) chiede le dimissioni, ‘no comment’ di Fitto (FdI)
Dall’esito dell’interrogatorio di domani potrebbe anche dipendere la decisione del governatore sul suo futuro alla guida della Regione Liguria.
Nonostante le pressioni dell’opposizione, infatti, Toti non si è dimesso ma ha optato per la sospensione dagli incarichi istituzionali, lasciando la guida della regione al vicepresidente, il leghista Alessandro Piana.
Oggi il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha chiesto nuovamente le dimissioni del governatore ligure e da Cusano Milanino, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato:
“Ditemi voi se un presidente di Regione agli arresti domiciliari, con un’inchiesta che si sta allargando sempre di più e sta denunciando quello che diciamo da tempo, ossia la contaminazione tra affari e politica con sistemi di finanziamento a dir poco allegri con addirittura il rischio di infiltrazioni mafiose negli affari regionali, allora ditemi se può rimanere a fare il presidente della Regione…”
A difendere il governatore, invece, ci ha pensato questa mattina il leader del suo partito, Maurizio Lupi, che in un intervista a QN ha sottolineato come la vicenda sia ancora alla fase delle indagini.
“Fino a prova contraria siamo ancora nella fase delle indagini. La magistratura deve fare la sua strada, ma Nordio ha fatto bene a porre la domanda se la misura cautelare – che è misura estrema – in questo caso sia stata davvero necessaria o meno”.
Fredde le dichiarazioni da parte di diversi esponenti di Fratelli d’Italia che “confidano” che il governatore riesca a dimostrare la sua estraneità ai fatti. Oggi il ministro, Raffaele Fitto (FdI) ha preferito non intervenire sulla questione a margine del Festa dell’Europa in Campidoglio a Roma.