A distanza di tre giorni dalla strage di Casteldaccia, il terribile incidente sul lavoro costato la vita a cinque operai, sono iniziate oggi 9 maggio 2024 le autopsie sui corpi delle vittime al Policlinico di Palermo.
Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano, Epifanio Alsazia e Giuseppe La Barbera dovrebbero essere morti a causa delle esalazioni di idrogeno solforato, durante un intervento di manutenzione alla rete fognaria. Ma sarà l’esame autoptico a fornire maggiori elementi.
Intanto resta riservata la prognosi sulla vita del sesto operaio coinvolto.
Strage di Casteldaccia, iniziate le autopsie sui cadaveri delle cinque vittime
Le autopsie sui corpi dei cinque operai morti potranno fornire dettagli più precisi alla Procura di Termini Imerese, che ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo. Dovranno chiarire se il decesso sia compatibile con l’inalazione di gas tossici e dovuto all’asfissia.
Il pubblico ministero della procura di Termini Imerese, Elvira Cuti, titolare del relativo procedimento penale, ha conferito l’incarico a quattro medici in servizio presso l’istituto di Medicina legale di Palermo: Stefania Zerbo, Ginevra Malta, Erika Serena Sorrentino e Tommaso D’Anna.
I consulenti avranno poi novanta giorni per depositare la loro perizia con le conclusioni. Alle operazioni peritali partecipano anche altri medici legali, indicati come consulenti tecnici per le parti offese.
Gli esami termineranno domani: dopodiché, una volta arrivata il nulla osta alla sepoltura, i familiari potranno fissare la data dei funerali.
Stando a quanto appreso dall’Agi Giuseppe La Barbera, la più giovane tra le vittime, “aveva i polmoni totalmente asfissiati dal gas”.
Le indagini sull’incidente
Nel registro degli indagati risulta iscritto, al momento, Nicolò Di Salvo, 67 anni, titolare della ditta Quadrifoglio group di Partinico (Palermo), che era incaricata di eseguire i lavori all’impianto. Un atto dovuto in vista di accertamenti ed esami “irripetibili”. Come, appunto, l’esame autoptico disposto dalla Procura.
Secondo quanto riportato da Ansa, le vittime lavoravano per questa ditta che si era aggiudicata in subappalto dalla Tek i lavori di manutenzione della rete fognaria del comune di Casteldaccia e anche di altre località. Interventi esternalizzati dalla municipalizzata del capoluogo, Amap.
Le ipotesi di reato contestate sono quelle di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso con violazione delle norme antinfortunistiche; e di lesioni personali colpose gravissime, con la stessa aggravante.
Resta in prognosi riservata il sesto operaio
Resta riservata la prognosi del sesto operaio, Domenico Viola, coinvolto nell’incidente, intubato sul posto e poi trasferito in ospedale.
Ricoverato nella terapia intensiva del Dipartimento di Emergenza del Policlinico di Palermo, avrebbe risposto ad alcuni “ordini semplici”.
Stando al bollettino medico dell’equipe diretta dal professore Antonino Giarratano, nelle ultime 24 ore ha effettuato due “finestre” nella sedazione. Rimasta sotto controllo la funzione respiratoria, che è ancora “supportata meccanicamente”.
L’Azienda ospedaliera universitaria ha dovuto smentire le notizie, apparse su alcune testate giornalistiche, che avevano invece parlato di un risveglio dal coma.