L’arresto con l’accusa di corruzione del presidente della Regione Liguria Toti riapre il discorso sugli scandali politici e sulla fiducia dei cittadini nei confronti dei partiti. Introdotta in Italia nel 1974 proprio per prevenire la corruzione, nel corso del tempo la legge sul finanziamento dei partiti ha subito tanti cambiamenti senza mai riuscire a rendere chiaro il quadro legislativo.
Durante il governo Letta venne emanato un decreto legge convertito in legge nel 2014 che prevede espressamente l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Federico Anghelé, direttore della sede italiana di The Good Lobby – un’organizzazione non profit che s’impegna a rendere più democratico e inclusivo l’accesso al potere – è stato intervistato oggi dall’inviato di Tag24 Michele Lilla.
L’intervista a Federico Anghelè (The Good Lobby)
Dopo lo scandalo che ha riguardato la regione Liguria si torna a parlare di fiducia nella politica e di astensionismo. Serve davvero un regolamento per disciplinare i finanziamenti anche privati? Il direttore di The Good Lobby Italia ha parlato a Tag24 di diversi temi inerenti a questo discorso.
Non si pensa per ora ad interventi sui finanziamenti di partito, voi di Good Lobby avete presentato un manifesto per dettare paletti ai finanziamenti dei partiti. Come giudicate questa presa di posizione?
“Mi dispiace che di fronte alle vicende liguri e in generale, il quadro del finanziamento pubblico e privato è tutt’altro che chiaro e definito all’insegna della trasparenza. Come vediamo gli scandali come quello in Liguria non solo crea sgomento verso i cittadini ma lo vedremo ed a breve nelle elezioni europee…”
L’astensione nasce da questo sistema?
“Anche. L’astensione è anche figlia di un sistema in cui la politica sembra interessarsi degli affari di pochi e non di tutti…”
O di chi l’ha finanziata in alcuni casi…
“Questo sarebbe ancora peggio, questo significherebbe fare l’interesse dei pochi che sollecitano le richieste della politica con una sollecitazione da parte della stessa politica a sostenere economicamente i costi di comitati o fondazioni per avere sostegno in campo”
Solo una richiesta di trasparenza possiamo intervenire o dobbiamo tenerla lontano dal pubblico?
“Sicuramente la trasparenza è una componente rilevante ma va ricordato che lo stesso comitato di Toti ha pubblicato i fondi ricevuti dagli imprenditori locali, forse non è neanche sufficiente quello…abbiamo evidenziato l’approccio generalizzato sbagliato da parte di partiti che dovrebbero autoregolarsi ma non lo fanno: non vengono promossi codici e spesso s’ignora che nelle donazioni potrebbero esserci conflitti d’interesse”
“Sempre più spesso i finanziamenti non passano ai partiti: spesso sarebbe più giusto parlare di finanziamenti alla politica. Esistono comitati e fondazioni che in parte dovrebbero sottostare alla normativa sulla trasparenza ma come spesso accade in Italia non è univoco cosa sia una fondazione politica”
“C’è poi il capitolo controlli: tutte le dichiarazioni vengono pubblicate su un formato non leggibile da una macchina non computerizzata quindi è tutto in formato pdf ed è dunque difficilmente leggibile. L’Autorità di Controllo si occupa di queste cose…”
Serve dunque un maggiore controllo anche sui protocolli di rendicontazione?
“Il passaggio dal pubblico al privato che non critichiamo avrebbe avuto bisogno di un apparato di regole molto più solido e a prova di rischi rispetto a quanto messo in campo”
Avete avuto un feedback rispetto avete fatto finora da parte dei partiti?
“Non abbiamo ricevuto molti riscontri, la sensazioni è che ai partiti piaccia la situazione attuale. Nel nostro manifesto c’è una parte sul 2×1000 perché potrebbe rappresentare uno strumento di democratizzazione del finanziamento alla politica e un’alternativa al rischio che la politica sia sostenuta solo grandi donatori che si aspettano qualche buona decisione”
I cittadini sembrano stufi della politica…
“Ha mai visto una campagna del 2×1000 per un partito? Lo fanno le ong o la Chiesa…noi abbiamo organizzato un incontro a Roma invitando i tesorieri dei partiti e nessuno della maggioranza ha partecipato. La presentazione del manifesto serviva per aiutare i tesorieri in forte difficoltà e provare a trovare insieme a esperti strumenti. Vediamo se lo scandalo genovese produrrà effetti rilevanti, ad oggi sicuramente non è una situazione edificante”