LocalMonero, la più grande piattaforma di trading peer-to-peer (P2P) per Monero, sta per cessare la propria attività. È stata la stessa piattaforma a dare il relativo annuncio, nella giornata di martedì, affermando che terminerà le operazioni con effetto immediato. Mentre saranno disabilitati nuove iscrizioni e pubblicazione di annunci a partire dal 7 maggio.
Prima della chiusura completa del sito web, LocalMonero interromperà tutte le attività di trading, a partire dal 14 maggio. Attiva da sette anni, la piattaforma di scambio è diventata in questo lasso temporale la più grande per quanto concerne il trading peer-to-peer per Monero. La chiusura definitiva è ufficialmente fissata al prossimo 7 novembre.
LocalMonero, non sono chiari i motivi della chiusura
Se è stata già fissata la strada che porterà alla chiusura definitiva, la dirigenza di LocalMonero non ha però, almeno per ora, indicato i motivi che ne sono alla base. Le dichiarazioni al proposito sono in effetti molto vaghe e da ricondurre al contesto creato dalla confluenza di fattori interni ed esterni.
Non vi sono però altre specificazioni, all’interno dell’annuncio sul sito web della piattaforma in grado di indicare le ragioni specifiche che hanno condotto alla decisione. Nel frattempo, comunque, si consigliano tutti gli utenti di ritirare i propri fondi prima della scadenza del 7 novembre. Non farlo potrebbe tradursi nella pratica perdita degli asset detenuti.
La domanda che si stanno ponendo in molti, dopo la diffusione dell’annuncio è abbastanza prevedibile: quali potranno essere le conseguenze della chiusura di LocalMonero per la regina delle privacy coin?
Il futuro di Monero è comunque luminoso
La risposta al precedente quesito è stata fornita dallo stesso team di LocalMonero, secondo il quale l’ecosistema di XRM già sarebbe sulla buona strada per un’ulteriore crescita. Questo il commento rilasciato al proposito: “LocalMonero è in circolazione da gran parte della vita di Monero. Fortunatamente l’ecosistema Monero è maturato molto in questi anni “.
A giustificare in gran parte tale ottimismo è il potenziale di progetti come gli scambi decentralizzati (DEX) Haveno e Serai. Cui si aggiungono altri sviluppi come gli scambi atomici e le prove di adesione alla catena completa (FCMP), i quali potrebbero rafforzare il protocollo.
Nonostante l’ottimismo in questione, resta però una realtà non proprio esaltante, non solo per Monero, ma anche per le privacy coin in generale. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, i coin che cercano di conseguire l’anonimato delle transazioni hanno dovuto far fronte a un maggiore controllo normativo.
Un controllo il quale si è andato a riflettere anche sugli exchange centralizzati, molti dei quali hanno deciso di procedere al loro delisting. Una decisione derivante dalla preoccupazione per possibili incidenti con le autorità, che sono ormai alla caccia di tutte le soluzioni di questo genere.
Monero ed exchange centralizzati: il rapporto è ai minimi storici
In particolare, Monero è stato rimosso il passato mese di febbraio da Binance, una decisione la quale si è andata a riflettere sulla sua quotazione. Mentre ad aprile è stato Kraken a rimuoverlo dalle proprie contrattazioni. Una decisione, quest’ultima, maturata a seguito del varo di normative in Europa che presuppongono l’utilizzo di procedure KYC (Know Your Customer), ovvero l’esatto contrario di quello che fa XRM, andando ad oscurare i due lati delle transazioni le quali ne prevedono l’impiego.
Occorre sottolineare come proprio nel corso degli ultimi mesi si sia intensificata la lotta contro i servizi crypto per la privacy. Numerosi i servizi incentrati sulla privacy che sono incappati nelle ire delle autorità, sino ad essere chiusi, come Trezor CoinJoin e Wasabi Wallet. Cui si aggiunge il recente arresto da parte delle forze dell’ordine statunitensi dei cofondatori di Samourai Wallet. Una situazione tale da rendere sempre più complicata la vita alle soluzioni per la privacy.