Proseguono incessantemente le aggressioni ai molteplici nuclei delle forze dell’ordine, tra questi carabinieri, polizia locale e ferroviaria. Nelle stazioni di Roma, Milano, Napoli e Bologna la situazione è drasticamente peggiorata, come il recente caso dell’agente Polfer accoltellato tre volte alla schiena nella stazione di Lambrate da parte di un 37enne di origine marocchina irregolare sul territorio.

Il 35enne è attualmente in fin di vita e nonostante l’arrivo repentino dei soccorsi, il suo cuore si è arrestato più volte a seguito della gravi ferite riportate. Tag24 ha intervistato Giuseppe Tiani, il segretario generale del S.I.A.P. (Sindacato Italiano Appartententi Polizia), riguardo questa tragica vicenda e sulle possibili soluzioni al problema.

Intervista a Giuseppe Tiani (segretario generale SIAP)

D. “Le stazioni di Roma e Milano vertono in condizioni drammatiche. Cosa si può fare per tutelare gli agenti Polfer?”

R. “Non possiamo circoscrivere le problematiche del crimine predatorio e violento, solo a due luoghi, ovvero Roma e Milano. E’ ovvio che dove c’è un maggior numero di passeggeri, come nel caso di stazioni così importanti, il rischio è maggiore perché passano milioni di viaggiatori, di utenti. Stiamo constatando che quando interviene la polizia, queste persone che commettono atti violenti e aggressivi, consumando impunemente reati predatori, furti, danneggiamenti, lesioni, perché ritengono che non c’è una sorta di rispetto delle autorità e delle forze della polizia e spesso lo dicono anche, con affermazioni del tipo “ non potete farmi nulla”. Quando intervengono quattro, cinque agenti, queste persone proseguono con atteggiamenti violenti. Perché in Italia è passato il messaggio che c’è una sorta di “immunità per i reati minori”.

D. “Basti pensare agli agenti nella stazione di Roma Termini, che quotidianamente hanno le mani legate con i borseggiatori, che puntualmente vengono prelevati e rilasciati dopo qualche ora..”

R. “Sono violenti e non si fermano. Ti prendono a calci, hai difficoltà ad intervenire perché se usi la forza per difenderti o fermarli, rischi di finire pure sotto processo. Noi non chiediamo l’immunità e possiamo indubbiamente commettere errori, ma deve essere analizzato anche il rischio della vita e delle lesioni personali gravissime che subiamo, come è accaduto al collega delle volanti intervento a Lambrate, che è ancora vivo solo perché ha 35 anni. Il cuore gli si è fermato 5 volte… versa in gravissime condizioni e non è ancora fuori pericolo ma in terapia intensiva, è un disagio gravissimo e pericoloso quello che vivono i poliziotti italiani. Un accoltellamento con tre ferite profonde, con una lama di 25cm. Ha ricevuto decine di trasfusione ed è ancora tra noi solo per la sua giovane età”.

D. “Secondo lei come si potrebbe debellare o tamponare il problema? E’ un problema legato all’immigrazione o è una questione più collettiva?”

R. “Ci sono indubbiamente molti cittadini stranieri – regolari e non – che sono insofferenti ai controlli della polizia, questo è evidente, così come gli italiani che delinquono: perché per tutti è passato il messaggio dell’immunità”.

Pochi strumenti giuridici e legali a difesa delle forze dell’ordine

D. “E da dove parte esattamente questo concetto ‘d’immunità’, di protezione? Uno dei casi che fece più discutere anni fa, fu l’amputazione di un braccio a Saronno, con un machete nella stazione…”

R. “Io poliziotto per difendermi, come nel caso di Saronno, avrei potuto utilizzare l’arma, ma a cosa sarebbe servito? Per finire sotto processo?”

D. “E’ un controsenso… Si può avere con sé l’arma ma se la si utilizza per autodifesa o per difendere un’altra persona, si rischia il carcere e numerosi problemi legali?”

R. “Sì, – le forze dell’ordine – hanno pochi strumenti giuridici e legali per difendersi. Veda il caso dell’agente Polfer, per difendersi a Lambrate aveva soltanto un taser. L’aggressore aveva un giubbotto pesante, per cui il dardo non ha raggiunto la pelle ed è stato inefficace. Nella colluttazione il collega per cercare di fermarlo, è stato accoltellato alla schiena. Il delinquenti Tirava sassi ed era molto violento. Non chiediamo di avere carta bianca, ma non possiamo avere comunque le mani legate o rischiare di usare l’arma in dotazione per finire sotto processo per eccesso di legittima difesa come accade, poi chi paga gli avvocati, la sospensione dal sevizio, il blocco della carriera ecc… Le regole vanno adeguate rispetto alla società che sta mutando e che è già mutata perché noi non siamo una nazione multiculturale o multirazziale, noi siamo un popolo con le stesse origini. La nostra società sta mutando e i nostri poliziotti si devono rapportare con persone di tutti i tipi, di varie culture, con cittadini clandestini con culture e sensibilità diverse dalla nostra. Secondo la legge italiana ad esempio, non si dovrebbe circolare a volto coperto, né indossare indossare indumenti che coprono il viso come i veli neri, però viene consentito. Se tu interviene per identificare una persona travisata perché di altra religione e nazionalità, stai “violando la sensibilità di un credo religioso e vieni posto al pubblico ludibrio dalla parte più conservatrice e conformista di coloro i quali si ritengono riformisti e democratici.

D. “Cosa chiedete dunque per risolvere questi estremi atti di violenza?”

R. “Noi invochiamo una maggiore tutela sul piano giuridico e della stessa magistratura nei confronti degli organi di polizia, perché è noto per alcune funzioni e poteri a noi attribuiti dipendiamo dalla magistratura inquirente. Non possiamo essere esposti al pericolo della vita, di lesioni personali gravissime e finire anche sotto processo, per 1600 euro di stipendio e subiamo delle aggressioni particolarmente violente e il mancato riconoscimento delle funzioni di polizia. Se gli agenti si difendono, lo fanno perché per legge il loro ruolo è quello. Ad esempio, in Spagna (che non è un paese autoritario) e non solo, i cittadini si spostano quando passano i poliziotti per il rispetto che hanno della della funzione che, è al servizio dei cittadini e del paese Qui da noi aggrediscono i professori, infermieri, medici e tutti coloro che hanno funzioni pubbliche, subiscono atti di violenza di tutti i tipi”

Pene severe e la tutela della magistratura sulle forze dell’ordine

D. “L’attuale governo politico potrebbe influenzare la situazione?”

R. “La situazione è diventata intollerabile e non si può andare avanti così. Questo va oltre i governi… Poi se c’è un governo di centro destra siamo esposti anche ad una critica violenta, svincolata dalla realtà, e strumentale, conformista per omologazione concettuale, da parte di una minoranza dei media, intellettuali, opinionisti e coloro i quali quando governa il centro destra “colpiscono le forze dell’ordine” per colpire il governo, chiarisco a tal proposito per evitare equivoci, che io sono un esponente del movimento democratico dei poliziotti. Noi non veniamo mai invitati in televisione e se accade, un ragionamento articolato non ce lo fanno esporre. Quindi “picchiano sulle forze di polizia” per fare danno al governo, quindi il problema sicurezza viene spinto nel tritacarne della lotta politica e problemi restano inevasi

D. “La polizia non può sparare nel momento in cui c’è un’aggressione però può prendersi tre coltellate?”

R. “Noi veniamo messi sotto processo immediatamente per eccesso di legittima difesa. La questione è questa, le condotte e i comportamenti dei poliziotti vanno analizzate nel contesto ambientale, temporale e operativo che viene vissuto in quel momento. La polizia italiana è la meno violenta del pianeta, del mondo, ma noi passiamo per “picchiatori fascisti” e siamo saturi ormai di avere questa immagine agli occhi dei più. E’ qualcosa non corrispondente alla realtà… Se in autostrada fermi un cittadino, ti viene detto: “Perché mi ha fermato?” e il nostro ruolo è identificare i cittadini…”

D. “Dunque, se in stazione arrivassero dei carabinieri a difendere la Polfer, rischierebbero il processo anche loro?”

R. “Certo, sicuramente verrebbe indagato anche un carabiniere per eccesso di legittima difesa. Ma se ti va bene, diversamente ti viene dato il tentato omicidio e reati molto più gravi. E’ una situazione molto delicata. Io invoco pene severe e la tutela della magistratura sulle forze dell’ordine. In America se tocchi un poliziotto o un tassista ti danno 25 anni di carcere…”

D. “Cosa accadrà all’agente accoltellato? Avrà supporto psicologico dopo questa drammatica vicenda?”

R. “Innanzitutto confidiamo che si riprenda, dobbiamo pregare, perché l’aggressione è stata davvero violenta. I terapeuti della polizia faranno le loro valutazioni, dobbiamo vedere lo stato delle lesioni e sperare che si riprenda…”