“Questo è un libro che ci ha parlato di politica, anzi no, è un libro, un libro bellissimo, che ci ha parlato di pubblicità. E se una cosa non contraddice l’altra, è evidente che forse un libro così era più che mai urgente e necessario. Il fatto che sia pure ben scritto non è un dettaglio da poco”. E se a fare questa recensione è Paolo Iabichino, scrittore pubblicitario e fondatore dell’Osservatorio Civic Brands con Ipsos, possono essere soddisfatti Domenico Petrolo e Lorenzo Incantalupo, autori di “Chi mi ama mi voti/Storie, riflessioni e dialoghi su marketing e politica” appena pubblicato da Guerini e Associati.
“Chi mi ama mi voti”, la rivelazione di Luca Josi
Un libro da leggere, come consiglia Tommaso Labate nella prefazione, in cui il giornalista del Corriere della Sera trova un “filo sottilissimo” che lega due personaggi distanti come Mario Monti, il professore che diventò presidente del consiglio nel 2011, e il calciatore Antonio Cassano, genio e sregolatezza.
Tra le tante interviste pubblicate nel volume ce n’è una che capovolge l’immaginario collettivo del “fasto socialista” ai tempi di Bettino Craxi. La rivelazione è di Luca Josi, segretario del Movimento giovanile dal ’91 al ’94 e negli stessi anni membro della direzione nazionale del Psi. Dice che l’Hotel Raphael, quello dove Craxi viveva quando era a Roma ed era diventato l’emblema dello sfarzo socialista, in realtà era altra cosa: “Sarebbe stato giusto lasciare una testimonianza di quelle due stanzette, ingolfate di carte e libri; si trattava infatti di un appartamento che un dirigente di una qualunque media industria, traslocato da altra sede, avrebbe sdegnosamente rifiutato perchè improprio al suo rango”. Una questione di comunicazione: sarebbe bastata la forza di una foto per smontare un teorema? Forse sì.
Stefano Bisi