Bonus bebè Regionale: compatibile con l’Assegno unico e universale. Alcune regioni italiane hanno introdotto nuovi incentivi finalizzati alla crescita demografica familiare, rivolti sia ai primi figli che ai secondi fino al compimento dei cinque anni di età.

Altre regioni, invece, hanno previsto un contributo una tantum solo per i secondogeniti. In ogni caso, si tratta di supporti concreti per le famiglie con figli. Vediamo insieme in quali regioni è possibile richiedere il bonus bebè regionale.

Un sostegno concreto per le neomamme: il Bonus Bebè Regionale

Diverse regioni italiane hanno istituito un nuovo aiuto per le famiglie, denominato Bonus Bebè Regionale. Si tratta di un sostegno concreto per le neomamme, cumulabile con l’Assegno Unico Universale per i Figli e altri incentivi statali.

Il bonus è rivolto alle neomamme che risiedono in una delle regioni che hanno aderito all’iniziativa. Alle aventi diritto spetta un bonus erogato sotto forma di assegno mensile per l’importo di 600 euro, con la possibilità di ricevere altri 400 euro per il secondogenito. Le condizioni per il rilascio del beneficio economico variano a seconda della Regione.

A chi spetta il nuovo incentivo per i bebè?

In generale, i requisiti per ottenere il Bonus Bebè Regionale variano a seconda della regione di appartenenza. Il beneficio è erogato anche alle famiglie che si trasferiscono in una regione dove è attivo l’incentivo per i figli.  I requisiti standard sono legati all’evento di nascita e, in alcuni casi, non sono condizionati dal reddito familiare.

Trattandosi di un bonus regionale, le modalità di accesso al beneficio variano da regione a regione. In generale, è necessario presentare una domanda online (utilizzando le credenziali SPID o CIE) oppure presso gli uffici preposti del comune di residenza.  Alla domanda devono essere allegati diversi documenti, tra cui:

  • documenti di identità in corso di validità dei genitori;
  • estratto di nascita del bambino;
  • attestazione ISEE (se richiesta).

Come si può spendere il bonus neonati?

Come detto, l’incentivo si somma agli altri aiuti di Stato promossi per la crescita della famiglia. Come per la maggior parte dei contributi diretti ai neonati, il bonus in questione potrà essere speso per l‘acquisto di beni e servizi per l’infanzia, quali latte in polvere, pannolini, biberon e così via. Tuttavia, è necessario attenersi al bando istituito dalla Regione. Infatti, in alcune città con il bonus bebè regionale è possibile pagare anche l’asilo nido o altre spese per la crescita dei bambini.

Dove è attivo il bonus bebè Regionale?

 Attualmente, alcune regioni italiane erogano un contributo suppletivo alle famiglie per ogni evento di nascita, adozione o affido. Tra queste:

Regione Sardegna:

Con la Determinazione n. 284 dell’8 aprile 2024, relativa al Bilancio Regionale 2024, ha disposto l’impegno di euro 2.883.560,34 a sostegno dei Comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti (Legge regionale 9 marzo 2022, n. 3, Art.13, comma 2, lett. a).

La Regione ha previsto la concessione di contributi sotto forma di assegno mensile, nella misura di 600 euro mensili per il primo figlio nato nel corso del 2024 e 400 euro per ogni figlio successivo al primo.

Il beneficio è destinato a nuclei familiari che risiedono o trasferiscono la residenza nei comuni con una popolazione inferiore a 5000 abitanti.

L’assegno mensile viene erogato fino al quinto anno di età del bambino, in proporzione ai mesi di residenza nel territorio.

Il beneficio viene riconosciuto a prescindere dal reddito ISEE di appartenenza, anche a chi trasferisce la residenza nei territori oggetto di agevolazioni, in proporzione ai mesi di residenza.

Regione Campania

Per sostenere la crescita della natalità, la Regione Campania ha istituito l’erogazione di voucher del valore massimo di 600 euro a favore delle famiglie. Il contributo viene riconosciuto alle genitrici per ogni nuovo nato successivo al primogenito a partire dal 1° gennaio 2024.

Il voucher viene rilasciato sotto forma di una tantum alla famiglia ed è dedicato alle spese relative all’acquisto di beni e prodotti per l’infanzia per i neonati, come ad esempio:

  • latte in polvere;
  • pannolini;
  • biberon;
  • succhiotti;
  • alimenti (pappe, omogeneizzati, ecc.);
  • indumenti;
  • accessori e così via.