La Fiorentina di Vincenzo Italiano scrive la storia e per il secondo anno consecutivo conquista la finale di Conference League. Alla viola basta il pareggio per 1 a 1 contro il Bruges in Belgio per strappare il pass che vale la gara di Atene. Decisiva le rete di Beltran, realizzata su calcio di rigore, all’85’. Questa sera i toscani conosceranno l’avversario che dovranno incontrare in Grecia il prossimo 29 maggio e che verrà fuori dal match tra Olympiacos ed Aston Villa. Per commentare la partita contro il Bruges e la conquista della finale della Conference League da parte della Fiorentina, Paolo Monelli, ex attaccante che ha vestito la maglia viola nel corso della sua carriera, è intervenuto è in esclusiva a Tag24.

La Fiorentina è in finale di Conference: Monelli a Tag24

L’1 a 1 di Bruges fa gioire Firenze. La squadra di Italiano conquista la seconda finale consecutiva in Conference e stavola vuole scrivere una storia diversa. Un’accoglienza meravigliosa per la viola, al rientro a casa, con centinaia di tifosi festanti. “Non era semplice giocare in questa bolgia, abbiamo dimostrato personalità. Due finali in due anni, è straordinario!” ha detto il mister al termine del match. Ora la testa torna al campionato, con la consapevolezza che, a prescindere dall’avversario, per scrivere la storia si dovrà tornare da Atene (29 maggio), con la Coppa. Per commentare la partita col Bruges e la conquista della finale della Conference da parte della Fiorentina, Paolo Monelli, ex attaccante che ha vestito la maglia viola nel corso della sua carriera, è intervenuto è in esclusiva a Tag24.

La Fiorentina raggiunge la seconda finale consecutiva a livello europeo. Ti aspettavi questo tipo di risultato?

“Sinceramente sì, soprattutto perché la Fiorentina l’ha meritata sul campo in entrambe le partite. All’andata ha raggiunto la vittoria all’ultimo istante e ieri, seppur con qualche difficoltà, nel secondo tempo ha fatto un’ottima prestazione. Il gol è arrivato sul rigore, ma resta il fatto che la viola ha ampiamente meritato il risultato. Il Bruges si è comunque dimostrato un avversario agguerrita e molto forte”.

In attesa di capire quale sarà l’avversario con cui dovrà giocare in finale, quanto sarebbe importante chiudere il ciclo Italiano con un trofeo? Pensi possa essere una motivazione in più per tutta la squadra?

“Non penso che ci siano motivazioni in più o in meno, una finale è sempre una finale. Lo scorso anno la Fiorentina l’ha persa in malo modo e ha subito un gol al novantesimo minuto in maniera discutibile. Se fossero arrivati ai supplementari sarebbe stato un match diverso e penso che abbiano voglia di rivalsa. Sia l’Olympiakos che l’Aston Villa sono due squadre di livello e giocando ad Atene l’ambiente potrebbe fare la differenza. Credo che sulla carta però gli inglesi siano più forti”.

Quanto è il merito dell’allenatore per il raggiungimento di questa seconda finale?

“Credo che l’allenatore sia stato fondamentale perché è riuscito a creare un’identità di gioco chiara, che ha consentito a questa squadra di raggiungere dei risultati importanti. Credo che, soprattutto in campionato, la Fiorentina abbia fatto però troppi passi falsi e un percorso altalenante. Bisognerebbe stare più attenti in fase difensiva, soprattutto quando si è in controllo della partita o si sta vincendo. Devono ricordarsi la partita persa lo scorso anno in finale. Su questo dovranno lavorare”.

Alla viola manca un bomber di spessore da anni. In queste due semifinali però hanno segnato Belotti, Nzola e Beltran. Le reti li possono aver sbloccati per questo finale di stagione, oppure servirà comunque un attaccante forte dal mercato?

“I numeri quest’anno hanno parlato chiaro. Ero convinto che Nzola fosse un grande attaccante e in parte lo penso ancora. Forse non gli è stata data la possibilità di giocare un tot di partite in maniera continuativa e non è riuscito a dimostrare il suo valore. A gennaio è stata fatta la scelta di Belotti, che è un attaccante forte fisicamente e che può fare anche il reparto da solo, ma ha segnato poco anche lui. Beltran invece lo ritengo più una seconda punta che un centravanti classico. È rapido, tecnico, ma non ha il colpo di testa. Mi auguro che almeno uno dei tre possa essere decisivo in finale. Per il prossimo anno non ho idea di cosa faranno, anche perché in giro vedo pochi attaccanti forti. O meglio, chi ce li ha se li tiene stretti e fare dei nomi è davvero difficile. Dipenderà anche dall’allenatore scelto”.

A proposito del nome del nuovo allenatore, ci sono tanti profili in lizza. Cosa ti aspetti?

“M aspetto che la Fiorentina possa decidere di proseguire il percorso già intrapreso con Italiano. Si fanno tanti nomi, ma credo che sarebbe importante scegliere un allenatore italiano, che già conosce il nostro campionato. Questo consentirebbe alla viola di mantenere un’identità importante. È vero che il calcio ormai è globale e sono tantissimi i calciatori stranieri in Serie A, ma credo che quando giocare nel proprio Paese dà sempre quel qualcosa in più”.