In vista delle elezioni europee 2024, una recente indagine condotta da Altroconsumo Edizioni fornisce una panoramica dettagliata sulla percezione che i consumatori italiani hanno delle prossime elezioni del Parlamento Europeo, previste dal 6 al 9 giugno 2024. Il sondaggio, realizzato tramite un panel online, ha coinvolto un campione rappresentativo di 1.005 italiani, stratificati per genere, età e area geografica. Analizziamo in dettaglio le informazioni emerse, compresi i livelli di informazione, l’intenzione di voto e la fiducia nelle istituzioni dell’Unione Europea.

Elezioni europee 2024: consapevolezza dei consumatori e intenzione di voto

Il 53,8% degli intervistati si è dichiarato sicuramente intenzionato a votare alle elezioni del 2024, con un ulteriore 29,2% che probabilmente parteciperà. Tuttavia, il livello di informazione sui programmi elettorali rimane basso, con il 36,4% che si ritiene “poco informato” e il 13,1%per nulla informato“. Solo il 4,4% si sente “molto ben informato“. Questo dato sottolinea l’importanza di una migliore comunicazione da parte delle istituzioni europee per sensibilizzare gli elettori sui programmi e sulle iniziative dei vari gruppi politici.

Elezioni europee 2024: motivi per votare e per astenersi

Il principale criterio di scelta per gli elettori italiani rimane la fedeltà al partito sostenuto a livello nazionale (42,6%), seguita dalla ricerca di informazioni sui programmi elettorali dei diversi partiti (28,6%). Gli indecisi che probabilmente non voteranno indicano la mancanza di fiducia nelle istituzioni europee (37,8%) come principale motivo di astensione, mentre altri non sono interessati alla politica in generale (20,6%).

Fiducia e livello di protezione dei consumatori

Il livello di protezione fornito dall’Unione Europea ai consumatori viene valutato come “medio” dal 45,8% degli intervistati, mentre un ulteriore 38,5% lo considera “basso” o “molto basso“. Solo il 12,4% valuta positivamente la protezione offerta. Inoltre, quasi un terzo dei partecipanti crede che la protezione sia diminuita negli ultimi cinque anni.

L’impatto delle politiche europee sulla vita quotidiana

Gli intervistati hanno opinioni divergenti sull’impatto delle politiche dell’UE sulla vita quotidiana. Il 33,9% percepisce un impatto “abbastanza negativo”, mentre il 28,9% lo vede “abbastanza positivo”. C’è ancora una minoranza significativa, il 13,6%, che ritiene che queste politiche non abbiano alcun impatto sulla propria vita.

Valutazione tematica delle iniziative UE

Nelle singole aree tematiche, le iniziative dell’UE sono state valutate come segue:

  • Sostenibilità ambientale e transizione ecologica: il 45,4% degli intervistati percepisce un impatto positivo o neutro, con una minoranza significativa che giudica l’operato come scarso o molto scarso.
  • Sicurezza digitale: più della metà ritiene che le iniziative siano efficaci, con un 26,9% che le definisce “buone”.
  • Guerra Russia/Ucraina: il 51,8% esprime una valutazione “molto scarsa” o “scarsa” sull’efficacia delle politiche dell’UE.
  • Crisi energetica: quasi la metà ritiene che le misure siano insufficienti.
  • Immigrazione: il 75% degli intervistati percepisce le politiche dell’UE come inadeguate.

Elezioni europee 2024: le priorità per i consumatori

Quando viene chiesto quanto siano importanti determinate decisioni dell’UE, i consumatori italiani hanno dato priorità a:

  • Abolizione dei costi di roaming: il 53,7% considera questa decisione “molto” o “estremamente” importante.
  • Diritto di annullare un acquisto online: una percentuale significativa (63,7%) ritiene questa decisione di fondamentale importanza.
  • Diritto di cambiare fornitore per contratti di elettricità o telefonia: anche qui, il 66,9% sottolinea l’importanza di questo diritto.
  • Diritto di compensazione per ritardi o cancellazioni dei voli: questa decisione è valutata come importante o estremamente importante da oltre il 55% degli intervistati.
  • Lotta al greenwashing: una forte maggioranza ritiene che combattere le pubblicità ingannevoli sulla sostenibilità sia “molto” o “estremamente” importante (60,5%).

Il tasso di informazione sulle iniziative

Nonostante il consenso sull’importanza di queste iniziative, molti intervistati dichiarano di essere poco informati su di esse. Ad esempio, il 50,2% conosce poco o nulla sul diritto di compensazione in caso di ritardo dei voli, e il 44,6% ha scarsa consapevolezza sull’obbligo dei produttori di offrire la riparazione dei prodotti anche oltre la garanzia di due anni.

Cambiamento climatico: la massima preoccupazione dei cittadini

I dati indicano che il cambiamento climatico è una delle principali preoccupazioni degli europei. Il 44,2% degli intervistati si dichiara molto preoccupato, con un ulteriore 39,5% che esprime preoccupazione moderata. Tuttavia, quando si tratta della fiducia nell’UE per affrontare la crisi climatica, solo il 12,7% si dichiara fiducioso, mentre il 37,9% ha una fiducia media.

Sviluppo dell’Intelligenza Artificiale: fiducia limitata

L’Intelligenza Artificiale è un’altra preoccupazione significativa, con il 23,8% degli intervistati che la considera una questione molto preoccupante e il 39,3% che la ritiene abbastanza preoccupante. L’UE, però, non ispira molta fiducia nel gestire questa sfida: solo il 12% dei cittadini si dichiara molto fiducioso nelle istituzioni europee.

Non solo elezioni europee 2024: opinioni sulle guerre in corso

Il sondaggio non ha interrogato il campione solo sulle elezioni europee e sulle priorità e le valutazioni sull’UE, ma anche su temi come le guerre attualmente in corso e le preoccupazioni a esse associate.

La guerra in Ucraina ha suscitato grande preoccupazione tra gli europei, con il 44% che la considera un problema molto serio. Sul fronte della fiducia, il 22,6% degli intervistati ha nessuna fiducia nella capacità dell’UE di affrontare la crisi, mentre solo l’8,8% esprime fiducia elevata.

La guerra tra Israele e Palestina ha destato apprensione nel 39,1% dei cittadini che la vedono come una minaccia significativa, mentre il 42,7% si dichiara moderatamente preoccupato. Anche qui, l’UE gode di poca fiducia: solo il 7% degli intervistati è molto fiducioso nelle capacità dell’Unione.

Inflazione e costo della vita: crisi economica

La crescita dei prezzi e il costo della vita sono in cima alla lista delle preoccupazioni economiche, con il 56,2% che considera la situazione molto preoccupante. Di conseguenza, la fiducia nell’UE per affrontare questi problemi rimane bassa, con solo il 6,4% degli intervistati che ha molta fiducia.

Competizione economica con Paesi extra UE

La competizione economica con i paesi extra UE è una preoccupazione per il 48,3% degli intervistati. La fiducia media nell’UE si attesta al 36%, con solo il 10,6% che mostra molta fiducia.

Immigrazione: un problema complesso

L’immigrazione rimane una preoccupazione significativa per il 32,6% degli europei che si dichiarano molto preoccupati e il 42,2% moderatamente preoccupati. Tuttavia, la fiducia nell’UE per gestire la questione è scarsa, con il 34,7% degli intervistati che non ha fiducia nell’Unione.

Minacce alla sicurezza informatica

Le minacce informatiche sono motivo di preoccupazione per il 54% degli europei. Solo il 14% degli intervistati esprime molta fiducia nell’UE per gestire la sicurezza digitale.

Approvvigionamento e costo dell’energia

Il costo dell’energia è una questione rilevante, con il 40,3% degli intervistati molto preoccupato. La fiducia nell’UE rimane limitata, con solo l’11,7% degli intervistati che esprime molta fiducia.

Nuova pandemia: preoccupazione moderata

Il 33,2% degli europei è poco preoccupato per una possibile pandemia futura. La fiducia nell’UE per affrontare un eventuale scoppio di pandemia è moderata, con il 36,8% che esprime fiducia media.

Una nuova guerra mondiale

La paura di una nuova guerra mondiale preoccupa il 42,9% degli europei. Solo l’11% degli intervistati ha fiducia elevata nell’UE per gestire una possibile guerra.

Cittadinanza europea e identità nazionale

Gli europei sono divisi sulla propria identità: il 29,3% si sente più cittadino europeo che nazionale, mentre il 22,8% tende a identificarsi di più con la propria nazionalità.