La vicenda giudiziaria ligure entra nelle ultime decisive settimane di campagna elettorale verso le Europee. E riaccende le tensioni interne alla maggioranza. Le posizioni dei leader di centrodestra, chiamati a prendere posizione sulle eventuali dimissioni di Giovanni Toti, assumono sfumature diverse. Forza Italia, con il segretario Antonio Tajani, dà ragione al ministro Carlo Nordio che ha subito espresso “perplessità” sui tempi del procedimento cautelare nei confronti del presidente della Regione Liguria. Il vicepremier azzurrro condivide le sue parole e aggiunge: “forse si poteva intervenire due mesi fa o il giorno dopo le elezioni, però questo non ci turba”. Nonostante le testimonianze di tranquillità, a microfoni spenti emergono le preoccupazioni della coalizione di governo. Preoccupazione che diventa fastidio nelle fila di Fratelli d’Italia. “Toti dice che non ha nessun coinvolgimento, diamogli il tempo di dimostrarlo”, commenta freddo il responsabile Organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli. Strenua, invece, la difesa da parte della Lega. “Dimettersi sarebbe una resa”, taglia corto Matteo Salvini. “Non basta un’inchiesta”, scandisce il segretario di via Bellerio. Che aggiunge: “non sono nelle condizioni di suggerire niente a Giovanni, lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocemente la possibilità di farlo”. Ed è proprio sui tempi che si registrano i distinguo in maggioranza. C’è chi nella dimostrazione di vicinanza espressa da Salvini legge un modo di smarcarsi dagli umori più spigolosi che si registrano invece nel partito di Giorgia Meloni.
Matteo Salvini non vuole le dimissioni di Toti
“Vedremo esattamente cosa emerge, ora è tutto molto prematuro”, sottolinea Donzelli. In Fdi regna la prudenza e i fari sono tutti puntati sugli sviluppi dell’inchiesta. Il timore è che possano emergere altri dettagli che possano compromettere la posizione di Toti. E poi, fa notare qualcuno in Transatlantico, c’è il tema della convalida dell’arresto e quella di un’eventuale richiesta di revisione delle misure cautelari. Se nel giro di dieci giorni, è il ragionamento, il governatore può tornare a lavorare nel suo ufficio è una cosa, se continuerà a essere impossibilitato è tutto un altro discorso. L’apprensione resta dunque sui tempi: il prolungarsi di una situazione di incertezza, e al contempo di clamore mediatico, viene considerato come un danno non da poco nella corsa alle europee. Anche se, da Forza Italia, c’è chi prova a rassicurare. “Non sarà un danno di immagine per il partito”, garantisce Licia Ronzulli.