Sembra finalmente avviarsi ad una risoluzione il crac di FTX, l’exchange fondato da Sam Bankman-Fried crollato clamorosamente nel 2022. Una risoluzione la quale, contrariamente alle previsioni, potrebbe essere felice per i creditori.

L’exchange di criptovalute in bancarotta ha infatti proposto un nuovo piano di riorganizzazione il quale vedrebbe il 98% dei suoi creditori recuperare il 118% dei propri crediti. I pagamenti dovrebbero avvenire in contanti ed entro un termine di 60 giorni dall’approvazione del tribunale. Questa è l’ipotesi prospettata nei nuovi documenti che sono stati depositati nella serata di ieri.

FTX: la soluzione è dietro l’angolo?

La soluzione che si va prospettando per i creditori di FTX sembra in effetti molto positiva. Stando al paino delineato, altri creditori non governativi recupereranno infatti il 100% dei propri crediti più un interesse fino al 9% teso a compensarli “del valore temporale dei loro investimenti”.

Occorre a questo punto specificare che l’accordo è ancora soggetto all’approvazione del tribunale fallimentare del Delaware, chiamato a supervisionare il fallimento dell’exchange. Sembra comunque da scartare, a meno di clamorose sorprese, l’ipotesi di un rigetto dello stesso.

I pagamenti proposti sono infatti superiori alle stime precedenti del patrimonio FTX, che nel passato mese di ottobre aveva dichiarato di essere in grado di rimborsare solo il 90% dei fondi dei clienti. Nel mese di gennaio, però, l’attuale CEO dell’azienda, John Jay Ray III, ha rivisto tale stima, affermando di fronte alla corte che si aspettava di essere in grado di ripagare integralmente i clienti.

Le dichiarazioni di FTX

La liquidità di FTX desta in effetti molta sorpresa. Anche perché l’azienda nega che a favorirne la formazione sia stata la ripresa fatta registrare dal mercato criptovalutario. Resta naturalmente l’irritazione dei clienti i quali non hanno potuto approfittarne, in quanto i loro asset erano bloccati nel limbo causato dalla bancarotta. Irritazione la quale può però essere compensata dal rientro in possesso dei propri beni, che non è solitamente il logico corollario di tale genere di eventi.

In un comunicato stampa emesso nella giornata di ieri, FTX ha dichiarato di attendersi il possesso di un patrimonio tra i 14,5 e i 16,3 miliardi di dollari in contanti. Una mole di risorse da destinare integralmente ai rimborsi, sperando che il piano sia approvato dal tribunale fallimentare del Delaware. Un patrimonio il quale può essere considerato il risultato di un anno e mezzo di rastrellamenti. Nel corso del quale sono stati riuniti gli attivi societari sparsi tra le varie filiali disseminate lungo il globo in attesa di liquidarli.

Lieto fine per tutti, ma non certo per Sam Bankman-Fried

Per capire quanto accaduto basta in effetti visionare il comunicato stampa emesso per l’occasione. All’interno del quale si riconosce che i debitori non sono stati in grado di beneficiare dell’apprezzamento degli asset detenuti dall’exchange durante la procedura collegata alla richiesta di associazione al Chapter 11, la procedura fallimentare utilizzata negli Stati Uniti.

Inoltre, si afferma che per generare la liquidità tesa a ripagare le richieste di rimborso, l’azienda ha attinto da altre fonti di valore. Al loro interno rientrano, ad esempio, gli investimenti effettuati da FTX e Alameda Research, a partire dalla quota dell’8% nella startup di intelligenza artificiale Anthropic, venduta in maniera frammentaria a investitori istituzionali per 884 milioni di dollari, nel passato mese di marzo.

Si va insomma verso un lieto fine, per i creditori di FTX. Che possono anche essere soddisfatti per la sorte riservata a Sam Bankman-Fried nelle aule di tribunale. Il fondatore dell’exchange, infatti, ha riportato una condanna a ben 25 anni di reclusione. Una pena esemplare, la quale sembra fare da monito verso coloro che intendono truffare i propri clienti. Tale da ricordare che negli Stati Uniti, i reati di carattere finanziario sono considerati gravissimi, proprio perché vanno a inficiare la fiducia nel sistema.