“Ho commesso un errore rifiutando il Portogallo mentre ero sotto contratto con la Roma”, lo sfogo di Mourinho come un fulmine a ciel sereno che si abbatte sull’ambiente giallorosso e che evidenzia un malcontento da parte del portoghese che ancora non ha del tutto assorbito.

Lo sfogo di Mourinho sulla Roma e il rifiuto al Portogallo

ll rifiuto al Portogallo, a detta dello stesso Mourinho, è arrivato mentre il tecnico era ancora sulla panchina della Roma e per questo mentalmente non pronto a fare tale passo, così il portoghese si sfoga a posteriori svelando un retroscena di mercato dal sapore dolce amaro.

Esonerato dalla società giallorossa a metà gennaio, lo Special One ha viaggiato a fari spenti senza far parlare di sé o di eventuali trattative per cui il suo entourage potrebbe lavorare in ottica della prossima stagione.

Nonostante questo è risultato impossibile fermare i rumors attorno al suo addio con i giallorossi, con tutte i retroscena annessi tra screzi con la società e litigi nello spogliatoio, e al potenziale approdo su un’altra panchina europea, e non, come anche quella del Brasile.

Il portoghese negli ultimi tempi della sua esperienza a Roma sembrava aver perso le redini della squadra anche se conferma al canale coreano di Ea Sports di essere rimasto concentrato fino alla fine sui giallorossi e su quanto necessario fare per provare a cambiare la situazione, tanto che avrebbe ricevuto un’offerta come Ct del Portogallo poi rifiutata:

Fino ad oggi il Portogallo mi ha cercato in due occasioni, ma lo ha fatto in momenti che purtroppo non mi consentivano di accettare. L’ultima volta, ad esempio, ero ancora completamente coinvolto dalla Roma e avevo una grande empatia con i suoi tifosi. Ho scelto seguendo le emozioni e, probabilmente, ho commesso un errore rifiutando quella proposta. Oggi il Portogallo è una delle migliori tre nazionali d’Europa, forse tra le prime cinque al Mondo, se torneranno da me una terza volta, non mi lascerò sfuggire questa opportunità”.

Il rammarico è evidenziato nelle parole dello Special One che, se avesse potuto tornare indietro, forse avrebbe cambiato le cose e avrebbe fatto una scelta diversa da quella poi presa. La dimostrazione, però, è quella di fedeltà non soltanto al contratto ma anche ad un ambiente che lo ha sempre supportato.

Resta il forte legame e i bei ricordi per l’esperienza giallorossa

Al suo posto, a Roma, è subentrato De Rossi che ha rinfrescato l’ambiente ma che ha il compito arduo di portare la qualificazione in Champions League e ribaltare il risultato dell’andata nelle semifinali di Europa League contro l’imbattibile Bayer Leverkusen.

Finale che, invece, Mourinho lo scorso anno conquistò per giocare contro il Siviglia: un match che fu perso ma dal valore storico che ha portato i giallorossi ad una seconda finale in soli due anni. Numeri difficili da ripetere per qualsiasi allenatore.

Ricordi che lo stesso Special One ricorderà con felicità e che lo legano in modo indissolubile alla Roma. I trofei vinti lì, infatti, valgono la soddisfazione di un allenatore che ha vinto tutto, e in più esperienze nel corso della carriera:

Non ho dubbi, i traguardi più difficili che ho conseguito sono state le due finali consecutive con la Roma. E anche la vittoria dell’Europa League con il Manchester United. Ho scelto queste due squadre perché quando sono arrivato si trattava di club in difficoltà e per i quali io mi sono messo completamente in gioco senza tutelare me stesso, come invece fanno tanti grandi allenatori, che magari restano fermi anche qualche anno pur di sedersi su una panchina comoda, mentre io ho sempre bisogno di allenare a prescindere dalla situazione in cui poi mi ritrovo”.