Non si fermano i maxi licenziamenti nel settore dell’innovazione. Dopo Amazon, Sony e Microsoft, Elon Musk prosegue la sfoltitura del suo organico in Tesla, società specializzata in produzione di auto elettriche, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico.

La sede di Berlino, in Germania, ha recentemente liquidato circa 3000 dipendenti ed è in arrivo un secondo round, per un totale del 20% della forza lavoro dell’azienda.

Elon Musk, ancora tagli al personale: cosa è successo

Nella nuova ondata di licenziamenti voluti da Elon Musk sono rientrate circa 500 persone, tra dipendenti e dirigenti Tesla, tra cui due grandi nomi Rebecca Tinucci e Daniel Ho, tutti del dipartimento Supercharger, specializzati nella produzione di stazioni di ricarica rapida in corrente continua a 480 V, costruite per le auto a cura della azienda.

Nelle ultime settimane, la società ha chiuso in ribasso di circa il 5% martedì pomeriggio, oltre a subire un forte calo delle vendite delle automobili elettriche. Il calo riportato da Bloomberg è di circa l’8,5% rispetto a quanto totalizzato nel 2023.

Sono 14mila i dipendenti che perderanno il lavoro in tutto il mondo

Dopo lo stabilimento di Grünheide, vicino Berlino e i 500 lavoratori della sezione Supercharge, i licenziamenti arriveranno a circa 14mila persone in tutto il mondo.

La motivazione principale è legata alla veloce espansione delle intelligenze artificiali, che porteranno nei prossimi anni ad una forte riduzione del personale di numerose attività del settore tecnologico e dell’intrattenimento, in grado di risolvere in modo professionale e in poco tempo, compiti complessi gestiti dagli esseri umani.

Andres Pinter, co-CEO della rete Supercharger Bullet EV, si è detto “scosso” per i recenti avvenimenti, come ha dichiarato alla CNBC e per la perdita del contratto di lavoro per tanti dei suoi colleghi:

“Il mio team si è svegliato con un calcio acuto nei pantaloni questa mattina. Le e-mail che abbiamo inviato a una ventina di contatti di costruzione di caricabatterie diversi sono state rimbalzate con la stessa lettura automatica: “Questo indirizzo email non è più valido. Eventuali e-mail future inviate a questo indirizzo non saranno ricevute”.