Finisce il monopolio sindacale in Rai ed inizia una nuova fase. È nato il sindacato Unirai-Liberi Giornalisti. Il segretario Francesco Palese ha parlato a Tag24 delle recenti proteste all’interno della Radiotelevisione italiana e ha spiegato che il concetto di ‘TeleMeloni‘ è un’invenzione.

Il segretario dell’Unirai Palese a Tag24 sulle proteste: “Polveroni sul nulla”

Il percorso è ancora lungo ma Unirai, il nuovo sindacato della Rai, ha inaugurato una nuova stagione nella Rai mettendo fine al monopolio di Usigrai. Il segretario Palese spiega a Tag24 quali saranno i prossimi passi del sindacato e se in futuro ci sarà un confronto con Usigrai. Spazio ad un commento anche sul recente sciopero della Rai, negli scorsi giorni ci sono stati scontri molto accesi all’interno della Radiotelevisione italiana fra i giornalisti per via della protesta. Non sono mancate le polemiche ed accuse anche da parte di quotidiani nazionali.

Tg1 e Tg2 sono andati ugualmente in onda affondando – per alcuni – lo sciopero indetto giorni prima. Tanti i commenti negativi contro le edizioni dei telegiornali della Rai andati in onda verso le 13 e le 13:30. Nonostante tutto il sindacato Usigrai ha definito l’azione come un successo affermando che c’è stata un’adesione del circa 75%.

Come nasce Unirai?

“Unirai è stata presentata il 30 novembre come un’associazione di giornalisti dello tv di Stato, abbiamo messo insieme persone provenienti da percorsi diversi e che non provenivano dallo stesso sindacato per cercare di aggregarle in questa forma di cambiamento. La risposta è stata molto ampia: abbiamo riempito la sala con 450 persone. Dal basso è nata la spinta di trasformare Unirai in un sindacato: il 16 dicembre ci siamo costituiti come tale per fornire un’alternativa al vecchio sindacato. In quattro mesi abbiamo raggiunto e superato quota 350 iscritti”


Perché avete sentito l’esigenza di un altro sindacato in Rai? L’Usigrai dettava legge? Cosa succedeva prima?

“L’Usigrai non dettava legge ma eravamo in una condizione di monopolio, se c’è un solo sindacato e viene gestito per anni e anni dalla stessa corrente sindacale c’è un problema per quanto riguarda il pluralismo”


La nascita di Unirai segna un punto storico nella Rai, arriva un nuovo sindacato…

“Si tratta di un nuovo punto di inizio, una svolta. Ci sarà da lavorare nei prossimi mesi e nei prossimi anni per essere credibili agli occhi dei colleghi: il sindacato deve portare a casa i risultati e tutelare i suoi iscritti. Oggi facciamo ancora una battaglia di sopravvivenza e riconoscimento, qualcuno metteva finanche in discussione la nostra esistenza”


C’è un termine che viene spesso utilizzato dall’opposizione quando si parla della Rai: “TeleMeloni”. Cosa ne pensa? Esiste ‘TeleMeloni’?

“Telemeloni è un’invenzione da parte di un circo che io definisco politico, mediatico e sindacale che parte dal Partito Democratico, passa da Repubblica e finisce con Usigrai. Telemeloni non esiste e se esiste vuol dire che esistevano anche TeleDraghi, TeleRenzi, TeleMonti, TeleConte I, TeleConte II…Da quando c’è la Meloni al governo la legge che regola i meccanismi di nomina della governance Rai non è stata cambiata. Contrariamente a quello che si legge, la par condicio sarà uguale a quella che c’è sempre stata: la legge che la regola non è mai cambiata. Stiamo facendo polveroni sul nulla: c’è una legge del 2000 e una del 1993 che regolano la par condicio”

Il commento sullo sciopero Rai


Lo sciopero Rai è stato al centro del dibattito nazionale, sui vostri profili social troviamo dati sulla partecipazione. Ha preso realmente parte un numero così alto di persone?

“Ieri è uscita una nota di fonti Rai che parla di un’adesione a livello nazionale del 56% rispetto ai contrattualizzati. A me piace sottolineare il dato del Tg1 e del Tg2, nel primo caso il 70% ha lavorato mentre al Tg2 il 51%. Abbiamo avuto percentuali simili anche ad Approfondimento, al Day Time e a Rainews che è considerata la roccaforte dell’Usigrai assieme al Tg3. Due edizioni del Tg2 – Puglia e Molise -sono andate in onda. Tanti colleghi hanno lavorato in tutta Italia, da Bolzano a Catania: ciò dimostra che Unirai è una forza di cambiamento”

“Per la prima volta in Rai c’è una forza di cambiamento, Repubblica dice che noi siamo qualcosa di diverso da un sindacato ed ha ragione: noi siamo una forza di cambiamento, la Rai deve essere rivoluzionata a partire dall’interno”


Vi confronterete in futuro con Usigrai?

“Se ci accetteranno come sindacato sì, sarà difficile se sostengono invece che siamo abusivi, un sindacato giallo che non ha le prerogative nemmeno per parlare. Arriveremo ad un confronto quando apriranno gli occhi, adesso sono ancora in una fase di accettazione e poi arriverà la reazione. Spero che si superi presto la fase di accettazione, l’unico requisito per parlarmi è essere intelligenti: in Usigrai ci sono molte persone intelligenti e penso che si possa parlare”

“Devono accettare che esiste un altro soggetto sindacale. Si parla di democrazia ma alla prova dei fatti ci si presenta spesso poco democratici”

Quali saranno i prossimi passi dell’Unirai?

“Dobbiamo completare il nostro percorso per arrivare ad una piena agibilità su tutti i fronti, ci stiamo lavorando ma sappiamo come arrivare ed in quali tempi”