La dichiarazione IVA per l’anno di imposta 2023 ha una scadenza ordinaria fissata al 30 aprile 2024. Tuttavia, è possibile presentarla entro il 29 luglio 2024 con un ritardo di massimo 90 giorni, che la rende una “dichiarazione tardiva“. In questo caso, viene applicata una sanzione compresa tra 250 e 2.000 euro. Per evitare l’applicazione della piena sanzione, il contribuente può utilizzare il ravvedimento operoso, beneficiando di una sanzione ridotta a 25 euro (1/10 del minimo previsto), purché la presentazione avvenga entro i 90 giorni successivi alla scadenza ordinaria. Il contribuente può comunque detrarre i pagamenti già effettuati, il credito dell’anno precedente e le imposte delle liquidazioni effettuate.

Dichiarazione IVA tardiva 2024: presentazione oltre i 90 giorni

Se la dichiarazione non viene presentata entro il termine del 29 luglio 2024, sarà considerata omessa. In questo caso, la dichiarazione sarà comunque un titolo per la riscossione delle imposte dovute, ma le sanzioni saranno notevolmente più pesanti. Inoltre, per le dichiarazioni omesse, incomplete o infedeli relative alle liquidazioni periodiche IVA, è prevista una sanzione fissa che varia da 500 a 2.000 euro. Tale sanzione è ridotta alla metà se la trasmissione corretta avviene entro 15 giorni dalla scadenza originaria.

Ravvedimento operoso per la dichiarazione IVA tardiva

Il ravvedimento operoso è un’opportunità per i contribuenti che presentano la dichiarazione tardiva. Se la presentazione avviene entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria del 30 aprile, il contribuente può sanare l’irregolarità pagando una sanzione ridotta di 25 euro. Questo sistema permette di regolarizzare la situazione senza incorrere nelle sanzioni massime, offrendo un modo conveniente per mettersi in regola.

Dichiarazione IVA 2024 per soggetti che non usano la semplificazione

Per i soggetti passivi che non si avvalgono della semplificazione prevista dall’art. 21-bis c. 1 DL 78/2010, è obbligatorio presentare la comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA del quarto trimestre 2023 entro il 29 febbraio 2024. Successivamente, devono presentare la dichiarazione IVA 2024 entro la scadenza ordinaria, dal 1° febbraio al 30 aprile 2024. Chi non rispetta questo termine si trova nella categoria delle dichiarazioni tardive e, se oltrepassa i 90 giorni, sarà soggetto alle sanzioni previste per l’omissione.

Come abbiamo visto, il quadro normativo consente ai contribuenti di correggere eventuali errori o ritardi attraverso il ravvedimento operoso, un’opzione che può aiutare a evitare le penalità più severe. Tuttavia, comprendere bene le normative e le scadenze è fondamentale per rimanere conformi alla legge fiscale e rispettare i tempi previsti.

Dichiarazione IVA omessa: sanzioni

Inizio modulo

Quando la dichiarazione IVA non viene presentata entro i 90 giorni successivi alla scadenza del 30 aprile 2024, è considerata omessa. Non è possibile regolarizzare questa omissione tramite ravvedimento operoso. Se però il contribuente presenta la dichiarazione spontaneamente, senza che siano iniziati controlli ufficiali, entro il termine per la dichiarazione dell’anno successivo, può beneficiare di una sanzione amministrativa ridotta, compresa tra il 60% e il 120% dell’imposta dovuta, con un minimo di 200 euro. In caso di mancato debito d’imposta, la sanzione varia da 150 a 500 euro.

Dichiarazione IVA omessa: conseguenze penali

Oltre alle sanzioni amministrative, l’omissione può avere conseguenze penali. L’art. 13 del D.Lgs. 74/2000 prevede una causa di non punibilità per l’eventuale reato dichiarativo correlato se il contribuente presenta la dichiarazione omessa spontaneamente entro il termine dell’anno successivo, prima che inizi qualsiasi accertamento.

Dichiarazione IVA tardiva: scadenze 2024

Anche se la scadenza ordinaria per la dichiarazione IVA 2024 è il 30 aprile, i contribuenti hanno tempo fino al 29 luglio per presentarla in forma “tardiva”. In questo caso, sarà considerata pienamente valida al pari di quella presentata entro la scadenza, ma accompagnata da una sanzione di 250 euro, ridotta a 25 euro tramite il ravvedimento operoso. Se alla tardività della dichiarazione si accompagna un versamento carente o tardivo del tributo, la sanzione del 30% per omesso versamento può anch’essa essere ridotta tramite il ravvedimento.