La minaccia della Russia non deve essere sottovalutata. E’ l’allarme lanciato dal commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, alla sinistra italiana. Il rischio secondo l’ex presidente del Consiglio è un ventennio di incertezze e tensioni.

L’Italia rischia la procedura di infrazione da parte dell’Europa? Il Commissario Ue non esclude l’eventualità e poi tira le orecchie al Governo per l’approvazione con il Decreto Pnrr dell’emendamento che finanzia le associazioni pro-vita nei consultori.

Gentiloni, ai microfoni di SkyTg24, ha anche parlato del Jobs Act dicendo di non essersi mai pentito di aver approvato la riforma oggi al centro di una raccolta firme da parte della Cgil per la promozione di un referendum abrogativo.

Guerra in Ucraina, l’allarme di Gentiloni: “Sinistra non sottovaluti minaccia Russia”

Il Commissario Ue per l’Economia richiama la sinistra italiana a non sottovalutare la minaccia rappresentata dalla Russia per la stabilità europea, che dovrebbe essere – secondo Paolo Gentiloni – la “nostra ossessione”.

“E’ fondamentale, parlando della sinistra italiana, non sottovalutare la minaccia della Russia: credo che questa deve essere un pò la nostra ossessione. Non dico che dobbiamo andare in guerra, ma che dobbiamo creare le condizioni affinché Putin non vinca in quanto si creerebbero le condizioni per 10-20 anni molto pericolosi”.

Gentiloni ha, quindi, sottolineato la necessità di una difesa comune europea.

Procedura di infrazione per l’Italia? Gentiloni non lo esclude: “Sapremo a giugno”

Non solo l’Italia, ma sarebbero diverse le nazioni europee a rischio di procedura di infrazione dal parte dell’Europa.

La decisione è fissata per fine giugno, quando si saprà se anche il nostro paese sarà presente nella lista dei cattivi di Bruxelles.

“Decideremo alla fine di giugno, ma è lecito immaginare che ci siano una serie di Paesi, non un paio ma molti di più, che entreranno in questa procedura d’infrazione”

ha detto il commissario Gentiloni che poi ha evidenziato come le crisi geopolitiche in corso, in Ucraina e Medio Oriente, stiano rallentando i tentativi di ripresa dell’economia Europea.

Gentiloni: “Jobs act? Non mi sono mai pentito. I fondi alle associazioni pro-vita non c’entrano con il Pnrr”

Non si è mai pentito della riforma del lavoro votata nel 2014 quando faceva parte del Governo Renzi, quel Jobs Act ritornato al centro delle polemiche dopo dieci anni a causa del referendum proposto dalla Cgil e che una parte del Partito Democratico – tra cui la segretaria nazionale Elly Schlein – ha deciso di firmare. Referendum che lui ha confermato di non aver intenzione di firmare.

Il commissario Ue tira, infine, le orecchie al Governo per l’inserimento nel Decreto Pnrr del contestato emendamento di Fratelli d’Italia che prevede il finanziamento delle associazioni pro-vita all’interno dei consultori.

Un provvedimento fortemente avversato dalle opposizioni e che ha fatto storcere il naso anche a molti della maggioranza, poiché considerato un tentativo di limitare la libertà di interruzione di gravidanza delle donne.

“A Bruxelles si è chiarito che queste misure ed emendamenti non avevano nulla a che fare con il Pnrr”

ha commentato Gentiloni riferendosi anche l’inserimento da parte dell’Italia nel Pnrr delle spese per i centri per l’accoglienza di migranti in Albania.

“A noi basta ribadire che questi provvedimenti non c’entrano nulla con il Pnrr”.