Si volta pagina, si cambia disco. E’ tempo di nuova musica per gli Sugarfree. La band popolarissima in Italia nei primi anni duemila, a partire dal grande singolo “Cleptomania”, rivede accesi i riflettori sui suoi nuovi progetti.

Nel 2004 hanno visto il loro apice con tutti i fan che cantavano a squarciagola la canzone d’esordio, ma avevano formato il gruppo già nel 2000, a Catania, tra esibizioni, cover, live e tanta passione per la musica.
Un successo clamoroso che è arrivato fino a circa 60mila copie vendute, un record significativo, il traguardo del disco di platino e poi la partecipazione all’edizione 2006 del festival di Sanremo con il brano “Solo lei mi dà.”


Nel 2008 c’è stata, a coronare la fama, anche a livello cinematografico, la collaborazione con lo scrittore e regista Federico Moccia per il brano, colonna sonora dell’omonimo film, “Scusa ma ti chiamo Amore.”

Poi ancora rinnovamenti e un cambiamento significativo di frontaman. Nel 2009 Alfio Consoli era subentrato al posto di Matteo Amantia Scuderi ma, nel 2014, il cantante, nucleo centrale della band sin dagli esordi, è ritornato sui suoi passi, insieme al batterista Giuseppe Lo Iacono.

Tag24.it ha avuto l’occasione di intervistare il frontman della band, Matteo Amantia che si è aperto sia dal punto professionale artistico, sia dal punto di vista umano. Ha esplorato tutto il percorso degli Sugar e approfondito il genere musicale esplorato nel nuovo brano “Non è l’amore.”

Da ora si scrive una nuova storia. Se per molto tempo non abbiamo sentito parlare della band, questo è il momento di fare un nuovo album, esplorare campi di sperimentazione, dalla musica elettronica, alla libertà di espressione. Adesso, gli Sugar, sono veramente “free.”

Il grande ritorno degli Sugarfree: da Cleptomania a “Non è l’amore”, cosa hanno fatto fino ad ora?

D: Parlaci di questo ritorno. Cosa avete fatto in questo periodo in cui non vi abbiamo più sentiti e come avete deciso di ritornare?

R: In realtà in questi anninon ci siamo mai fermati, da quando siamo ritornati insieme con gli Sugarfree dal 2014 o 2015. 

Abbiamo in realtà prodotto pochissimi brani nuovi, considerando che abbiamo fatto uscire, cinque singoli o sei singoli in dieci anni, per cui veramente pochissimo.

Ci siamo concentrati invece molto sui live, che la prima cosa che ci mancava.

Ogni estate, per esempio, abbiamo fatto un tour che ha toccato varie parti d’Italia e ci siamo dedicati ai concerti. A livello produttivo in questi anni ci siamo anche dedicati ognuno ad altre cose, per cui abbiamo avuto anche poco l’ispirazione di scrivere nuovi brani.

Da un anno e mezzo circa a questa parte ci è tornata la voglia di comporre, il bisogno di scrivere.

Dal punto di vista musicale siamo stati abbastanza attratti dalle sonorità elettroniche.

Gli Sugarfree tornano con nuova musica: il brano “Non è l’amore”


D: Il nuovo brano è un po’ un punto di partenza, come si chiama?

R: “Non è l’amore” è un singolo da cui inizia un punto di svolta. Da qui stiamo producendo e abbiamo già dei brani nuovi.

Rappresenta il frutto di una ricerca nel campo dell’elettronica che abbiamo fatto, avvalendoci anche di un arrangiatore e produttore, si chiama Emiliano Pat Legato.

Lui ha lavorato anche con i Simple Minds, quindi ha un’esperienza anche sull’elettronica e ci ha dato una grossa mano per questo primo brano totalmente elettronico degli Sugarfree.

Gli Sugarfree si sono mai sciolti? Matteo Amantia: “C’è stato uno stacco”

D: Quindi non avete mai litigato, non vi siete sciolti? 

R: No, diciamo che abbiamo avuto un periodo di stacco dal 2009 circa al 2014 in cui io sono uscito dalla band, ho fatto un album da solista, mi sono dedicato ad altre cose, allora hanno continuato con un altro cantante.

Poi nel 2014 siamo tornati insieme, dedicandoci ai live. Da un anno e mezzo ci siamo rimessi a lavoro.

Abbiamo anche cambiato management e ci stiamo trovando benissimo con questo nuovo, perché soprattutto ci aiuta e ci dà stimoli dal punto di vista comunicativo.

Non siamo più nel 2000. Il rapporto con i social e con il pubblico

D: Qual è il vostro rapporto con i social?

R: Grazie a questo nuovo management ci stanno dando una grande mano dal punto di vista comunicativo perché noi siamo un po’ retrò in questo senso, quindi adesso a livello di comunicazione social ci stiamo.

A certi livelli diventa proprio un lavoro, devi stare lì tutto il tempo e forse non abbiamo neanche così tanto la voglia di stare sempre sui social.

Ciò nonostante, grazie a questa squadra di ragazzi giovanissimi, uno staff completo, abbiamo organizzato le cose in maniera tale che si passono fare meglio senza bisogno di stare sempre lì.

Hanno avuto anche delle idee molto carine, hanno dato una grossissima mano. Instagram, Facebook e TikTok sono già lanciati.

D: Com’è stata l’accoglienza del pubblico con questo ritorno?

R: L’affetto c’è e anche la stima, quindi va benissimo così. Ai concerti troviamo sempre un pubblico che ci accoglie sempre in maniera calorosa. Dal punto di vista produttivo siamo usciti poco, il nuovo brano tuttavia, preannuncia l’uscita di altri e probabilmente di un album dove li metteremo insieme tutti.

I feedback che abbiamo avuto da parte del fanbase, ma anche del pubblico in generale, è super positivo. Fino ad ora non abbiamo avuto un commento, una critica negativa, siamo molto contenti.

Chi sono oggi i componenti degli Sugarfree?

R: Della formazione originale, quindi degli Sugar, quando sono nati nel 2004, siamo rimasti io e Giuseppe Lo Iacono, che è il batterista. 

Nei concerti ci sono anche altri musicisti, c’è Mario Nasello al basso, Jacopo Russo alla chitarra e Samuele D’Amico alle tastiere e computer. Io e Giuseppe in particolare scriviamo.

D: Chi scrive le canzoni, chi la musica negli Sugarfree?

R: Sciviamo noi. Per quanto riguarda l’ultimo brano, Giuseppe ha scritto la musica e io il testo, così come molti altri brani. 

Apprezziamo anche autori esterni che ci mandano dei brani, siamo aperti anche a queste proposte. Le facciamo nostre, riarrangiamo, o reinterpretiamo.

D: A che tipo di progetti futuri vi aprite?

R: Non vogliamo porci dei limiti, soprattutto a livello musicale. In passato ne abbiamo già avuti e non ne vogliamo avere.

Gli Sugar Free scrivono “Scusa ma ti chiamo amore”. Amantia: “Non eravamo completamente liberi”

D: Avete fatto parlare di voi anche per il brano colonna sonora del film “Scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia, ci sono questo genere di progetti in pentola?

R: Per il momento no. Quell’esperienza, tra l’altro, è stata particolare. C’erano molti interessi sia da parte della casa discografica, sia da parte di Moccia che ha voluto mettere la sua. Hanno richiesto modifiche anche a livello artistico.

Quindi a maggior ragione in questo momento vogliamo essere liberi da questo tipo di condizionamenti.

Perché Matteo Amantia ha lasciato gli Sugarfree nel 2009?

D: Tu hai lasciato e poi sei rientrato negli Sugarfree, parlaci di questa scelta.

R: Allora, io sono uscito dagli Sugarfree perché ero un po’ al limite della sopportazione per certi aspetti che riguardavano soprattutto la casa discografica e i limiti che questa poneva.

D: Musicali, espressivi, oppure commerciali?

R: Sì, tutto. Anche artistici, sulle canzoni, su quello che dovevamo produrre, sullo stile su cui dovevamo orientarci. Ero arrivato un punto di saturazione, per cui ho fatto un po’ il mio album da solista, che era quasi stato uno sfogo. 

Dopo mi sono anche dedicato ad altro, ho cercato di rallentare i ritmi musicali fino a quando. nel 2014 ci siamo rincontrati con Giuseppe e devo dire che ci siamo un po’ ritrovati, abbiamo parlato molto, abbiamo chiacchierato e abbiamo deciso  di rimettere  il nucleo della band senza  quei vincoli che c’erano prima, quindi sicuramente con più libertà espressiva e anche con più naturalezza.

Abbiamo voluto fare live proprio per ritrovare quel contatto col pubblico che in effetti ci è mancato parecchio e quindi siamo stati presenti. Ogni estate abbiamo fatto un tour estivo e devo dire che è stato molto bello.

Adesso è rinata anche la scintilla produttiva, quella dell’ispirazione nello scrivere e lo stiamo facendo. 

La musica è sempre al centro dell’attenzione dei telespettatori italiani che questa sera ascolteranno i brani dell’Eurovision.