Sono davvero molto pochi i fortunati che, pur decidendo di sfidare la fortuna, riescono a vincere al gioco: ma le vincite devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi? Come sono tassate le vincite al gioco?

Nel corso degli anni, le regole sono cambiate e la tassazione di somme vinte al gioco cambia in base alla tipologia dello stesso e all’entità della vincita.

Se la vincita avviene nel territorio nazionale oppure all’interno dell’Unione Europea, allora non dovrà essere indicata nella dichiarazione dei redditi. Le regole cambiano se si vincono somme in Stati che non fanno parte dell’UE.

Vediamo come vengono tassate le vincite e in quali casi si devono dichiarare.

Come sono tassati giochi e vincite

Chiariamo subito che le vincite al gioco e i premi sono tassati e le stesse regole sulla tassazione cambiano molto frequentemente.

Viene definita “tassa sulla fortuna”, una tassa con la quale lo Stato riceve una parte delle vincite. Molto tempo fa, era presente un sistema di tassazione, una sorta di flat tax, che prevedeva una percentuale identica per tutti i premi, indipendentemente dall’entità degli stessi. La percentuale della tassa era prima pari al 6% e, poi, al 12%.

Con il tempo le regole sono cambiate più volte e, adesso, sono presenti tassazioni diverse in base al tipo di gioco e anche all’entità della vincita.

Il gioco e le scommesse sono attività controllate dallo Stato e gestite da agenzie o società che hanno ricevuto i dovuti permessi e convenzioni.

Va da sé l’illegalità di alcune pratiche di gioco, ovvero le scommesse clandestine, per le quali si rischia il pagamento di una multa fino a 516 euro e l’arresto fino a 3 anni.

Soprattutto, ma non solo, nel gioco online, è bene fare molta attenzione a non trovarsi in situazioni di questo tipo, per esempio, scegliendo un portale e non accorgendosi della mancanza di tutte le autorizzazioni necessarie.

Le vincite al gioco devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi

Le vincite vengono tassate alla fonte. Ciò vuol dire che i vincitori non devono più di tanto preoccuparsi della tassazione, in quanto riceveranno il premio netto.

Infatti, sarà compito del gestore applicare la ritenuta alla fonte, in quanto operante in qualità di sostituto d’imposta. Proprio per questo motivo non sarà necessario dichiarare i premi perché quanto dovuto è già stato pagato ancora prima di incassarlo.

Tuttavia, ciò non esenta il vincitore dal conservare la documentazione, come la ricevuta di vincita, in caso di futuri accertamenti fiscali. Va considerato che le vincite fino a 500 euro, nella maggior parte dei casi, non vengono neppure tassate.

Cosa succede in caso di accertamento fiscale

Come tutto, del resto, anche le vincite al gioco potrebbero essere oggetto di accertamenti fiscali. In particolar modo, quelle particolarmente notevoli.

Cosa fare? Come accennato, è molto importante aver cura di conservare la documentazione attestante la vincita, in modo tale da poter giustificare e dimostrare di avere tutte le “carte in regola”.

Quindi, è bene conservare la ricevuta di vincita ed esibirla in caso di accertamenti o contestazioni. Si tratta di una regola che deve essere seguita sia che si tratti di giochi fisici che di giochi online. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18245 del 07 giugno 2022, ha affermato che il contribuente deve poter fornire una prova analitica delle vincite realizzate. Non basta, quindi, essere in possesso delle informazioni riguardanti gli accessi dei siti online.

In definitiva, per evitare qualsivoglia problema è sempre bene conservare la documentazione, un po’ come avviene, per esempio, quando si fruisce di agevolazioni o bonus.

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