Occupata la Federico II di Napoli. Gli studenti chiedono lo stop alle relazioni tra l’Unversità partenopea e quelle e quelle israeliane oltre alle dimissioni del rettore dalla Fondazione Med-Or, legata all’azienda pubblica Leonardo. “Abbiamo chiesto il mese scorso al rettore Lorito di dimettersi dalla Med-Or e Lorito perché vogliamo che la nostra università cessi tutti gli accordi con aziende belliche. Abbiamo un’estrema pressione da parte delle forze dell’ordine all’interno dei nostri poli. Una presenza che diventa insostenibile perché gli spazi democratici si riducono sempre di più”, affermano gli studenti.
A Napoli la Federico II viene occupata per la protesta degli studenti: “Stop al genocidio”
Questa mattina, mercoledì 7 maggio 2024, l’Università degli Studi di Napoli Federico II è stata occupata per protesta dalla “Rete studentesca Palestina” formata da alcuni studenti. Un’iniziativa dovuta ai fatti recentemente accaduti che riguardano l’inasprimento della situazione tra Palestina e Israele e che proprio nelle precedenti ore ha visto un bombardamento a Rafah.
Nella serata di ieri, infatti, le forze israeliane hanno bombardato a tappeto prendendo di mira le aree a est della città di Rafah, nel sud di Gaza. Bombardamenti che sono accompagnati dal lancio di alcuni razzi nella zona orientale.
A valle di quanto accaduto a Rafah alcuni portavoce di questo messaggio hanno parlato ai microfoni di Tag24 in esclusiva per dar voce al pensiero di tanti ragazzi presenti nella sede di Porta di Massa dove ha avuto luogo la principale occupazione:
“Abbiamo colto la chiamata internazionale di mobilitazione universitaria partita dagli Stati Uniti. Ieri, dopo aver visto le immagini dei bombardamenti che sono avvenuti a Rafah, con l’inizio dell’invasione di Rafah, abbiamo deciso di occupare il cortile della nostra università per chiedere uno schieramento per uno ‘Stop al genocidio’.
Sono mesi che, tramite le pratiche del boicottaggio accademico, chiediamo questa cosa. Abbiamo chiesto il mese scorso al rettore, davanti a 500 studenti, di dimettersi dalla Med-Or e Lorito continua a scappare da noi studenti. Vogliamo che la nostra università cessi tutti gli accordi con aziende belliche, tra cui la Leonardo, e vogliamo che la Federico II si schieri per lo ‘Stop al genocidio’ affinché la Palestina sia libera“.
La richiesta principale riguarda la presa di posizione da parte del rettore Matteo Lorito, in quanto prima voce della Federico II, di annullare qualsiasi accordo con le aziende belliche che alimentano il fuoco israeliano contro la Palestina.
Richiesta che fin qui non è stata ascoltata, nonostante siano passate diverse settimane, e per cui adesso si chiedono le dimissioni poiché considerata inaccettabile la posizione da parte dell’università in questo scenario grottesco.
Gli studenti si sfogano: “La pressione delle forze dell’ordine è alta. L’impatto di questa guerra sulle nostre vite è pesante”
A gran voce gli studenti approfittano dell’occupazione per sottolineare la pressione che nell’ultimo periodo hanno sentito sempre più incombente su di loro. Insistenza che influenza inevitabilmente gli spazi dedicati alla discussione e allo scambio di idee democratiche.
La denuncia viene proprio da alcuni ragazzi presenti a Porta di Massa che hanno sottolineato quanto stia diventando una situazione sempre meno sostenibile e sempre più delicata a fronte di un comportamento sereno e per niente provocatorio nei confronti delle forze dell’ordine anche oggi presenti a presidiare la protesta pacifica ambientata nel cortile dell’università:
“In più di un’occasione abbiamo un’estrema pressione da parte delle forze dell’ordine all’interno dei nostri poli, una presenza che diventa insostenibile perché gli spazi democratici si riducono sempre di più. In diverse occasioni, come oggi in un altro polo, abbiamo trovato tutto sbarrato dalla Digos.
C’è uno spreco incredibile di fondi per le forze dell’ordine – precisa un altro ragazzo. Da stamattina è presente una camionetta fuori l’università ma non c’è stato motivo di pericolo, la nostra protesta è pacifica”.
Il tutto, secondo gli studenti, si aggiunge ai vincoli della guerra che minano da mesi ormai le condizioni di vita di più e più persone, prendendo piede nelle quotidianità della vita che diviene più complessa per tutti e che in alcuni aspetti è promotrice di uno spreco di soldi considerevole.