“Questa notte è ancora nostra”, cantava Antonello Venditti quarant’anni fa, nel 1984, offrendo agli ascoltatori i versi di una delle sue canzoni più famose, quella intonata almeno da tutti i giovani maturandi ogni anno, sul volgere d’estate, dai quartieri di Roma a tutta Italia, con la passione fervente della gioventù, della nostalgia, della paura e delle prime esperienze.
E Antonello Venditti oggi, 7 maggio 2024, ricorda e celebra quel brano al Ministero della Cultura, promuovendo l’iniziativa “Notte prima degli esami 1984-2024”, patrocinata proprio dal MiC, per avviare un grande tour nei siti artistici più suggestivi della penisola.
Il progetto celebrativo dell’iconico album “Cuore” è stato presentato davanti al ministro Gennaro Sangiuliano e al sottosegretario Gianmarco Mazzi. Il cantautore, nel corso della conferenza stampa ha sottolineato quanto è importante la musica leggera non solo nella cultura, ma anche e soprattutto nel nostro quotidiano e nel nostro senso civile.
L’inviato di Tag24.it Thomas Cardinali, ha ripreso le sue profonde parole rivolte alla platea. Secondo il cantante, la musica dovrebbe entrare nella stessa Costituzione, essere sostenuta dal governo.
Antonello Venditti festeggia i 40 anni di “Notte prima degli esami al MiC”: “La musica dovrebbe entrare in Costituzione”
Un discorso significativo, quello di Antonello Venditti al Ministero della Cultura, che vuole celebrare le canzoni del suo album del 1984, si, ma che intende soprattutto avvicinare la musica alle istituzioni:
“Non ho mai smesso di essere alunno. Quando qualcuno mi chiede il titolo di professore, forse dovrei dire che sono dottore, perché sono laureato in giurisprudenza e ho una specializzazione in filosofia del diritto.
Titolo che mi servirà affinché la musica contemporanea, leggera , entri in Costituzione, abbia la sua dignità. È l’unica arte che non è riconosciuta da nessun governo: né di destra, né di sinistra, né di centro.
Nessuno ha pensato che la musica popolare contemporanea deve essere sostenuta.”
Bisogna una dignità alla musica, Venditti: “Non solo nei talent e in tv”
L’arte musicale, presentata con una riflessione profonda di Venditti, è la grande esclusa dal governo, dalle cerimonie istituzionali, dai riconoscimenti fuori dai talent, la tv, la grande distribuzione commerciale:
“Il talento non va lasciato soltanto al multinazionale, alla televisione o ai talent. Noi abbiamo bisogno di questo, essere riconosciuti.
Bisogna dare dignità a De Andrè come a Geolier. Se non ci fosse stata la musica contemporanea popolare questo paese non sarebbe stato com’è ancora:
Unito malgrado tutte le differenze che ci sono, le complicazioni di un grande paese democratico come questo.”
La musica popolare che accompagna sempre gli italiani
E ricorda i tempi in cui la musica c’è stata per gli italiani nei suoi momenti più difficili. Il suo potere di solidarietà, di unione, di forza nonostante ogni scoglio da superare:
“Se non ci fosse stata la musica dai balconi durante il Covid? Se non ci fosse tutti i giorni la musica popolare contemporanea a cantare per tutti noi la vita, come sarebbe?
È la prima cosa che fa un uomo, una donna, quando nasce, fare un verso, cantare.
Mi spiace rimanerci male quando ci sono i David di Donatello, perché la musica non ha lo stesso riconoscimento a livello governativo, qualcosa che sia presente anche a livello sociale, che riguardi lo Stato nella nostra vita.”
Antonello Venditti chiede l’entrata in Costituzione della musica: “Come per lo sport, o il cinema”
Oltre al progetto in collaborazione con il MiC, ciò cui auspica il cantante è un grande rinnovamento, una legge che porti le canzoni, gli artisti, le voci all’interno della nostra Costituzione.
“Mi piacerebbe portare questo mio volere, molto semplice: che la musica popolare, contemporanea, entri nella nostra Costituzione.
Così come succede con lo sport, o anche con tutte le arti : il cinema, il teatro. La musica non ha luogo di lavoro, si svolge ovunque, negli stati, nei teatri, dove capita.
Molto diventa poco rispetto a quello che si può fare e quindi io consacro questa mia conferenza di questo mio compleanno con questo sogno che dovrebbe diventare realtà.
Pensateci. Preferirei essere ricordato nella mia vita per quello che diventerà una legge, spero dello Stato, piuttosto che per tutte le canzoni che ho scritto, perché le canzoni stanno lì, ma le leggi bisogna ancora scriverle.”
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