E’ tempo di nostalgia, celebrazioni, momenti di riflessione importanti al Ministero della Cultura. Nel 1984 Antonello Venditti offriva al mondo della musica italiana un inno alla gioventù con uno dei suoi brani più famosi “Notte prima degli esami”.
Dopo quarant’anni, il 7 maggio 2024, per ricordare e celebrare quel brano e l’album “Cuore”, il cantante è avviato il progetto “Notte prima degli esami 1984-2024”, patrocinata dal MiC, con l’intento di promuovere un grande tour nei luoghi più prestigiosi d’Italia per la cultura e per l’arte.
Durante il suo intervento, ripreso dall’inviato di Tag24.it, Thomas Cardinali, il cantautore ha offerto una profonda riflessione sui conflitti che sfiancano il mondo intero, dalla guerra in Medio Oriente al conflitto ucraino-russo.
Antonello Venditti al MiC riflette contro le guerre: “Tutti parlano dei loro interessi”
Il cantante, durante l’evento, espresso evidente preoccupazione per il dilagare delle guerre nel mondo, ha criticato il fatto che spesso si parli di guerra o pace in base agli interessi nazionali, anziché adottare una prospettiva globalista e più solidale.
“Non è una bella prospettiva cantare un mondo pieno di guerre. La mia generazione si interessava a quello che succedeva anche agli altri, ma qui mi pare che si parla di guerra o di pace a seconda che tocchi o meno i propri interessi. Noi avevamo un’idea internazionalista, globalista del mondo”
Antonello Venditti sulle guerre: “Tutti gli stati sono terroristi”
Il cantante si è soffermato anche sul fallimento delle istituzioni internazionali nel risolvere i conflitti, sulla pace nel mondo, e sul fatto che tutte le nazioni devono assumersi la responsabilità di promuovere la pace e la cooperazione internazionale, aldilà degli interessi più individuali:
“Tutti gli Stati sono terroristi, è un fallimento di tutte le istituzioni internazionali, a partire dall’Onu e non riusciamo a mettere ordine. Sarà dura fare una sintesi ma ci vuole buona volontà, quindi chi fa la pace per primo vince. Perché segna un principio: comincia a dare la mano invece di dare un cazzotto e vedi che le cose cambiano”.
Recupera anche il discorso sulla dignità della musica che dovrebbe essere, secondo Venditti, riconosciuta dal governo.