La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) è un’indennità di disoccupazione introdotta in Italia con il decreto legislativo n. 22 del 2015, una misura fondamentale del cosiddetto Jobs Act. Questa prestazione è destinata ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro, offrendo un sostegno economico temporaneo durante il periodo di ricerca di una nuova occupazione. Tuttavia, il beneficio della NASpI può anche incorrere in decadenza: ciò significa che il beneficiario ne perde il diritto. Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che la decadenza avviene anche in un particolare caso, in merito al lavoro autonomo.

Decadenza NASpI: la regolamentazione delle attività autonome

Secondo l’articolo 11, comma 1, lettera c) del decreto legislativo n. 22/2015, esistono precisi obblighi per i beneficiari della NASpI che decidono di intraprendere un’attività lavorativa autonoma. È stipulato che l’inizio di tale attività lavorativa indipendente, o di impresa individuale, deve essere comunicato all’INPS entro un mese dal suo avvio. Il mancato rispetto di questa norma porta alla decadenza dell’indennità.

L’articolo 10 del medesimo decreto legislativo specifica ulteriormente i dettagli di questa comunicazione. Il beneficiario della NASpI che inizia un’attività lavorativa autonoma deve informare l’INPS entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, dichiarando il reddito annuo previsto. Questo obbligo di comunicazione serve per verificare che il reddito generato dall’attività autonoma rimanga al di sotto della soglia che consente di mantenere lo status di disoccupato e, di conseguenza, il diritto a percepire la NASpI.

Decadenza NASpI: cosa dice la sentenza della Corte di Cassazione (n. 11543 del 30 aprile)

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, numero 11543 del 30 aprile, ha messo in luce una causa specifica di decadenza dalla NASpI legata alla mancata comunicazione all’INPS dell’avvio di un’attività lavorativa autonoma. Questo caso è emerso dopo che un lavoratore, non avendo comunicato un’attività autonoma già in corso al momento della domanda per la NASpI, si è visto negare l’indennità dall’INPS. Successivamente, nonostante il tribunale d’appello avesse inizialmente accolto la sua richiesta, l’INPS ha presentato ricorso alla Cassazione, che ha ribadito l’importanza della trasparenza e della comunicazione tempestiva.

La decisione della Corte Suprema ha sottolineato che la perdita del diritto alla NASpI si verifica non solo per le attività autonome iniziate durante il periodo di percezione dell’indennità, ma anche per quelle preesistenti non comunicate tempestivamente all’INPS. È essenziale, quindi, che i beneficiari della NASpI siano completamente trasparenti riguardo la loro situazione lavorativa per evitare la decadenza dell’indennità.

Cosa devono fare i beneficiari della NASpI per evitare di perdere il sussidio

Per i lavoratori che percepiscono la NASpI e intendono iniziare un’attività autonoma, è fondamentale:

  • Comunicare all’INPS l’inizio di qualsiasi attività lavorativa autonoma entro 30 giorni dall’avvio.
  • Documentare accuratamente il reddito previsto dall’attività autonoma per assicurarsi che questo rimanga entro i limiti consentiti per la conservazione dello stato di disoccupazione.
  • Consultare un consulente del lavoro per una gestione accurata e conforme alle normative in vigore, per evitare sanzioni e la decadenza dei benefici.

Requisiti di accesso alla NASpI

Per beneficiare della NASpI, i richiedenti devono soddisfare due requisiti principali:

  • Requisito contributivo: è necessario aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio della disoccupazione.
  • Stato di disoccupazione: il beneficiario deve rimanere in uno stato di disoccupazione per l’intera durata dell’indennità, senza svolgere lavori subordinati o autonomi, mantenendo la disponibilità immediata al lavoro e aderendo a un patto di servizio personalizzato.

Decadenza NASpI: tutti i casi in cui si perde il diritto

Durante il periodo di percezione dell’indennità, la situazione del beneficiario può cambiare, influenzando il diritto alla NASpI. Ecco alcuni scenari che possono causare la decadenza:

Assunzione di nuovo lavoro

Se il beneficiario intraprende un nuovo lavoro con un reddito annuo superiore a 8.174 euro e la durata del rapporto di lavoro supera i sei mesi, si verifica la decadenza della NASpI. In caso di rapporti di lavoro di durata inferiore ai sei mesi, si ha una sospensione temporanea dell’indennità.

Raggiungimento dei requisiti pensionistici

La NASpI cessa anche quando il beneficiario soddisfa i requisiti per la pensione di vecchiaia o per il pensionamento anticipato. In questi casi, il sostegno finanziario è trasferito al sistema pensionistico.

Mancata comunicazione di attività lavorativa autonoma

La recente ordinanza della Corte di Cassazione ha evidenziato una causa specifica di decadenza: la mancata informazione all’INPS della contemporaneità tra la fruizione della NASpI e l’esercizio di un’attività lavorativa autonoma. Questo include anche le attività iniziate prima della domanda di NASpI, che devono essere comunicate entro 30 giorni dalla presentazione della domanda online.

Quando fare la domanda di NASpI

Per evitare problemi, è fondamentale presentare la domanda di NASpI entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.