Un’udienza di grande impatto mediatico, quella al tribunale di Roma a Piazzale Clodio che ha visto oggi, 6 maggio 2024, come protagonista Fedez, accusato di calunnia dal Codacons.

Dopo un’autodifesa in tribunale, durata circa un’ora e mezza, il rapper è uscito dall’aula giudiziaria con atteggiamento trionfante. Si è rivolto con tono di sfida e di vittoria ai giornalisti, dichiarando che il procuratore ha richiesto il “non luogo a procedere” .

Un caso, questo, che vede il suo principio nel 2020, il fatidico anno del Covid, in cui Fedez, con parole decisamente taglienti, denunciò il presunto comportamento scorretto del Codacons riguardo a un banner pubblicizzato per la raccolta fondi legata al virus.
L’accusa di una gestione non trasparente dei proventi ha scatenato una polemica e, successivamente, un vero e proprio confronto a livello legale che ha coinvolto tutte e due le parti, con Fedez che ha inizialmente denunciato il Codacons, per poi ritrovarsi denunciato per calunnia. Adesso, il rapper si dice “sereno”. E ha anche aggiunto una dichiarazione pungente:

E’ l’undicesimo magistrato che mi dà ragione, che il Codacons si mettesse il cuore in pace e si dedicasse ad attività più utili per la pubblica comunità.

Dopo l’udienza di Fedez, il presidente del Codacons Rienzi non è stupito: “La calunnia è troppo difficile da dimostrare”

A seguito dell’udienza, lo stesso presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti, spiegando quanto sia complesso il reato di calunnia e quanto in realtà sia difficile dimostrarlo. Non sembra, quindi, affatto stupito dall’esito di questo incontro a Piazzale Clodio.
Le sue parole sono state catturate dal nostro inviato di Tag24.it, Thomas Cardinali, che ripreso tutto in video.

D: Presidente, com’è andata l’udienza contro colui che si è professato il vostro nemico numero uno, Fedez?

R: Normalmente. Nel modo in cui doveva andare. La calunnia è un reato difficilissimo da dimostrare. Lui dice che ha fatto tutto in buona fede, dal momento che era il nostro banner ad essere ingannevole. Quello stesso banner per il quale abbiamo raccolto 420 euro, noi, ovvero tutta la raccolta fondi.

Io sono riuscito a dire finalmente, prima di uscire, che l’unica cosa non accettabile di ciò che lui ha detto – per il resto può dire quello che vuole- è che noi non abbiamo salvato vite umane come associazione in quell’occasione.
Ho ricordato che a Bergamo, quando i camion trasportavano le bare, tutto quello che era accaduto avveniva, perché continuavano a mettere i malati di Covid nelle RSA, col risultato che morivano tutti gli anziani. Siamo stati noi a bloccarlo ed impedirlo. L’ho voluto ricordare per una semplice questione morale, poi li ho invitati a procedere come desiderassero. Il processo non mi interessa: condannate, assolvete. Non è un problema.

Il comportamento “disordinato” di Fedez in tribunale a Roma, il presidente del Codacons: “Metteva le ginocchia sopra al tavolo”

D: Ha raccontato, però, che Fedez non ha avuto un comportamento molto ordinato in aula.

R: È stato richiamato ogni tanto dal giudice, perché, come i ragazzini, si metteva con le ginocchia e i pantaloncini corti sopra al tavolo. “Stia composto” gli diceva il giudice. Ma è una cosa scontata, normale.

Perché il Codacons ha denunciato Fedez? L’obiettivo

D: Dunque, qual era l’obiettivo della vostra denuncia?

R: In verità, questa denuncia è stata fatta dal Pubblico Ministero che disposto l’imputazione coatta. Allora, noi abbiamo presentato una querela, perché aveva affermato che col nostro banner imbrogliavamo i consumatori. Per noi questa cosa è stata grave. Dovevamo fare qualcosa: abbiamo presentato la querela.
Il Pubblico Ministero è stato addirittura imputato di calunnia. Vedremo cosa farà il GIP. Comunque sia, ciò che si doveva chiarire si è chiarito.
Lui afferma che aveva capito così, che era in buona fede. E noi abbiamo ribattuto che non poteva dire che non abbiamo salvato vite umane, perché è questa la vera offesa. Mi brucia sulla pelle. L’ho detto anche al giudice, poco fa. Noi abbiamo salvato tutti gli anziani nelle RSA di Bergamo.
Se Fedez non è capace di comprendere o vedere ciò che abbiamo fatto, tanti saluti: non abbiamo interesse in Fedez. Piuttosto, diamo importanza a quello che facciamo e ai risultati che otteniamo: proprio in quell’occasione, abbiamo ottenuto risultati importantissimi, poiché abbiamo veramente salvato delle vite umane. Per il resto, che il processo vada come vada.

Fedez accusato da Codacons di calunnia, andiamo verso un’archiviazione?

Sempre più intricata si fa la vicenda tra Codacons e il rapper. Alla domanda riguardo una possibile archiviazione, Carlo Rienzi ha risposto che si tratta di un reato difficile:

R: Francamente, è necessario dimostrare che la calunnia si è fatta, pur essendo consapevoli dell’innocenza della parte accusata: è un reato difficile. Io non ho mai visto una condanna per calunnia. Però non è detto: sono curioso di vedere se questo giudice ha la forza e la bravura di configurare la calunnia. Uno le ha avute, il Pubblico Ministero: è stato lui a dire che doveva essere processato per calunnia. Io lo avrei querelato per diffamazione, perché è più semplice da provare, ma vediamo come va: sarebbe una novità giurisprudenziale.

D: Sarebbe stata più facile da provare la diffamazione?

R: Naturalmente, perché è necessario dimostrare che colui che è stato accusato di calunnia sapeva di star accusando qualcuno di innocente ingiustamente. Una cosa difficilissima. Non ho mai visto una sentenza di condanna per calunnia.

Il caso Ferragni del pandoro Balocco, Rienzi: “Noi sosteniamo che sia la Balocco a dover dare i soldi

Rienzi, interrogato dai cronisti anche sul caso “Pandori Balocco”, in cui in prima persona è coinvolta la moglie (ancora solo di nome) di Fedez, l’imprenditrice Chiara Ferragni, ha fornito ulteriori spunti di riflessione su una vicenda che continua a tenere con il fiato sospeso l’opinione pubblica:

D: Spostandoci su un altro argomento, è stato prefigurato il reato di truffa aggravata dalla Procura di Torino verso la signora Fedez, Chiara Ferragni, per la questione dei Pandori e per il rimborso. Come sta andando la richiesta di rimborso da un milione e mezzo per tutti coloro che hanno comprato il Pandoro?

R: Lei ha dato un milione. Però noi sosteniamo che sia la Balocco a dover dare i soldi, perché è Balocco che li ha intascati, vendendo a 9 euro o 8 e mezzo -non so-, invece che a 5 euro: non è possibile che Balocco se ne esca così, gratis. La Ferragni, invece, ha versato un milione, quindi il suo comportamento è stato anche abbastanza corretto.
La Balocco, che si è messa in tasca un milione e mezzo con la differenza illegale di prezzo, dovrebbe versare anche quei soldi a un ospedale o a più ospedali: vediamo che cosa succede. Anche in quel caso, truffa aggravata, processi penale e il resto: non ci interessa. Sono le cose concrete ad interessarci, cioè, se questi danno i soldi che si sono messi in tasca illegalmente agli ospedali, noi siamo contenti: non è che vogliamo mandare in galera nessuno.

Non si può andare in galera per queste cose: neanche ai mafiosi succede qui in Italia. Allora, è possibile mandare in galera la Balocco o Fedez?

Una nuova luce, dopo le parole di Carlo Rienzi, su un caso che non smette di scuotere sia il mondo legale, che quello mediatico. Sono ancora più complesse oggi le implicazioni di una disputa che coinvolge personaggi di spicco, sempre nel mirino dell’interesse pubblico e dell’informazione.