Se il Governo Meloni vorrà portare a casa il risultato, vale a dire il decreto che istituisce un’agenzia, indipendente dal mondo dello sport, che vigili sui bilanci delle società professionistiche di calcio e basket, dovrà fare come quelle squadre impegnate in un match clou da sfavorite: la partita perfetta.
La riforma del ministro Andrea Abodi, infatti, non incontra molto favore. Lega calcio, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle già si predispongono, rimanendo nel gergo pallonaro, al catenaccio.
La politica nel pallone: il decreto per un’Agenzia governativa che controlli i bilanci dei club fa infuriare Lega calcio, Pd e Movimento 5 Stelle
In primis, è unanime il no delle società della serie A di calcio alla proposta di un’agenzia governativa per la vigilanza economica e finanziaria sui club. Le società, riunite nel pomeriggio dal presidente Lorenzo Casini, hanno rivendicato “l’autonomia dell’ordinamento sportivo dalla politica”. E, per questo obiettivo, già intascano il sostegno di Pd e Movimento 5 Stelle.
Il Pd: “Quello del ministro Abodi è un progetto di occupazione politica”. L’attacco a Claudio Lotito
I democrat di Elly Schlein, tramite il responsabile nazionale sport Mauro Berruto, schierandosi contro la riforma Abodi, la mettono così:
“La proposta del ministro Abodi è un progetto di occupazione politica del calcio, una pietra tombale sull’autonomia e la terzietà di chi andrà a verificare i bilanci delle squadre di calcio. Hanno deciso di istituire un’agenzia, fatta di nomine politiche, per controllare i conti delle società di calcio scavalcando in un colpo solo il Parlamento, il Coni, la Figc e azzerando la Cosovic. E a coloro i quali l’intento pare positivo, perché certo i bilanci di molte società di calcio sono drammatici, occorre ricordare che persone indicate dalla politica dovrebbero giudicare i conti di presidenti o amministratori delegati che siedono in Parlamento fra i banchi della maggioranza”.
Berruto si riferisce chiaramente al presidente della Lazio Claudio Lotito, senatore di Forza Italia:
“Una parte del calcio, quella entrata pesantemente in politica in modo diretto sedendo in Senato, chiede sconti fiscali, denaro, pubblicità delle scommesse sportive. E ora qualcuno suggerisce di far controllare i propri bilanci da organismi a loro volta controllati da propri colleghi. Se la coerenza fosse ancora un valore, un passaggio del genere imporrebbe che cariche politiche, come quelle di senatore o deputato, diventassero incompatibili con la presidenza o un ruolo apicale di un club calcistico”.
Conte (M5S): “Indebita invasione di campo”
Sulla stessa linea, si inserisce anche il Movimento 5 Stelle con Giuseppe Conte:
“Il governo prepara un’indebita invasione di campo, questa volta sullo sport. La bozza di riforma preparata in tema di vigilanza e controllo delle società di calcio e basket professionistiche è un obbrobrio che si ispira al dirigismo economico di epoca fascista”.
Lo stesso Conte, poi, gira il dito nella piaga:
“Provo a semplificare: oggi, le funzioni di vigilanza si svolgono nel pieno rispetto dell’autonomia dell’ordinamento sportivo. La politica ne rimane interamente fuori. Il progetto governativo prevede invece la istituzione di una nuova Agenzia, posta direttamente sotto la vigilanza del presidente del Consiglio dei ministri, formata da tre membri nominati personalmente dal premier o dal ministro dello sport. Una palese invasione di campo della politica”.
Ma non è tutto. A sorprendere, secondo il leader pentastellato, sono anche le funzioni attribuite alla nuova Agenzia:
“Essa potrà indagare e censurare la gestione economica-finanziaria delle società sportive arrivando a pretendere ‘iniziative riparatrici’ o ‘rettifiche da apportare: un impianto normativo che ci riporta davvero al diritto societario di epoca fascista”