Il partito al governo, Sogno Georgiano, ha presentato al parlamento una proposta di legge che prevede di imporre alle Ong e ai media che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero di registrarsi come “agenti stranieri”. Proseguono le proteste contro il contenuto della bozza, mentre Sogno Georgiano è deciso per farla diventare legge. Tag24 ha intervistato Nina Tsiklauri, una rappresentante della diaspora georgiana e dell’Associazione movimento culturale georgiani in Italia, per parlare degli avvenimenti in Georgia.

Intervista a Nina Tsiklauri sulle proteste in Georgia relative alla proposta di legge sugli agenti stranieri

Il 15 aprile il parlamento georgiano ha iniziato a discutere la legge sugli agenti stranieri. La prima seduta è terminata dopo una rissa tra i deputati. Nel mentre centinaia di manifestanti sono scesi in strada per dimostrare il dissenso contro la proposta di Sogno Georgiano.

Il partito al governo aveva presentato un altro disegno di legge simile nel 2023 ma era stato bocciato. La proposta attuale è stata approvata lo scorso 1 maggio alla seconda lettura. La terza ed ultima lettura avverrà tra pochi giorni ed è quasi scontato che avrà esito positivo. Non si fermano, però, le proteste.

La piazza si dichara preoccupata per quella che definisce la “legge russa” dato che le norme presentate hanno punti simili a quella che è stata introdotta in Russia per tenere sotto controllo l’opposizione. Si teme che le misure possano limitare le libertà dei media e delle Ong e ostacolare la lunga camminata europeista della Georgia.

Il percorso europeo

Dopo l’indipendenza nel 1991 la Georgia ha seguito una linea europeista. È stato proprio il primo ministro attuale, Irakli Garibashvili, a presentare la domanda di adesione all’Ue nel 2022. Nel dicembre 2023, il Consiglio europeo ha concesso lo status di candidata alla Georgia. L’Unione Europea avverte, però, che la legge è incompatibile con il percorso di adesione.

D: Da pochi mesi il paese ha ottenuto lo status di candidato all’Unione Europea. Come è stata accolta questa notizia dalla popolazione georgiana?

R: Negli ultimi anni il paese si è spaccato in due a causa di disaccordi politici tra chi sostiene di essere europeista e chi è accusato di essere filorusso. La notizia, però, è stata accolta con favore. Siamo lieti di fare passi concreti per poter far parte dell’Ue.

La proposta di legge e le reazioni

D: Cosa pensa della proposta di legge sugli agenti stranieri e che impatto può avere sulla libertà di stampa e delle Ong?

Sogno Georgiano è un partito di sinistra e governa il paese da circa 12 anni. Non è credibile che una parte della Georgia sia filorussa e l’altra parte filo europea. Siamo tutti dalla parte dell’Europa. Dopo le ultime elezioni del 2020 si è creata una spaccatura nel parlamento tra maggioranza e opposizione. La percezione è quella per cui partiti di opposizione e Ong si aiutino reciprocamente. Ci vorrebbe un certo controllo e allo stesso tempo le Ong e i media dovrebbero mantenere la loro neutralità. Da quattro anni in Georgia non si fermano le proteste e i disordini.

D: Si parla molto delle proteste contro la proposta di legge. Qual è in questo momento il clima in Georgia?

Le proteste sono molto aggressive e violano ogni tipo di normativa. A volte mi meraviglio di quanto la nostra polizia rieasca a resistere dopo quattro anni di scontri. Il governo, da parte sua, fa il possibile per mantenere la pace.

D: Cosa ne pensa dell’utilizzo della forza da parte delle forze dell’ordine? Hanno fatto parlare le immagini del politico dell’opposizione, Levan Khabeishvili.

Le manifestazioni pacifiche devono essere permesse. Il problema è che queste manifestazioni non lo sono. Con la violenza non si decide niente. A queste proteste partecipa tutta l’opposizione ed è appoggiata dalle organizzazioni non governative. È questo il problema. Le Ong dovrebbero fare il loro dovere e non essere coinvolte in disordini e violenze. Potrebbe quindi essere utile capire da dove arrivino loro finanziamenti e come e per cosa vengono spesi.