Prima il calcio, da giovanissimo, poi la scintilla scoccata per l’automobilismo: il grande amore. Ivan Capelli ha dedicato tutta la sua vita alle corse e ha costruito la sua carriera mattone dopo mattone. La Formula 3 italiana, poi quella europea e la vittoria del titolo al primo tentativo. Uno step dietro l’altro, fino al raggiungimento della Formula 1 nel 1985 con la Tyrrell. Poi la AGS, il team March e la Leyton House, prima di coronare il sogno chiamato Ferrari nel 1992. La monoposto gli ha regalato momenti intensi e adrenalina pura. Una passione che non è mai tramontata, neanche dopo l’addio alla Formula 1. Ed è così che l’ex pilota si è trasformato in un perfetto commentatore ed opinionista tv. Per commentare il sesto GP di Formula 1 che si è corso a Miami, Ivan Capelli, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Formula 1, GP di Miami, Capelli a Tag24
A Miami, per la prima volta nella sua carriera, Lando Norris trionfa e sale sul gradino più alto del podio. Il pilota della McLaren corre una gara quasi perfetta e taglia il traguardo mettendosi alle spalle Verstappen e Leclerc. Un GP entusiasmante, in cui non sono mancati come al solito i colpi di scena, ma anche un’occasione persa per la Ferrari, da cui ci si aspettava qualcosa in più. La rossa infatti non riesce a sfruttare le difficoltà della Red Bull, probabilmente anche a causa di una strategia sbagliata e del cambio gomme troppo anticipato. Ottima gara di Sainz, che chiude al 5° posto dietro a Perez, dopo essere stato penalizzato di 5” per un contatto con Piastri. Per commentare il GP di Miami, Ivan Capelli, ex pilota che ha gareggiato in Formula 1 dal 1985 al 1993 e oggi telecronista sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
A Miami trionfa Lando Norris. Vittoria meritata?
“Una vittoria meritata e sofferta perché ci ha messo 110 Gran Premi per salire sul gradino più alto del podio. Altre volte la fortuna gli ha tolto la possibilità di vincere, mentre ieri finalmente gli ha restituito tutto, dandogli la possibilità di esultare al massimo. L’entrata della Safety Car lo ha sicuramente agevolato. La cosa bella che è emersa ieri è che tutto l’ambiente della Formula 1 si è complimentato con lui. Dai piloti ai meccanici, è stata una festa che ha coinvolto anche le altre squadre, a dimostrazione del fatto che Lando è un ragazzo perbene, educato, che in pista le dà e le prende. Accetta sempre la battaglia con grande fair play e questo gli viene riconosciuto dai suoi colleghi. Penso sia stata la cosa più bella”.
Non era in forma la Red Bull di Verstappen, ma quanto rammarico pee l’occasione persa da parte della Ferrari?
“Il rammarico c’è, anche perché la Ferrari è partita con lo spirito di puntare alla pole position. Erano consapevoli di avere una vettura competitiva, ma la sfortuna o la fortuna, a seconda di dove si guardano le cose, è stata quella di non avere due auto già fuori alla prima curva, per l’entrata kamikaze di Perez che ha rischiato di fare strike. Lì si è leggermente compromessa la vettura di Sainz. Per quel che riguarda Leclerc invece, ancora ad oggi non ho capito il motivo del pit stop anticipato, che di fatto non lo ha aiutato perché lo ha messo nelle condizioni di avere gomme più vecchie rispetto agli altri. Tante aspettative, ma la Ferrari è quella che ha raccolto di meno. Tra l’altro oggi ci siamo svegliati con la sorpresa della penalità di Sainz, che di fatto ha perso una posizione”.
A proposito di Leclerc, ancora una partenza sbagliata e non è certo la prima volta. Questo è il suo tallone d’Achille?
“Più che il suo tallone d’Achille, crede dipenda dalle condizioni di queste vetture, che non ti consentono di fare il minimo errore. Tutti hanno ormai dei sistemi di partenza che richiedono perfezione in ogni fase di gestione. Lo stesso Verstappen ieri ha dimostrato che può bastare un piccolo errore, come quello che ha commesso prendendo il birillo, per compromettere tutto un GP. Loro hanno parlato di un danno sul fondo, che lo ha rallentato. Leclerc sta vivendo un momento di pressione perché tutti ci aspettiamo da lui importanti i risultati. Forse questo lo pone nelle condizioni di fare degli errori. Del resto non possiamo neanche dimenticare quello fatto venerdì mattina, quando al primo giro è andato in testa coda”.
La Ferrari però ha già fatto la sua scelta e per Sainz sarà l’ultima stagione. Ti dispiace?
“C’è ancora più di metà campionato da affrontare e non possiamo far altro che aspettare. Sainz sarà una pedina molto importante per il campionato costruttori. Lui è un grande professionista e adesso ha la necessità di dimostrare agli altri di poter essere competitivo a grandi livelli. Da un lato potrebbe essere arrabbiato perché la Ferrari lo ha scaricato, ma dall’altro deve sfruttare al meglio questa occasione per trovare un contratto per il prossimo anno”.
Lo scorso anno Verstappen non ha avuto rivali. Quest’anno il gap si è leggermente ridotto? Cosa ti aspetti da questa stagione?
“La stagione ha già preso una certa piega e Verstappen resta l’uomo da battere. Certo è che gli altri si sono avvicinati e lo dimostra la McLaren che vince ieri, ma anche la stessa Ferrari che può mettere pressione agli avversari in alcune piste. Tra il layout che può favorire una vettura e il singolo pilota che a tratti può dare il massimo, come stile di guida, credo che ci saranno delle belle opportunità per vedere delle grandi battaglie. Non si può però sfuggire dall’idea che l’uomo più forte sia sempre Max”.