Conclusa la rovente conferenza stampa voluta da Usigrai relativa allo sciopero dei giornalisti della Rai, che oggi, 6 maggio, ha bloccato il principale canale di informazione dello Stato. Schierati in prima linea il segretario Usigrai Daniele Macheda, il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci e la conduttrice di Chesarà Serena Bortone.
Sciopero giornalisti Rai, Macheda (Usigrai): “Vogliamo sapere per cosa ci denuncerà l’azienda”
Piovono frecciatine velenose nel botta e risposta fra i vertici Rai e il sindacato Usigrai. La numero Uno dello Stato ha accusato pesantemente il sindacato, che rilancia condannando le presunte scelte unilaterali, che avrebbero minato l’operato e la professionalità dei giornalisti.
La battaglia, quindi, si combatte a suon di video-comunicati che promuovono e al contempo accusano l’una e l’altra parte. Infatti, la Rai ha puntato il dito contro la mobilitazione prevista per oggi, sostenendo che sia una mossa politica basata su un’ideologia.
Così, a margine della conferenza stampa, Daniele Macheda ha commentato quanto udito e lancia un guanto di sfida alla Rai:
È evidente che l’azienda – come può fare e deve – ha la possibilità di far lavorare le persone che legittimamente non hanno scioperato. Io direi che il risultato e la misura di questo sciopero, lo avremo con la partecipazione, e soprattutto, oggi inizia un percorso che non finisce con questa mobilitazione. Qui, eravamo in tanti, abbiamo ascoltato ciò che succede in Rai e abbiamo sentito anche le ragioni del perché stiamo parlando di questo sciopero. Se a questa mobilitazione seguissero delle denunce sarebbe interessante da vedere. Solitamente a delle accuse gravi seguono delle denunce, quindi sarà interessante vedere se e quando l’azienda ci denuncerà e per che cosa.
Per il segretario, inoltre, non è pensabile che nel servizio pubblico ci possano essere cambi di vertice legati ai cambi di governo:
L’idea che ci sia un turno dentro la Rai per prendersi tutta l’azienda e il servizio pubblico, credo che sia da contestare in nuce, cioè è impensabile che ci siano dei turni per comandare dentro la Rai. La Rai è di tutti, non di qualcuno e questo è il principio che deve essere affermato. La Rai è dei cittadini.
Ranucci: “Chi controlla ha troppa ansia e preoccupazione”
Ha commentato il caso Rai, a margine della conferenza, anche il conduttore e giornalista di Report, Sigfrido Ranucci, che ha sottolineato l’eccessiva ansia di chi è in posizione di controllo:
Io quello che vedo è un’ossessione maggiore di controllo e nel colpevolizzare, individuare subito nemici. Non credo nel rischio fascismo, vedo, anzi, una preoccupazione e un’ansia da parte di chi è stato deputato al controllo che va oltre quella dei controllori, quella di chi li ha messi nelle posizioni di controllo. Questo è un rischio perché denota debolezza e fragilità.