Ieri ha rotto gli indugi sulla firma al referendum sul Jobs Act scombussolando gli animi nel suo stesso partito e lanciando un messaggio chiaro agli oppositori interni. Stamattina ha ribadito di non temere il confronto tv con la premier Giorgia Meloni, “dove e quando vogliono”.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, sembra aver abbandonato la prudenza degli ultimi mesi per inaugurare una strategia comunicativa più diretta e grintosa. Le prossime Elezioni Europee saranno uno spartiacque importante per lei  e per il suo partito, perché potrebbero sancire la definitiva legittimazione del suo ruolo di “anti-meloni” se il PD dovesse avere una buona affermazione e il M5S andare male.

Elezioni Europee 2024, Schlein a Meloni: “Confronto tv? Dove e quando vogliono”

Entrambe candidate, entrambe a capo del primo partito della coalizione di riferimento. Era dai tempi del confronto tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto che non c’era tanta attesa per un confronto televisivo tra due leader politici. E’ da mesi, ormai, che se ne parla e che i rispettivi staff sono a lavoro per trovare una data utile.  

“Stiamo discutendo del come e del quando. Dei dettagli se ne stanno occupando gli staff, io ho sempre detto: dove e quando volete. Io ci sono non mi tiro indietro. Lo trovo utile”.

ha assicurato Schlein, oggi lunedì 6 maggio, in un’intervista a Rtl 102.5.

Un duello tv che sarà decisivo per le sorti delle elezioni di giugno, cosa di cui entrambe le protagoniste sono più che consapevoli e quindi decise ad arrivarci preparate.

La firma referendum al Jobs Act? Il messaggio di Schlein agli oppositori interni del Pd

Ieri sera la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha annunciato la sua decisione di firmare per il referendum della Cgil al Jobs Act nonostante le dichiarazioni contrarie di alcuni big dell’ala riformista. Il messaggio è chiaro: non si farà tirare per la giacchetta, ma sarà lei a prendere le decisioni e a dettare la linea del partito sulle questioni fondamentali pur lasciando – in questo caso – naturalmente ad ognuno la libertà di decidere.

“Firma contro il Jobs Act? Era  un punto fondamentale della mia campagna alle primarie e di ricucitura rispetto scelte fatte nel passato che anche i nostri elettori non ritengono corrette, visto l’esito delle primarie. Continuiamo anche in Parlamento la nostra battaglia contro la precarietà. Tanti altri nel partito, altrettanto legittimamente, non lo firmeranno”.

Partito diviso? No, secondo la segretaria che parla di discussioni fisiologiche pe un partito in “buona salute”.

“Non ho visto in Europa un altro partito in grado di recuperare 6 punti nei sondaggi il Pd è in buona salute. Ma sarà un lavoro lungo ricostruire una forte identità”.