A Roma, nel quartiere Aurelio, gli hanno dedicato una scuola ma per tanti appassionati di calcio resta impressa nel cuore e nella mente quella frase pronunciata tre volte alla fine della telecronaca Italia-Germania: “Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo”.

Tra poeti, filosofi e musicisti un grande telecronista 

La Gazzetta dello Sport dedica un articolo a Nando Martellini, il Signore del calcio scomparso il 5 maggio del 2004: “A volte basta il nome di una scuola per suscitare una memoria grandiosa, che ha messo radici nel presente di chi vi si imbatte. Sarà che le scuole portano in genere nomi di poeti, filosofi, musicisti; alcuni noti, altri misconosciuti. In ogni caso distanti, il più delle volte anche un po’ impolverati dal tempo che contribuisce ad allontanarli”. 

“Poi capita di passare davanti all’istituto “Nando Martellini” di Roma, nel quartiere Aurelio. E il pensiero si ferma un attimo. Anzi, si sofferma. È allora che sembra sentire l’eco: non solo quella delle parole, squadrate con signorilità neoclassica e filtrate dal timbro lievemente metallico dei microfoni; anche l’eco di ciò che eravamo e di un Paese che ancora contava le Lire a centinaia per i ghiaccioli d’estate o per una copia della Gazzetta. Pensi alle voce, che col crescere della concitazione durante il racconto non perdeva un’oncia di signorilità; ecco perché ne uscivano nobilitati i dribbling, i contrasti, le parate. Persino un accenno di rissa acquisiva una sfumatura cavalleresca, se lui la vestiva del termine parapiglia”. Una signorilità che ha meritato, giustamente, l’intitolazione di una scuola.

Stefano Bisi